Stefano Accordini. Vigneto Il Fornetto. (foto aziendale)

La Cantina Stefano Accordini nasce ufficialmente negli anni Settanta, quando Gaetano Accordini padre di Stefano, acquistò il primo vigneto “Il Fornetto”, realizzando così il proprio sogno.

Da quel momento la cantina è sempre stata gestita dalla famiglia passando da padre in figlio acquistando vigneti e apportando importanti miglioramenti qualitativi alle procedure di vinificazione.

La Cantina Stefano Accordini. (Foto aziendale)

Negli anni 2000 la famiglia Accordini sceglie di spostare la produzione vinicola in alta Valpolicella Classica, creando vini di eccellente qualità e dalle caratteristiche inconfondibili, grazie alla particolarità del terreno e delle condizioni climatiche.

Scegliere la viticultura di montagna, si rivelò vincente così la famiglia procedette con la costruzione della nuova cantina. Oggi i vigneti dell’azienda vengono coltivati con metodo biologico e l’intera azienda viene condotta con una particolare attenzione alla sostenibilità e la salubrità ambientale.

La degustazione

Scendo in cantina con un unico desiderio: degustare un vino che possa donarmi calore al cuore, profondità al sorso, che mi coinvolga ed impegni in una riflessione interessante e affascinante.

La mia scelta ricade su Amarone della Valpolicella Docg, vigneto “Il Fornetto” 1997 Stefano Accordini.

Salgo le scale con la mia “scelta” ed un calice ampio in mano che mi aiuterà ad ottenere un’ottima ossigenazione del vino, ho scelto di non decantarlo e di proseguire diretto verso il bicchiere.

Apertura della bottiglia con cavatappi a lamelle, strumento indispensabile quando dobbiamo approcciare a vini con qualche anno sulle spalle e quindi con tappi che potrebbero andare incontro a rottura determinata dall’età.

Il tappo è integro, verso il vino nel calice, aspetto qualche minuto e nel contempo lo osservo attentamente: rosso granato intenso, caratterizzato da una bella vivezza e una bella consistenza, un vino seducente ed affascinante.

Al naso è potente, di grande personalità, parte con note delicate di rosa appassita, ciliegia sottospirito, marmellata di more ed un richiamo netto all’autunno fatto di un sottosbosco con tartufi bianchi e funghi essiccati, seguono note balsamiche e speziate dove spicca il sentore di pepe nero e liquirizia, con una chiusura al cioccolato fondente.

Al palato è ricco, il sorso è pieno, suadente, caldo, morbido, vellutato con un tannino dalla trama setosa che accompagna il finale con una lunghissima persistenza. Sorprendente è l’equilibrio di questo amarone!

Il sorso è pieno, possente, accattivante ma anche di facile beva nonostante l’importante alcolicità testimoniata da un titolo alcolometrico pari a 16°.

Un vino, che storicamente nasce da un errore, che oggi sa parlare in maniera franca e sincera. VOTO 95/100

Emiliano Penco