Era il lontano 1998. Avevo organizzato un giro d’istruzione per addetti ai lavori all’edizione biennale dei Grands Jours de Bourgogne e con noi era presente la futura Lady Sassicaia, ovvero Graziana Grassini, oggi personaggio rampante dell’enologia nostrana. Fu proprio lei ad intavolare, nel corso della visita all’azienda, una discussione sulla vinificazione del pinot nero con Vincent Geantet, il quale, alla fine, fece omaggio alla giovane tecnica italiana di una bottiglia prestigiosa. Lo vedemmo scomparire in una cantina buia e annerita dal tempo e ritornare con una bottiglia decorata di una spessa coltre di muffe scure.

Rivolsi a Graziana uno sguardo molto intenso e pieno di significati e lei non poté esimersi dal promettermi che avremmo stappato quella bottiglia insieme per festeggiare un successo professionale.

Sono passati 14 anni, i successi professionali della Dottoressa si sono susseguiti uno dietro l’altro, ma finalmente abbiamo trovato l’occasione giusta per togliere il tappo e per toglierci i dubbi che quelle muffe ci avevano provocato al primo sguardo.

Con l’aiuto di Simone Cavallini, patron ed esperto sommelier di Vinalia in Cecina, il tappo ormai atrofizzato è stato rimosso ed il vino decantato. Già in quel momento ci siamo osservati con sguardi stupiti: nell’aria si era diffuso un intenso profumo di cacao amaro e tabacco, una speziatura decisa e accattivante ed abbiamo cominciato a pensare che quanto a sorprese ne avremmo avute solo di positive.

Dopo circa un’ora è arrivato il momento della degustazione: un sogno.

Il colore era un granato intenso e vivo, molto trasparente, ma senza cedimenti verso toni gialli. Una riflessione gioiosa della luce che dava un’idea dell’acidità viva e scattante del vino.

Al naso ecco i profumi di cacao amaro manifestarsi con prepotenza, accompagnati da note di legno tropicale, di tabacco biondo, pasta di oliva, il tutto condito da accenni balsamici e mentolati.

In bocca la freschezza acida bilanciava una carnosità di discreta forza, la progressione dei sapori era dinamica e continua fino ad un finale di grande lunghezza. Un vino di un’eleganza ed una piacevolezza degna di un fuoriclasse, di un grand cru quale in effetti è, un vino perfettamente vivo ed in grado di resistere ancora a lungo all’attacco degli anni.

Conosco bene i vini di questo produttore e devo confessare che in alcuni casi l’introduzione di nuove tecniche compiuta alla fine degli anni ’90 aveva modificato lo stile asciutto dei suoi vini verso una ricerca di modernità e internazionalità non sempre convincenti. Oggi comunque questo stile è rientrato in binari più rigorosi, con vini gustosi nell’immediato e comunque classici nel profilo globale.

Il vino di Borgogna è un essere complicatissimo, a volte affascinante, a volte deludente. Ma quando si ha a che fare con un quarantenne di questa razza allora la convinzione che siamo di fronte ad un terroir straordinario si fa assoluta certezza.

Per la cronaca: lo Charmes lo abbiamo sposato con una spigola al forno di 6 kg, ed in particolare con la testa. Tanto per non smentire la mia fama di “Gallinella e Masseto”.

Domaine Geantet-Pansiot

3 route de Beaune

21220 Gevrey-Chambertin

www.geantet-pansiot.com

Paolo Valdastri