L’invito di Antonio Farina di Podere Fedespina a calpestare le sue vigne ed assaggiare le nuove annate, rappresenta per me una “chiamata” ad interpretare un territorio in continua trasformazione.

La Lunigiana, da anni area viticola sconosciuta ai più, grazie a produttori come Antonio “che hanno trovato in questi luoghi un grande amore”, è divenuta oggi terra di vini in rapida trasformazione verso l’eleganza, finezza, fragranza.

Insieme al figlio Matteo, adesso a tempo pieno in azienda, mi hanno ricevuto in quel di Mulazzo, alta Lunigiana, ad un tiro di schioppo da Pontremoli, in un caldo mattino di agosto.

Vigneti collinari dove Merlot e Ciliegiolo, insieme all’ultimo arrivato Pinot Nero, formano “due climat” molto differenti tra loro.

Podere Fedespina. Una vigna

È stato Matteo ad aggiornarmi sulla consistenza dei vigneti e quanto di nuovo sta nascendo al Podere Fedespina: i progetti futuri.

“Consideriamo i nostri vigneti come giardini e come tali li curiamo. Nel 2003, mio padre Antonio insieme a mia madre Mirta, decisero di rinnovare il vigneto di fronte al Podere  reimpiantando, come progetto pilota, Merlot  e Ciliegiolo, adatti ad esprimere il territorio in tutte le sue caratteristiche”.

E del progetto Pinot Nero nell’Alta Lunigiana?

“Il tutto è nato dall’acquisizione di una parte di un prestigioso vigneto situato sull’altra sponda del fiume Magra. Collocato in una valle aperta detta Valle di Caprio dove sullo sfondo c’è il Monte Orsaro (1831 mt). In quella vigna, oltre 40 anni fa, il proprietario sperimentò Pinot Nero  per la produzione di spumante metodo classico”.

Faccio presente a Matteo che seguo quell’impianto dalla sua acquisizione, anno 2014, conoscendone l’evoluzione, credendo fermamente nella buona riuscita dell’esperimento. Un vigneto che abbina la leggera pendenza ai suoli particolarmente fertili, a una eccellente esposizione, ben ventilato, con un terreno di origine alluvionale con presenza significativa di argilla e limo.

Podere Fedespina. Francesco Petacco, enologo

“Oggi “F”, nome del vino inteso come Fedespina, ha affiancato le altre etichette,  rappresentando quella considerata CRU aziendale”.

Ci ha raggiunti Francesco Petacco, agronomo ed enologo che, con entusiasmo, condivide le finalità aziendali fornendo la sua preziosa consulenza su tutta la filiera produttiva.

“Dal punto di vista agronomico nessun erbicida né diserbante, lavorazioni al minimo. Solo una cura manuale nel massimo rispetto dell’ambiente. Le concimazioni vengono fatte utilizzando solo concimi vegetali per agricoltura biologica.

Non ci definiamo biologici, ma cerchiamo di operare una viticoltura di precisione e qualità dove ogni intervento è ponderato al minimo della dose necessaria, per ottenere un’uva sana e migliore dal punto di vista organolettico”. È Francesco che parla illustrando il suo lavoro sia in vigna che in cantina.

“Il vigneto di fronte al Podere, dove produciamo Spinorosso ( un rosso 60% Merlot e 40% Ciliegiolo) e il Ca’ ( Merlot 100%), ha due vocazioni e questo ci ha permesso di orientare la produzione su due vini con anime diverse. Questa scelta è frutto delle micro vinificazioni e anche delle analisi del terreno. Al momento della vendemmia l’uva viene raccolta e selezionata a mano in piccole cassette. Vendemmia che effettuiamo solo al mattino in modo da portare il frutto in cantina (dove viene ulteriormente selezionato) ad una temperatura bassa per non pregiudicarne gli aromi”.

Podere Fedespina, il logo

Ed in cantina, i procedimenti?

“In cantina lo stesso atteggiamento rispettoso che abbiamo nel vigneto. L’ uva viene diraspata e pigiata delicatamente in modo che parte degli acini vadano interi dentro le vasche di cemento.

