Meglio dire “La Storia del Carmignano secondo Riccardo Cotarella”. Infatti dal 2022 c’è stato il cambio dell’enologo e della conseguente linea di produzione e progettuale. Un taglio internazionale per aver “più peso” sui mercati esteri. In fin dei conti il Carmignano se lo merita ampiamente.
Carmignano Docg
La denominazione di origine Carmignano DOCG è riservata al vino rosso, fermo, ottenuto a partire da uve del vitigno Sangiovese (min.50%), Canaiolo nero (max.20%), Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon (10-20%) e una eventuale aggiunta di uve bianche (max.10%) dei vitigni Trebbiano toscano, Canaiolo bianco e Malvasia del Chianti.

La zona di produzione corrisponde ai terreni collinari dei Comuni di Carmignano e Poggio a Caiano in provincia di Prato.
La qualità e le peculiari caratteristiche del vino Carmignano nascono dall’antica storia vitivinicola del territorio, che risale fino al tempo degli Etruschi e che fu per la prima volta ufficializzato con il bando del 1716 dal Granduca di Toscana Cosimo III dei Medici che fissava in modo chiaro e inequivocabile i confini del comprensorio di produzione del “vino Carmignano”.
Il territorio di Carmignano è particolarmente vocato per la coltivazione della vite, grazie ad un ambiente adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole per tutte le funzioni vegetative e produttive della pianta. Il lungo periodo vegetativo, le elevate escursioni termiche, la ventilazione dei pendii, le precipitazioni ben distribuite anche nel periodo estivo favoriscono la maturazione delle uve e facilitano la costanza di qualità in tutte le annate. Ne risulta un vino rosso da invecchiamento, strutturato e al tempo stesso elegante ed armonico con un bouquet fine ed intenso.
Il Carmignano può essere considerato il progenitore dei cosiddetti vini Super Tuscan (grandi vini toscani ottenuti aggiungendo al Sangiovese vitigni internazionali quali il Cabernet o il Merlot).
Tecniche di produzione
Le operazioni di vinificazione, di invecchiamento obbligatorio e di imbottigliamento devono avvenire nella zona di produzione delle uve.

Il Carmignano non può essere immesso al consumo prima del 1° giugno del secondo anno successivo a quello di produzione delle uve. Qualora venga invece commercializzato dal 29 settembre, data della festa di San Michele, del terzo anno successivo a quello di produzione delle uve, potrà portare in etichetta la menzione “riserva”.
Il periodo di invecchiamento deve essere effettuato in botti di rovere o di castagno, rispettivamente per almeno otto mesi e per almeno dodici mesi per la menzione “riserva”. Si può mantenere il 5% di vino dell’annata in affinamento, da usarsi esclusivamente per le colmature, in contenitori diversi dal legno; è anche consentita l’aggiunta fino al 15% di vino DOCG di annate diverse da quella indicata in etichetta. Come in Francia i vini di riserva.
Il Carmignano è stato istituito come DOC con DPR 28.4.1975 e successivamente come DOCG nel 1998.

Barco Reale Doc
Il vino DOC Barco Reale di Carmignano deve il suo nome alla riserva di caccia medicea (“barco” significa “parco”) circondata da un muro che delimitava gran parte delle zone di produzione attuali. È denominazione di origine controllata di ricaduta per la Carmignano DOCG.
Non è previsto obbligatoriamente l’affinamento in legno (per il Carmignano DOCG sono previsti almeno 8 mesi).
È quindi un vino non necessariamente strutturato e generalmente con un contenuto alcolico un po’ inferiore conseguenza spesso di una scelta vendemmiale sia come tempi di raccolta, sia come selezione delle uve. Il Barco Reale è un fratello minore del Carmignano DOCG, un vino “di più rapida beva”.
Vino Ruspo
Per il vino Barco Reale di Carmignano Rosato (tradizionalmente noto come “Vin Ruspo”) l’uvaggio è lo stesso del Barco Reale di Carmignano DOC. È un rosato diverso, con la possibilità di durare anche più di un anno per quella “spina dorsale” che gli deriva dalla sua origine e per la sua buona alcolicità. Anche il “Vin Ruspo” è un vino di antica tradizione carmignanese e la sua storia è legata alla mezzadria locale. Infatti i mezzadri portavano l’uva nelle cantine di fattoria per poi dividere il vino dopo la fermentazione.

L’uva veniva trasportata in un tino di legno e pigiata per farne entrare un quantitativo maggiore (la pigiatura completa e la diraspatura avveniva poi in cantina). Si formava così una parte del mosto in fondo al tino. L’ultimo viaggio della giornata sostava sull’aia dei poderi per essere portato in fattoria al mattino dopo. Era pratica comune per i mezzadri spillare uno o due damigiane dal tino prima del viaggio alla tinaia (da qui il nome “Vin Ruspo” o vino “ruspato” ovvero “rubato”). Col tempo questo piccolo furto divenne un diritto dei mezzadri.
Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice
Solo vitigni toscani a bacca nera con Sangiovese minimo 80%.
La Degustazione

Artumes 2023. Mix di Trebbiano e Petit Manseng. Il mio giudizio: Ottimo, voto 88/100;
Barco Reale di Carmignano Rosato Vin Ruspo. Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 20%, Grenache Noir 10%. Il mio giudizio: Buono, voto 86/100;
Chianti Montalbano 2023. Sangiovese 85%, Canaiolo 15%. Il mio giudizio: Ottimo, voto 88/100;
Barco Reale di Carmignano Ser Biagio 2023. Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 20%, Merlot 10%. Il mio giudizio: Ottimo, voto 88/100;
Carmignano Poggilarca 2021. Sangiovese 85%, Cabernet Franc 15%. 12 mesi in botte e barriques e 12 mesi in bottiglia. Il mio giudizio: Eccellente, voto 90/100;

Carmignano Riserva Grumarello2020. 85% Sangiovese, 15% Cabernet Franc. 24 mesi in legno e 12 mesi in bottiglia. Il mio giudizio: Eccellente, voto 91/100;
Marrucaia 2020. 60% Cabernet Sauvignon, Merlot 30%, 10% Cabernet Franc. 12 mesi in barriques. Il mio giudizio: Eccellente, voto 91/100;
Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice 2013. 80% Sangiovese e 20% di Trebbiano e San Colombano. 5 anni in caratelli e 3 anni di bottiglia. Il mio giudizio: nella norma. Da un Occhio di Pernice mi aspettavo di più. Ottimo, 89/100. Abbinato ai classici cantucci.
Urano Cupisti
Assaggi effettuati Venerdì 10 gennaio 2025