Maison Delord

È passato quasi un anno da quando bussai alla distilleria della Maison Delord, nel piccolo paese di Lannepax, in Guascogna. Provenivo dal Bordeaux percorrendo le numerose route, su e giù in un territorio ricco di fascino che rievoca i fasti delle avventure eroiche dei mitici moschettieri del Re tra storie e leggende.

Ai nostri tempi la Guascogna ricorda avventure, storie e leggende più enoiche che eroiche. E mi trovai a passar da quelle parti proprio alla scoperta del tesoro rappresentato dal più antico distillato francese: l’Armagnac.

Nella Rue Principal di Lannepax si trova la Maison Delord, una delle più quotate distillerie del Bas-Armagnac, considerata la migliore delle tre grandi aree di produzione (Ténarèze e Haut-Armagnac le altre due).

Devo dire che all’inizio del mio percorso nel mondo dei vini e distillati francesi ebbi difficoltà ad orientarmi se pur apparentemente semplici ma diffusamente complessi. Vuoi per le aree, zone, microzone, vuoi per le varie tipologie, in particolare per i distillati, che hanno nomi fuorvianti come Fine Champagne o Napoleon.

Apparentemente semplici a partire dai vitigni che li compongono.

Si pensi che i due più famosi distillati, il Cognac e l’Armagnac, hanno in comune vitigni come l’Ugni Blanc, il Colombard e la Folle Blanche. Le difficoltà iniziano nel capire le diverse zone e sottozone, le classificazioni e le letture delle etichette tra vendemmie, date d’imbottigliamento per conoscere il periodo trascorso in affinamento nei legni o nelle Dame-Jeannes, le nostre damigiane.

Affidai a Jerome Delord, la quarta generazione della Maison Delord, il compito di portare un po’ di chiarezza, direi razionalità, nel complesso mondo, in questo caso, dell’Armagnac.

“Per cominciare, a differenza di altre distillazioni (la parola Cognac è interdetta da queste parti), noi utilizziamo alambicchi continui, cioè alimentati da nuovo vino man mano che si distill. Non è detto che si possa utilizzare il metodo dicontinuo. Solo per l’ottenimento di prodotti destinati al grande pubblico.” L’inizio si fece interessante e la semplicità nelle argomentazioni  di Jerome aiutarono nel percorso di questo magico mondo all’apparenza illeggibile.

L’alambicco continuo Armagnacais è costituito da una caldaia, una colonna a piatti, una serpentina ed un tino refrigerante contenente vino e non acqua”. Lo ascoltai anche se il sistema era da me ampiamente conosciuto. La parte più interessante e complicata fu la successiva.

Una cosa notai e appuntai immediatamente: le continue differenze con i metodi usati nel Cognac.

Jerome cercò di farmi capire, ogni due per tre (così si recita dalle mie parti),  i due mondi completamente diversi con il continuo riferimento all’Armagnac “nato cent’anni prima del Cognac”.

“Specificità dell’Armagnac è di vederlo imbottigliato con l’anno della vendemmia insieme all’anno della messa in bottiglia. In modo da calcolare il periodo che il distillato ha percorso nelle botti di quercia guascone e/o Limousin”. Jerome mi guardò e con l’indice che si muoveva  da destra a sinistra…”Non sempre è vero: per le annate più vecchie non è detto che si sia verificato il passaggio solamente in botte. Stabilita la maturità (di solito 25/30 anni) viene travasato nelle dame-jeanne di vetro cessando così di evolvere”.

Ed allora, facendo due conti, se degusto un Armagnac che porta come data di vendemmia il 1940 e data d’imbottigliamento 2014, ho un prodotto invecchiato per ben 74 anni. Potrebbe ma non è detto. Più verosimile che il distillato abbia passato 30 anni in botte, travasato in Dame-Jeanne per non prendere troppo il gusto del legno e infine messo in bottiglia per la vendita dopo ben 44 anni. Difficile entrare nel meccanismo delle date ma una volta dentro tutto diventa più comprensibile anche se il calcolo delle probabilità è da accettare come da tradizione.

Ulteriori varianti sono la possibilità di ottenere prodotti da monovitigno (Ugni Blanc, Colombard, Baco o Folle Blanche).

Arrivò il momento dell’assaggio.

Blend di 25 anni. Aromi di vaniglia diffusa e grande ricchezza aromatica. Bas Armagnac di presentazione con la tipicità diffusa della Maison. Voto 92/100

Millesimo 1986 messo in bottiglia nel febbraio del 2016. Naso ricco di confetture d’arancia e di vaniglia, molto complesso con chiusure burrose e di cacao. Al palato sono le spezie che accompagnano il gusto. Eccellente. 94/100

Special Blend 60 – 80. Munito di una grande ricchezza aromatica. Anche questo porta in evidentza l’impronta della Maison Delord. Mi colpì in modo particolare. Chapeau! Voto 95/100

XO Premium + 20 anni. Ritrovi le delicate note agrumate, di cacao, di caramello e di noisette. Elegante ed eccellente. Voto 93/100

Devo dire una grande, bella, interessante esperienza  in una parte della Francia leggendaria e misteriosa alla scoperta di un distillato che nasconde, nelle proprie tradizioni, la sua celebrità. Chapeau!

Urano Cupisti

 

Nella foto in alto: Jerome Delord spiega il territorio dell’Armagnac