Straordinariamente insolito

Inizio questo 2017 con  “Ritorno a Valdonica”.

Non un ritorno presso l’Azienda, ma riportare le degustazioni fatte a Maremmachevini, la prima edizione organizzata dal Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, svoltasi a Grosseto nell’Ottobre scorso.

Un “ritorno a Valdonica” diverso in una location dove le caratteristiche climatiche, pedologiche e morfologiche si sono confrontate rendendo unici i vini prodotti nell’intera Provincia di Grosseto.

Valdonica ne rappresenta una parte; quella vulcanica (il vulcano di Sassoforte in attività fino a 20 milioni d’anni fa) e allo stesso tempo sabbiosa, argillosa con presenza di pirite e quarzo gessoso. Quella montuosa (circa 500 metri s.l.m.) nei pressi di Roccastrada come ultimo lembo delle Colline Metallifere ma già Maremma a tutti gli effetti.

Una Maremma diversa, straordinariamente insolita dove la vicinanza del mare favorisce i venti che asciugano le vigne e portano la dovuta salinità.

L’assaggio dei quattro vini, due a denominazione Maremma Doc e due Maremma Igt, se pur assaggiati e recensiti durante la visita aziendale nel dicembre del 2015, hanno avuto un impatto diverso per il loro ruolo di rappresentanti di un’area all’interno della grande famiglia dei vini maremmani.

Il Vermentino Bellarino Doc, il Sangiovese Saragio Doc, il blend bianco di Vermentino Trebbiano e Malvasia Mersino Igt, il blend a bacca nera Sangiovese e Cabernet Arnaio Igt.

Allora, nel dicembre del 2015, la concentrazione negli assaggi fu rivolta alla Doc Monteregio-Colline Metallifere e la ricerca olfattiva anziché gustativa portò al riconoscimento della  presenza vulcanica anche se limitrofa. Trovai il Sangiovese frutto di una terra dissimile, discorde dal Sangiovese che tradizionalmente conosciamo. A Grosseto ho ritrovato, nel Saragio, le stesse differenze, diversità ma in un contesto insolito, a rappresentare i vini di montagna nell’ambito  generale dei Vini maremmani. Più a casa sua.

Accompagnato nella degustazione da Davide De Ranieri, direttore aziendale, ho nuovamente riassaggiato i vini consapevole dei nuovi parametri alla ricerca  dell’ambiente diverso, aggregato al grande territorio della Maremma Toscana.

Maremma Toscana Doc Bianco 2013 “Ballarino” L’ottimo Vermentino assaggiato allora in anteprima e oggi con un anno in più di affinamento. Macerazioni lunghe, affinamenti con malolattica in barriques e tonneaux. Giallo dorato ha lasciato sulle pareti del calice vistose tracce di polialcoli. Al naso il passo è stato di quelli complessi che non si limitano ai floreali e fruttati ma ad eleganti nuances di affinamento. Al palato una vena acido-sapida ha attraversa la lingua mentre i polialcoli hanno accarezzato le parti laterali.  Persistente. Ottimo Voto 89/100
Maremma Toscana Doc Rosso 2012 “Saragio”. Colore Rubino luminoso. Macerazioni sulle bucce e affinamento in barriques. Un bel naso dove i fruttati di piccoli frutti rossi sono risultati avvolti in un manto speziato. Al palato i tannini fini, non invadenti hanno reso questo vino elegante. Ottimo, Voto 89/100

Maremma Toscana Igt Bianco 2011 “ Mersino”. Il bianco classico da tavola, il vino di tutti i giorni. Semplice, vinificazione in “bianco tradizionale”, inox e voilà il gioco è fatto. Buono Voto 85/100

Maremma Toscana Igt Rosso 2011 “Arnaio”. Ancora un vino tradizionale che si è presentato con credenziali di “ottimo”. Colore rubino, naso fruttato e leggermente vegetale, palato equilibrato con tannini marcati. Ottimo, voto 88/100

Scrissi allora: “Valdonica è una gran bella realtà con una impostazione originale tanto da definirla un “Monteregio diverso”.

Oggi la sua diversità rappresenta un tassello qualificativo della Grande Maremma.

Il mio “ritorno a Valdonica”,  straordinariamente insolito.

Urano Cupisti