Tenuta Mareli. Il buon vino di Montemagno

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Ho conosciuto Daniele Mareli alcuni anni fa in una enoteca a Viareggio. Cercava di vendere i suoi due “rossi”. Fui coinvolto negli assaggi e ne rimasi colpito per quella articolazione e tessuto tannico.

Altri momenti di assaggio negli anni a seguire. Ultimamente presso la Tenuta Mariani durante il “raduno” dei vignaioli indipendenti aderenti alla Fivi. Nuovi assaggi.

E nel conversare con Daniele mi ha colpito questa frase: “Camminare nei nostri terreni, tra le nostre piante, circondati da una moltitudine di api, farfalle e coleotteri a contatto con questa terra ricca di microorganismi, vuol dire percepire bellezza e vita”.

Era giunto il momento di andare a Montemagno a calpestare le vigne della Tenuta Mareli.

Montemagno

“Montemagno è un piccolo borgo posto all’apice di un passo  che da sempre collega quello che fin dai tempi dell’Antica Roma era considerato un Campo militare strategico (Campus Major, Camaiore) con la piana di Lucca attraverso la valle del torrente Freddana, lungo la Via Francigena”. E al culmine del passo, poco più di 200 mt s.l.m. la prima vigna, quella che ha ispirato Daniele e dove ha avuto inizio l’avventura.

Ad accogliermi Francesca, la moglie di Daniele che, oltre ad essere la responsabile dell’accoglienza, contabilità, contatti con i mercati esteri, guida con maestria l’annesso “agriturismo” ricavato in una antica canonica.

“Daniele arriva subito. È in cucina a preparare la cena per gli ospiti”.

Già, come dimenticare che la Famiglia Mareli, proprio a Montemagno è tutt’ora proprietaria di un ristorante “famoso” delle colline camaioresi: Le Meraviglie.

Tenuta Mareli. Il vigneto

Liberatosi dei grembiuli da “cuoco” (così ama descriversi) eccolo nei panni di vigneron a spiegarmi la vigna, la cura del vigneto nel rispetto del suolo, della sua lavorazione e dello sposalizio con i concetti dell’agricoltura biodinamica. E sebbene fosse ancora presto per formulare giudizi, dai racconti, dal modo di accarezzare le foglie traspariva uno stile orientato su vini schietti, diretti, nitidamente beverini. E così lo è stato nei successivi assaggi.

Interessante la visita alla cantina dove la pulizia regna sovrana ed è indice di qualità dei vini. I legni utilizzati alla francese e scelti per soddisfarli nel loro affinamento. Infine gli assaggi “campioni di botte” per meglio capire le potenzialità dei singoli vigneti ed il blend finale costruito con tempo, moderazione nonché capacità.

Parliamo di numeri

3,5 ettari complessivi di vigneti, in parte a Montemagno, nella valle del torrente Freddana alle porte di Lucca località Arsina e nelle Colline Lucchesi occidentali.

Vitigni. Sangiovese delle Colline Lucchesi, Ciliegiolo, Syrah e Merlot (internazionali da sempre presenti anche grazie ai pellegrini della via Francigena), Chardonnay e altre uve autoctone a bacca bianca.

Terreni di diverso impasto dovuto alle differenti posizioni; In particolare l’argilla del vigneto Arsina.

Tenuta Mareli. La cantina

Gli Assaggi

Pittiere 2019. Sangiovese e altre uve a bacca bianca. Vino nitido, che si riscatta in freschezza e agilità. Ha brillato per la sua naturale espressività. Buono, voto 85/100

Nicodemo 2018. Sangiovese (meglio dire Sangiovesi), Ciliegiolo e Merlot.  Il rosso da bere senza indugio. Ottimo, voto 87/100

Remagno 2018. Blend di Sangiovese, Merlot e un 10% di Syrah. Una spiccata complessità aromatica data dal vigneto Arsina insieme alla grinta del vigneto Montemagno.  Un vino in progress. Ottimo voto 88/100

Remagno 2016. Si avvicina all’eccellenza. Come un vino di questi territori abbia la possibilità d’invecchiare senza dimostrarlo. Ottimo, voto 89/100

E bravo Daniele, Continua così con semplicità e buon senso nel profondo rispetto del territorio. Chapeau!

Urano Cupisti

 

Assaggi effettuati il 8 luglio 2020

Tenuta Mareli

Via per Frascalino, Fraz. Montemagno,

Camaiore LU

Telefono: 333 458 5266

info@tenutamareli.cit

www.tenutamareli.it