“C’era una volta” l’Azienda vinicola Greo gestita dalla Famiglia Viani. A solo 6 Km dal centro di Lucca, posta ad ovest della “Freddana”, valle, torrente e via per Camaiore.

Conosciutissima nell’ambiente lucchese del vino, punto di riferimento per l’approvvigionamento dello “sfuso in damigiane” e fornitore delle fiaschetterie e osterie di un tempo.

Restia al cambiamento, ancorata alla “tradizione schietta lucchese” che ritrovavi negli assaggi dei suoi vini.

Sangiovese lucchese, Canaiolo, Colorino e Malvasia sia bianca che nera. E quel vitigno, Moscato d’Amburgo, allevato nelle Colline Lucchesi.

Tenuta Adamo. La botte

Strano vitigno il Moscato d’Amburgo

Detto anche “Muskat Trollinger” , “Moscato Nero“, “ Black of Alessandria”, è il risultato dall’incrocio del Moscato d’Alessandria con la Schiava Grossa (detta quest’ultima, “Black Amburg”).

Acini grossi elissoidali, grappolo di forma piramidale, bucce violacee. Molto utilizzato come uva da tavola. I suoi vini in purezza, difficili a trovarsi, non sono interessanti, anzi.

Proprio per la sua “dolcezza” spesso finiscono per arricchire le produzioni dei vini da dessert.

Dove lo troviamo atto a vinificare? In Grecia (Tessaglia) e… a Lucca. Difficilissimo trovarlo altrove.

Il suo nome? Portato in dote, nell’incrocio, dalla Schiava Grossa che pare sia nata intorno alla città di Amburgo. Trasferitasi in Inghilterra incontrò il Moscato d’Alessandria e dalla loro unione ecco nascere il Moscato d’Amburgo. Poi Francia, Grecia e Italia, proprio a Lucca.

Fantastica la sua storia

Nell’ultima edizione dell’Anteprima Vini della Costa che annualmente si svolge a Lucca, il mio incontro con la giovanissima Azienda Adamo che, parlando al tavolo d’assaggio con Antonio Maffia, Direttore e Manager aziendale, ho scoperto essere l’Azienda agricola Greo, acquisita nella prima decade degli anni 2000.

L’Anteprima Vini Costa Toscana

Lo dico da subito. Ricordando i vini della Famiglia Viani mi sono trovato di fronte a tutt’altra cosa. Un cambiamento di produzione a 360° utilizzando gli stessi vitigni ai quali si sono aggiunti Trebbiano, Vermentino, Chardonnay, Merlot e Cabernet Sauvignon.

“Il nostro progetto? Investire nella tradizione secolare della viticoltura lucchese in un processo creativo seguito da giovani qualificati nell’ambito della sostenibilità”.

“Prima di tuto capire il terroir ed in particolare il micro-terroir dato dai nostri vigneti posti mediamente a 200 mt.s.l.m., dall’idro-clima del “Freddana” e del Serchio, dai venti che asciugano i grappoli e dalle risorse umane qualificate che seguono il percorso fino all’imbottigliamento”. Così Antonio mentre preparava i calici per gli assaggi.

Alcuni Numeri

15 ettari totali di cui 6 dedicati alla coltivazione della vite (con i campi esposti a sud, sud ovest ed est), 2 a quella dell’olivo, ed i restanti a bosco.

Parte della proprietà è costituita anche dal Borgo di Ponte Rosso, dove è prevista una ristrutturazione ampliando così l’attuale ambiente ricettivo di agri-turismo.

Oltre alla produzione del vino, l’azienda si dedica anche a quella dell’olio d’oliva, continuando una tradizione risalente all’epoca dei Borboni che impiantarono varietà riconducibili a Frantoiani, Moraioli, Leccini e Baulini.

Tenuta Adamo. Alcuni vini assaggiati

Gli assaggi

Ma torniamo al Vino ed agli assaggi effettuati durante la manifestazione:

Tenuta Adamo bianco 2021. Trebbiano 60%, Chardonnay 35%, Vermentino 5%. Acciaio inox compreso l’affinamento. Un bianco da pronta beva. All’olfatto ha espresso sentori floreali che hanno lasciato spazio ai fruttati. Al palato è risultato fresco, sapido, con ritorni retronasali fruttati. Buono 86/100;

Tenuta Adamo rosato 2022. Merlot 60%, Sangiovese lucchese 25%, Malvasia Nera 15%. Leggera macerazione. Fermentazione con lieviti selezionati. Il vino sosta alcuni mesi sulle fecce con batonnage quanto basta. Un rosé invitante per quel suo colore provenzale. Floreali e fruttati si sono susseguiti in alternanza che è risultata decisamente fine. Al palato fresco, fruttato ed ha mantenuto la caratteristica della finezza. Un buon rosato. Voto 88/100;

Tenuta Adamo l’Agnesa 2020. Sangiovese lucchese 50%, Cabernet Sauvignon 10% e Merlot 40%. Fermentazione in inox per poi affinare in botte grande per 8 mesi. I riflessi violacei riscontrati sono sintomo di gioventù. Al naso ha prevalso il fruttato con rimandi erbacei per poi adagiarsi su leggere note speziate (dovute alla poca permanenza in botte). Al palato tannini vispi, non molto addomesticati (forse il tempo lo farà). Buono il collegamento tra acidità in punta e sapidità finale sorrette ambedue da un buon apporto di polialcooli. Vino che definirei gastronomico. Voto 88/100;

Tenuta Adamo Macenere 2020. Sangiovese lucchese 100%. Dopo la fermentazione in inox sosta 18 mesi in botte grande ad affinare. All’olfatto il classico fruttato composto da mirtilli, amarene, ciliegie, preceduto da soffi leggeri di floreali macerati fatti da viole mammole. Al palato ha mostrato tutta la forza del Sangiovese di quelle parti. Ottimo, voto 89/100.

Devo dire che la visita al banco della Tenuta Adamo si è dimostrata interessante nel ricordo di quanto si produceva prima e quanto “questi bravi ragazzi” producono adesso. Da seguirne l’evoluzione nel tempo! Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 12 marzo 2023

Tenuta Adamo
Via per Camaiore 6115,
Lucca (LU)
Tel.: +39 380 3716078

E-mail: info@tenutaadamo.it

www.tenutaadamo.it