Roberto Rondelli: trasformare in qualcosa la vendemmia.
Con Roberto Rondelli ci eravamo incrociati diversi anni fa. Poi è passato un lungo periodo prima della mia decisione di andarlo a trovare a Brunetti, piccola frazione del Comune di Camporosso in quel lembo estremo della Liguria vitivinicola ad un tiro di schioppo dal confine con la Francia. Terra di Rossese, Pigato, Vermentino. Doc Rossese di Dolceacqua e Doc Riviera di Ponente.
Piccola azienda a conduzione familiare immersa in un mare di boschi che preservano fazzoletti di vigneti che, a loro volta, danno origine a vini rossi di buona struttura, di notevole componente alcolica, con tannini decisi, eleganti, dai lunghi affinamenti nel tempo (in particolare la tipologia Rossese Superiore).
Ed i bianchi? In questa zona vi sono ristagni d’acqua sulfurea che, in alcuni casi, possono trasmettere particolari sensazioni olfattive rendendo i vermentini e i pigati vini unici.
I numeri: 3,5 ettari complessivi per una produzione che si attesta su circa 25.000 bottiglie su base annua.
Di tutto questo ne ho parlato con Roberto Rondelli, giovane vigneron che da sempre porta con slancio la divisa di appassionato viticoltore.
“Roberto Rondelli è il mio nome ed è il nome della mia piccola azienda che nasce quando ero ancora diciottenne e decido di seguire i miei sogni. Nel 2000, con l’aiuto di mio padre Danilo, ho iniziato a piantare le prime vigne di Rossese di Dolceacqua (in prevalenza), Vermentino e Pigato. Nel 2009 ho vinificato per la prima volta in una cantina presa in affitto nel vicino paesino di Dolceacqua”.
Roberto, certo la storia è importante e le radici rappresentano i validi sostegni della propria filosofia di lavoro. Parlami della tua idea oggi di fare vino.
Mi risponde mentre percorriamo un sentiero che porta dall’attuale cantina in località Brunetti ad alcuni vigneti avvolti dai boschi di macchia mediterranea: “La mia idea di vino si compone di cura, passione e attrazione per la vigna da un lato e desiderio di fare un vino che rappresenti e comunichi il territorio al meglio, dall’altro. Sono nate così le prime etichette, che si raccontano tutt’oggi attraverso le prime vinificazioni cresciute nel tempo grazie all’esperienza, alle scelte, alle consapevolezze, vendemmia dopo vendemmia”.
Cerco di scavare nel suo profondo per interpretare e definire i modi del suo pensare, del suo conoscere e dell’agire. Idee e convinzioni sulle quali fonda la sua concezione di produttore.
“La terra è solo presa in prestito, adotto i principi del biologico e metto in pratica alcuni concetti della biodinamica, ho cura della mia terra. Porto a poco a poco gli stessi concetti anche in cantina, limitando al massimo l’utilizzo di solforosa, utilizzando solo lieviti indigeni”.
È un linguaggio il suo, semplice e diretto, che permette di comprendere il suo agire quotidiano.
“La vendemmia viene svolta in più fasi, separando zone e maturazioni differenti delle uve, e le masse vengono tenute divise fino all’assemblaggio finale. Il tempo è l’alleato principale, sia per la tempestività di alcuni interventi in cantina, sia per l’attesa di una perfetta maturazione. Ed infine l’affinano per circa un anno in più rispetto alla tendenza del mercato, mentre il Migliarina, il suo rosso tutto in legno, attende almeno 4 anni dalla vendemmia, affinando due anni in legno e due in vetro”.
Gli assaggi
Roberto è giunta l’ora della verità, il momento degli assaggi.
Sorride il vigneron come dire: non ti deluderò.
L’inizio degli assaggi è per i campioni di vasca:
– Vermentino in crescita;
– Pigato già su buoni livelli;
– Rossese un neonato spigliato.
– Pigato 2020, ottimo, voto 88/100;
– Vermentino 2015 ottimo, voto 89/100.
Infine gli assaggi importanti:
– Vermentino 2017 (vigna del nonno Pepin). Raccolta ritardata, 2 anni in legno, produzione limitata a 300 bottiglie. Vinificazione alla francese. Un vino da meditazione. Eccellente, voto 90/100
– Arenarie 2019, Rossese Dolceacqua percorso solo in inox. Ottimo, voto 88/100;
– Marne Blu 2019, Rossese Dolceacqua, 10 mesi in barrique. Ottimo, voto 89/100;
– Migliarina 2015. Rossese Dolceacqua da un unico vigneto. 24 mesi in legno e 24 in bottiglia. Trama tannica serrata e coinvolgente dinamica gustativa. Eccellente, voto 90/100;
– Migliarina 2013. Rossese Dolceacqua. La dimostrazione come questo vitigno dia origine a vini longevi.
Profumi intensi, ricco di sentori fruttati con sensazioni diffuse speziate. Caldo e strutturato ha raggiunto un ottimo equilibrio gustativo. Armonico. Eccellente, voto 90/100.
Ho letto da qualche parte che meritano il viaggio all’azienda Rondelli: il territorio profumato e selvaggio ottimale per passeggiate all’aperto e i vini, di alto valore qualitativo.
Aggiungo: l’entusiasmo di Roberto che trasmette positività.
I vini di Roberto mi hanno colpito per eleganza su tutta la linea che tende a non aggiungere niente che non venga dalla vigna.
E quel Migliarina di grande spessore in grado di sfidare il tempo. Chapeau!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 24 luglio 2021
Roberto Rondelli
Località Brunetti, 1
Camporosso (Im)
Cell: 328 0348055