“Dai lunghi anni di studi territoriali sugli antichi vigneti di famiglia, tra i quali si snoda la via Francigena, sono nate molte delle mie idee alcune trasformate in progetti portati avanti con caparbietà, contro tutti, spinto dalla grande passione per il vino e il territorio”. Così mi ha dato il benvenuto Leonardo Beconcini in un torrido pomeriggio di luglio.

“Dagli scontri con mio padre che non voleva abbandonare la strada della tradizione, alla continua voglia di apprendere, fare cambiamenti, dare coerenza alle scelte fatte. Tutto questo mi ha portato ad essere un apripista innovativo in un territorio desideroso di mostrarsi al grande pubblico con i suoi tesori, alcuni dei quali, nascosti da troppo tempo”.

La Storia

Famiglia di mezzadri alle dipendenze dei Marchesi Ridolfi, i Beconcini riescono, negli anni cinquanta, ad acquistare i terreni.  Da prima il continuare in proprio il lavoro di mezzadria polivalente per poi restringere le produzioni al solo olio e vino.

Oggi Leonardo, nella consapevolezza delle scelte fatte, continua nella ricerca del giusto equilibrio: non rinnegare il passato ma, nello stesso tempo, dare nuova linfa al territorio di San Miniato.

Insieme a Leonardo Beconcini

Oggi questo paese posto a mezza via tra Pisa e Firenze cala il suo poker d’assi, i tesori tenuti nascosti da tempo:Tartufo Bianco, Sanforte (vitigno autoctono), Tempranillo, Spumanti.

Leonardo Beconcini ne è uno degli artefici per aver creduto nel suo Asso: il Tempranillo.

TEMPRANILLO

“Sicuramente la Via Francigena che attraversa i miei vigneti è all’origine della presenza di questo particolare vitigno. La tecnica di quei tempi era la propagazione della vite per seme. E questo è avvalorato dai risultati delle ricerche successive che portano alla presenza del tempranillo di origine spagnola”.

Leonardo lo definisce Tempranillo Toscano perché è un vitigno che è presente a San Miniato da secoli  mutando il suo particolare patrimonio genetico.

“Questo vitigno produce uve di grande versatilità, adatte all’ottenimento di vini da grande invecchiamento vuoi per la notoria morbidezza che lo contraddistingue, vuoi per l’acidità toscana e la mineralità dei nostri terreni”. Appunto i terreni.

TERRENI

Un blend straordinario è il risultato della composizione dei terreni dell’intera zona di San Miniato. Dall’argilla bianca, al calcareo, al fossile di età pliocenica, all’arenaria.

Nicchia

“Conchiglie di ogni dimensione ed in quantità tali da costituire lo scheletro vero e proprio del terreno, sabbie fini in strati sottili, fertili man mano che si scende in profondità. Da qui il bisogno di diversi anni perché le radici arrivino fino là  per nutrirsi”.

CANTINA

“Il vino si fa in vigna. Mai condizionare il risultato ottenuto sulla pianta. Lieviti indigeni, operazioni semplici nella vinificazione e per alcuni prodotti l’uso del legno che non deve interferire nello spettro aromatico”.

GLI ASSAGGI

Pietro Beconcini Chianti Riserva vecchio stile 2015

Note aziendali: UVAGGIO: Sangiovese (85%) Canaiolo (15%).  SISTEMA DI ALLEVAMENTO: Cordone speronato. ETA’ DELLE VITI: 50/65 anni. NATURA DEL TERRENO: Argille Bianche calcaree a PH alto con scheletro formato da conchiglie fossili di età pliocenica. ALTITUDINE: 100-150 mt. S.l.m. VINIFICAZIONE: In cemento con lieviti indigeni  e macerazione sulle vinacce di 21 giorni. MATURAZIONE: In botti di Rovere Slavonia per 18 mesi. AFFINAMENTO: 8 mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni: Vino focalizzato sul fruttato per poi aprirsi su terziari speziati. Apprezzabile tensione gustativa che lo proietta nell’eccellenza. Eccellente, voto 90/100

Reciso 2015

Note aziendali:  UVAGGIO: Due cloni di Sangiovese selezionati in azienda. ETA’ DELLE VITI: (30%) 45 anni, ( 70%) 25 anni. SISTEMA DI ALLEVAMENTO: Cordone speronato. NATURA DEL TERRENO: Argille Bianche calcaree a PH alto con scheletro formato da conchiglie fossili di età pliocenica. ALTITUDINE: 200-250 mt. S.l.m. VINIFICAZIONE: In cemento, con lieviti indigeni e macerazione sulle vinacce di quattro settimane. MATURAZIONE: In Botti di Rovere slavonia per 24 mesi. AFFINAMENTO: 12 mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni:  Il suolo sottile marino e profondo garantisce sapida eleganza e prospettive di invecchiamento. Eccellente, voto 91/100

Vigna alle Nicchie 2012

Note aziendali:  UVAGGIO: Tempranillo 100%. ETA’ DELLE VITI: Circa 100 anni. SISTEMA DI ALLEVAMENTO: Cordone speronato NATURA DEL TERRENO: Argille Bianche molto compatte, con scheletro composto prevalentemente da fossili marini di età pliocenica e con un’alta complessità minerale. ALTITUDINE: 100-150 mt. S.l.m. appassimento per quattro settimane con una resa del 70%. VINIFICAZIONE: In cemento, con lieviti indigeni e macerazione sulle vinacce di sei settimane. MATURAZIONE: In botte piccola in Rovere francese per 24 mesi. AFFINAMENTO: 24 mesi in bottiglia

Le mie considerazioni: La ricerca. La constatazione di essere di fronte ad un vino blasonato la si ha nel constatare il suo titolo alcolometrico volumico simile ad un Sfursat della Valtellina o un Amarone della Valpolicella. Superiore al 15%. L’esposizione, il terreno vero e proprio giacimento di conchiglie (le Nicchie), i vitigni di tempranillo vecchi più di cent’anni, fanno di questa vigna quella che i francesi chiamano climat, luogo ideale per ottenere rossi eleganti e di struttura. Vigna alle Nicchie, profilo in equilibrio tra frutto, freschezza, spezie e mineralità. Semplicemente armonico. Eccellente, voto 94/100

Inoltre ho assaggiato:

Fresco di Nero 2016, tempranillo su bucce. Ottimo 87/100

Antiche Vie 2017(campione di vasca)

Maurleo 2016. Sangiovese e Malvasia Nera 50/50.  Ottimo, voto 88/100

Ixe 2016. Tempranillo. Entra nelle eccellenze, voto 90/100

Aria, Vin Santo Occhio di Pernice 2008 e Caratello, Vin Santo tradizionale 2008. Vini non giudicabili, da bere in meditazione e gioire sorso dopo sorso.

 “Credo di poter dire che la pazienza e la cautela con cui ho intrapreso il lavoro di ricerca sul campo siano l’effettiva chiave per il lavoro futuro.

I miei più importanti risultati? Capire le potenzialità dei miei terreni, lo studio clonale del Sangiovese, la scelta di accompagnare il Sangiovese con Malvasia Nera, aver individuato la presenza del Tempranillo”. Parola di Leonardo Beconcini. Chapeau!

 Urano Cupisti

 Visita effettuata il 17 luglio 2018

 

Pietro Beconcini Agricola

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