La degustazione alla cieca è davvero il miglior modo per entrare in contatto con il vino.
Al blind tasting organizzato dal Tesori Liquidi presso Cantina Girlan, i partecipanti, produttori, esperti e giornalisti, si sono confrontati sulle sensazioni che questi calici trasmettevano, il tutto sapientemente guidato dalla coinvolgente dialettica di Bonomi e Mastrosimone che al centro della sala si alternano nel dare nozioni per la lettura dei calici, oltre ad approfondimenti sulle singole aziende protagoniste.
Tutte le bottiglie sono bendate e solo alla fine, si scoprono i nomi. Un’immersione assoluta, senza pregiudizi, in un ambiente conviviale e dinamico che permette di scoprire davvero dei “tesori liquidi”.
Vi riporto di seguito le mie note di degustazione dove metterò prima le sensazioni e poi il nome in etichetta. Grazie alla degustazione alla cieca si ha un approccio al calice e non ai nomi.
I protagonisti
Pinot molto attraente con aromi di mora, arancia candita, pepe, fiori passiti e cuoio che si susseguono. Caldo, avvolgente in bocca dove tornano i sentori di frutta matura, cuoio e cera d’api, fogli di tè nero. I tannini sono fini e setosi, perfettamente collocati al centro bocca. Perfetto da bere ora, ha ancora potenzialità di invecchiamento. Girlan, Pinot Noir Riserva “Vigna Ganger” 2014.
Al naso si esprime con delicate note dolci di lamponi e note fumè. In bocca prevalgono i terziari con note di tabacco e incenso, una succosa arancia rossa sul finale e tannini cesellati. Grande equilibrio, che si chiude in un piacevole finale di china e zenzero. Carlotto, Pinot Nero “Filari di Mazzon” 2016.
Più maturo e più candito di molti pinot noir, marmellata di fragole, sottobosco e liquirizia. In bocca è corposo e rotondo e si apre in una piacevole freschezza e tannino vellutato. Girlan, Pinot Noir Riserva “Trattmann” 2016.
Floreale e note di arancia al naso già si percepisce la mineralità. Il sorso è ematico, ferroso, con note di resina. Colpisce l’incredibile sapidità, i tannini sono dolci. Nebbiolo veramente elegante. Nel tempo può sviluppare ulteriore complessità. Arpepe, Valtellina Sup. Riserva “Rocce Rosse” 2016.
Qui si gioca più sul sottobosco con sentori di foglie secche, tabacco e scorza di agrumi. Si presenta austero con tannini ancora consistenti e acidità croccante. Il finale è perfetto, pulito e persistente. Bere ora ma migliorerà ancora con il tempo. Girlan, Pinot Noir Riserva “Vigna Ganger” 2016.
Un Pinot Nero toscano che si distacca per la sua grande personalità. Al naso sentori di oliva, jalapeño, dattero, frutta candita che si uniscono ad un sorso complesso ed emerge anche il chinotto e l’evoluzione che verte sul marsalato. Ai sentori evoluti si accompagna un tannino ancora molto presente, buona sapidità e note di cacao. Bere ora. Podere Monastero, Pinot Noir “La Pineta” 2015.
Un esempio di Nerello Mascalese iconico. Dove la copiosa matrice vulcanica che dona acidità, struttura e grande mineralità ai vini, è stata egregiamente volta verso una eleganza indiscussa. Si percepiscono ancora note di frutti rossi, arricchiti nel tempo da intriganti note di cuoio, grafite, spezie nere. In bocca è intenso, ancora energico, con un tannino ben lavorato che porta a un sorso appagante con un finale molto preciso. Passopisciaro, Terre Siciliane “Contrada R” 2012.
Un Pinot Nero di una eleganza unica. Uno di quei vini che ti invogliano a ricercarne i sentori, per cercare di afferrarlo, comprenderlo nella sua affascinante complessità. Ancora freschissimo, evidenti note dolci di frutta caramellata si uniscono a eleganti note vegetali. I tannini sono setosi, accompagnati da una acidità ben maturata, si chiude in un finale lunghissimo con note di frutta nera e spezie. Bere ora ma ha ancora qualche anno davanti. Girlan, Pinot Noir Riserva “Trattmann” 2012.
Grazie a Francesco Bonomi e Francesco Mastrosimone per la loro esperienza e grande idea di progetto.
Degustazione del 9 novembre scorso
Alice Romiti