Terenzuola: nuove geometrie e progetti tra Liguria e Toscana

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Che Ivan Giuliani sia un viticoltore al passo con i tempi è largamente risaputo. Che ami profondamente il suo territorio, pure. Che “aborri” l’idea dell’esistenza dei confini nei territori omogenei, altrettanto. È un “pasionario” del Vino sempre attivo nella scoperta  e ricerca di vini che guardano al futuro, sfidando il tempo con la loro capacità produttiva.

Dopo questa necessaria premessa, eccoci in un mattino che di settembrino ha avuto solo la data (2 settembre), a calpestare le vigne centenarie del Candia, tra le città di Massa e Carrara, dove la natura del suolo rimane la stessaCi troviamo nel lato Nord, quello che guarda la piana carrarese e la frazione di Bonascola.

Vigne centenarie collinari, eroiche, dove nel tempo si è messo a dimora diversi vitigni, a bacca bianca e a bacca nera. Vitigni in parte autoctoni toscani, liguri, ma soprattutto di un’area circoscritta alla provincia di Massa-Carrara come il Vermentino Nero e la Massaretta chiamata anche Barsaglina.

Proprio questi due vitigni, scoperti, ripresi, ben individuati con un lavoro minuzioso, certosino, senza espiantarli, lasciando la loro centenaria messa a dimora, sono l’oggetto della nuova sfida di Ivan: il progetto Permano.

Ivan spiega il Progetto Permano

Vitigni che estrapolerei dal concetto illimitato di autoctoni e chiamerei “locali”, presi “permano”, avviati in un percorso-progetto che definire ambizioso non è limitato alla persona ma rende Ivan temerario.

Un po’ di assaggi

Vermentino Nero. Il vitigno dalla storia avvolta nel mistero. Deriva dal Vermentino bianco? Può darsi, non c’è smentita. Resta il fatto che la diffusione soprattutto nel Candia è datata. Vitigno difficile da allevare e Ivan  è a conoscenza dell’importanza  della decisione della sua raccolta. Il suo nettare è ricco di polifenoli rendendolo impenetrabile, adatto all’invecchiamento. Una delle sfide del Progetto Permano.

Molto fruttato scivola su terziari speziati e balsamici. Trama tannica importante fitta e morbida. Quest’ultima nota sensoriale rende il vino da vermentino nero in purezza, gradevole e facilmente abbinabile con il cibo del territorio.

Massaretta o Barsaglina. Così come lo troviamo iscritto nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1970. Nel Candia è solo Massaretta, quel vino dalle “cento puzzette” che poi, con gli affinamenti nelle produzioni, si è largamente capito che la definizione tendente ad evidenziare l’apporto di profumi sgradevoli altro non è che difetti  da “imputarsi a viticoltori poco attenti dotati di attrezzature obsolete” (Vitigni d’Italia Slow Food Editore).

Insieme a Ivan

Recentemente ho assaggiato diversi Massaretta e devo dire di averli trovati buoni, gustosi,  muniti di carica polifenolica ricca, dalle nette sensazioni olfattive e gustative vinose e fruttate. Ma soprattutto puliti, la rinascita e vendetta del vitigno!

Stanchi ma felici della “lezione” da parte del Prof. Ivan lo abbiamo seguito a Fosdinovo, nella cantina Terenzuola che domina tutta la piana di Luni e non solo. Tutti ai piedi di Ivan il terribile, quello che non smette mai di sognare nuovi orizzonti.

Gli assaggi di Terenzuola

Potevano mancare gli assaggi di tutte le sue perle? Fosso di Corsano in primis nelle sue migliori annate?

Fosso di Corsano a far festa ai nuovi nati del Progetto-Permano. Poi l’addio (perché è stata decisa l’interruzione della produzione) allo Sciacchetrà delle Cinque Terre, vigne poste al confine Nord di quel territorio che Ivan ritiene omogeneo, transfrontaliero, “nuove geometrie tra Toscana e Liguria”.

Vediamo le mie schede tecniche con i voti:

Permano  Massaretta. Riporto quanto scritto sopra. buono, gustoso, munito di carica polifenolica ricca, dalle nette sensazioni olfattive e gustative vinose e fruttate. Da giudicare relativamente allo stato evolutivo attuale. Buono, voto 85/100

Terenzuola. I vini degustati

Permano Vermentino Nero. Anche in questo caso riporto quanto scritto sopra. Molto fruttato scivola su terziari speziati e balsamici. Trama tannica importante fitta e morbida. Quest’ultima nota sensoriale rende il vino da vermentino nero in purezza, gradevole e facilmente abbinabile con il cibo del territorio. Anche in questo caso il voto è condizionato dallo stato evolutivo attuale. Ottimo, 87/100

Fosso di Corsano 2017. Vermentino 100%. Dei tre in degustazione l’ho trovato con espressioni olfattive limitate. Dipenderà forse dalla vendemmia un po’ problematica. L’abile Ivan è riuscito a trarre il meglio. Ottimo, voto 89/100

– Fosso di Corsano 2015. Vermentino in purezza. Che dire se non chapeau? Un vermentino straordinario meritevole dell’Eccellenza, voto 93/100

Fosso di Corsano 2013. Vermentino 100%. Sei anni dalla vendemmia, freschezza e agilità a non finire. Dalla mineralità incomprensibile che qualche mio collega potrebbe definire “insondabile”. Eccellente, voto 94/100

Sciacchetrà 2004 e 2007. Due deliziose perle assaggiate da riporre nel libro dei ricordi. Senza voto di fronte a vini da meditazione.

Termino con quanto riportato nella presentazione dell’Azienda Terenzuola: “Ivan Giuliani, erede di una tradizione di viticoltori eroici ed appassionati, vive il suo rapporto con la natura come un arbitro imparziale, onorando il ciclo delle stagioni e la salute della vite”. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 2 settembre 2019

 

Terenzuola

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