Il Sangiovese nel cuore

È stata la vigna del Calestaia l’inizio dell’avventura Roccapesta nell’ormai lontanissimo 1974.

È stata la svolta nel meno lontano 2003 quando Leonardo e Alberto Tanzini, divenuti proprietari, capiscono le potenzialità del territorio e decidono la strategia di produrre vino abbandonando quella che era stata fino a quell’anno la quantità per dedicarsi alla qualità. Reimpianto di 8 cloni diversi di Sangiovese affiancando al già presente Ciliegiolo vitigni di Alicante, Pugnitello, Syrah e Petit Verdot.

Ma l’elemento più importante, dando un senso rilevante, fondamentale, è stato il formare una squadra lavoro “che ancora oggi permette all’azienda di ottenere risultati tra i migliori della Denominazione Morellino di Scansano”.

Infine l’arrivo del 2015, l’anno dei riconoscimenti. 10 anni di cammino per raggiungere le vette delle maggiori guide italiane e internazionali.

“La storia di Roccapesta è la storia di un’azienda legata al proprio territorio in un luogo, la Maremma Toscana, dove la natura conserva un fascino selvaggio e gli opposti si attraggono”.

Questo l’inizio di un lungo dialogo con Alberto Tanzini in un assolato pomeriggio maremmano dove la visita in vigna chiedeva refrigerio nella più comoda visita in cantina.

“Il fuoco dell’Amiata si tocca con le onde del Tirreno, le rocce si mescolano alle argille, gli sforzi del nostro lavoro quotidiano si alternano alla spensieratezza dei giorni di festa. Il Sangiovese di queste parti;  un rapporto d’amore che culmina nelle grandi annate e fatica in quelle difficili dove si trasforma in una fidanzata annoiata alla quale è difficile ridare il sorriso dell’amore”.

In tutto questo è racchiusa la visione di Roccapesta: il Sangiovese nel cuore.

I tre aspetti fondamentali del Sangiovese coltivato a Roccapesta:

Sangiovese nel cuore. “Un rapporto fatto d’amore e passione, che si esprime nelle grandi annate con il suo fascino femminile. Delicato e bisognoso di attenzioni finchè è frutto, morbido e sensuale una volta trasformato in vino”.

Sangiovese nell’animo. “Riflette l’animo maremmano. Dove la gente ama le proprie contraddizioni. Radici comuni ancorate nelle tradizioni per affrontare stereotipi di chi la Maremma non la conosce dentro”

Sangiovese nel terroir. “ Ogni anno iniziamo un viaggio emozionante, alla ricerca della migliore espressione di questa uva nei nostri terreni compresi tra mare e monti, vulcani spenti e colline che si perdono all’infinito”.

La nostra conversazione continua seduti al tavolo degustazione per ricercare nei calici dei vini prodotti quella filosofia legata alla ricerca instancabile della produzione, migliore espressione del sangiovese di Scansano.

Ribeo 2015. Sangiovese 93% e 7% di Alicante. “Lo bevo e lo ribevo, lo beo e lo ribeo”. Quindi Ribeo con la “e” chiusa. Il Morellino nella sua forma più classica. Lieviti indigeni e percorso in inox e cemento. Il frutto in evidenza  con una alcolicità di tutto rispetto, 14,5%. Buono, Voto 86/100

Roccapesta 2015. Sangiovese 96% e Ciliegiolo 4%. Il vino che rappresenta l’Azienda. Se pur giovane rivela tutta la sua classe. Un mix di purezza e precisione avvolto in una misurata eleganza. Un anno di tonneaux. Ottimo, voto 89/100

Roccapesta 2007. L’evoluzione nel tempo. Bello, bello, bello!!! Completo, di carattere. Trama tannica serrata, godibile e goloso tanto da richiederne un’ altro sorso. L’espansione al palato è risultata profonda. Eccellente, voto 92/100

Calestaia 2011 Riserva. Sangiovese in purezza. Vigna vecchia, la preferita da Alberto. Sviluppo ben ritmato del sangiovese dove trovi la potenza del territorio e la complessità estratta.  48 mesi di affinamento di cui una buona parte in botti da 25 ettolitri. Un vino ancora in fase scalpitante ma di sicura prospettiva nel tempo. Eccellente. Voto 93/100

Calestaia 2007 Riserva. L’evoluzione del Morellino.  Abbiamo dovuto attendere e rotearlo nel bevante con maniacale cura. L’attesa si è dimostrata portatrice di emozioni. Autentica rarità espressiva, ricco nel corredo aromatico intenso dell’evoluzione del Sangiovese di quelle parti. Un vino tridimensionale. L’aspetto visivo invitante, olfattivo profondo nei terziari, gusto-olfattivo che si perde nell’infinito della persistenza. Eccellente, voto 94/100

Infine l’assaggio di un Pugnitello 2014 come new entry e studio di un autoctono che in Maremma ha trovato un suo habitat particolare.

Dopo gli assaggi mi sono chiesto: ”Anni di Morellini tutti uguali, senza anima. Questo da dove esce?”.

La risposta di Alberto: ”l’abilità sta nel capire le viti, nell’interpretare i loro segnali, nel dare loro equilibrio. Diamo forma al loro carattere interpretando la natura e rispettando la tipicità di un ambiente straordinario”Chapeau!

Urano Cupisti