La successiva pigiatura soffice è seguita da interventi di rimontaggio e follatura altrettanto soffici in modo da estrarre solo la parte più nobile dei tannini. Utilizziamo vasche di cemento perché le riteniamo ideali per le loro capacità isolanti e igieniche. A fine fermentazione alcoolica, teniamo caldo il vino in modo da indurre in maniera naturale la fermentazione malolattica, finita la quale, a seconda della tipologia di vino che vogliamo realizzare, segue un affinamento diverso”.

Che tipi di legno usate per gli affinamenti?

È sempre Francesco a rispondere. “Nella scelta dei legni poniamo particolare attenzione cercando stabilità e non sapore. Usiamo contenitori da 300 litri di legno francese con diverse stagionature e tostature. Le barriques vengono scelte in funzione delle caratteristiche del vino e non il contrario”.

Gli assaggi

Era giunto il momento degli assaggi. Antonio aveva predisposto il banco posizionando nove campioni, compreso un bianco new entry nelle etichette Fedespina.

– Bianco, Igt 2020. Vermentino, Chardonnay e Durella. Vigneto di 50 anni su terreni composti da argille e sabbia. Aperto e fragrante con rimandi fruttati lasciando il palato impregnato di vitalità. Vino ancora in costruzione;

– Bianco Igt 2019. Sinuoso per la presenza di chardonnay. Interessante. Da seguire con attenzione. Ottimo, voto 88/100;

– Spinorosso 2017, il vino aziendale del Podere Fedespina. Merlot 60% Ciliegiolo 40%.  Macerazione delle bucce per 12 giorni a temperatura tra i 22-27° in vasche di cemento. Svinatura e macerazione post fermentativa per 3 giorni con il vino ancora caldo. Avvio della fermentazione malolattica. 24 mesi di affinamento in cemento. Vino prodotto per una facile beva. Riuscitissimo per questo scopo. Ottimo, voto 86/100;

– F come Fedspina 2016. Pinot Nero 100%. Prodotto da viti di oltre 40 anni. Terreno argillo-calcareo con una significativa presenza di sabbia e limo. Macerazione sulle bucce per 20 giorni a temperatura tra i 22-27° in vasche di cemento. A svinatura avvenuta si stimola naturalmente la fermentazione malolattica. Affinamento in barriques per 15 mesi. Ulteriore affinamento di 12 mesi in bottiglia. Classe e complessità a tutto tondo. Al palato convive con un tatto carezzevole. Persistenza lunga. Eccellente, voto 92/100;

Podere Fedespina. Vini assaggiati

– F come Fedspina 2017. Pinot Nero 100%. Stesso percorso del precedente. Vino di carattere. Eccellente, voto 91/100;

– F come Fedspina 2018. Pinot Nero 100%. 30%/40% di raspi. Stesso percorso del precedente. Eccellente, voto 90/100;

– Ca’ 2014.  Merlot 100%. Terreno calcareo, ricco di ciottoli e povero costringendo la vite ad approfondire le sue radici alla ricerca dei minerali “nascosti” che donano eleganza e austerità al vino Ca’. Macerazione sulle bucce per 25 giorni a temperatura tra i 22-27° in vasche di cemento. A svinatura avvenuta si stimola naturalmente l’avvio della fermentazione malolattica sempre in vasche di cemento. Affinamento in barriques da 300 litri per 15 mesi, più altri 9 mesi di riposo in vasche di cemento. Affinamento in bottiglia 24 mesi. Non ha raggiunto l’eccellenza. Denota una struttura con segni di inizio di decadenza. Ottimo, voto 89/100;

– Ca’ 2015. Tutt’altro racconto. Stesso percorso in cantina. Sprigiona un’incantevole complessità aromatica fatta di rimandi continui. Una delizia. Eccellente, voto 91/100;

– Ca’ 2016. Trasuda austera ed aerea finezza che definirei commovente. Averne! Eccellente, voto 93/100.

Ancora una volta “ho fatto centro” nel visitare Podere Fedespina. Al prossimo immancabile appuntamento per scoprire nuovi segreti di Mirta, Antonio, Matteo e Francesco. Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata il 18 agosto 2021

Podere Fedespina
Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, 35
Mulazzo, Frazione Arpiola, Alta Lunigiana (MS)
Tel: +39 0187 439610 | +39 328 5827845 | +39 338 5052991

info@poderefedespina.it

www.poderefedespina.it