Un progetto familiare mosso da una unica passione: la viticoltura

Il progetto l’ho intuito, percepito dalle prime parole che ho scambiato con Francesco Motta, uno dei fratelli che attualmente gestiscono l’azienda sita nella parte pedemontana a sinistra del fiume Adige, nella frazione Gleno, a Montagna (Alto Adige). Non è stato facile per una famiglia “romana” fare “armi e bagagli”, trasferirsi da queste parti e iniziare una convivenza con una comunità così lontana, diversa, con usi, costumi, lingua, tradizioni, dissimili. Oggi è tutto superato e i “romani altoatesini” sono consci di aver fatto, a suo tempo, la scelta giusta, mossi dalla grande passione per la viticoltura ed in particolare quella di montagna.

Gleno è una frazione del Comune di Montagna a 550 m s.l.m. posto sul pendio soleggiato del Monte Cislon. Caratterizzato da boschi e vigneti, Gleno si trova lungo una piccola strada che conduce a Trodena. Oltre la valle, vediamo i ruderi di Castel Kaldiff e i famosi vigneti di Mazzon (comune di Egna), zona particolarmente vocata e conosciuta per il Pinot Nero.

Non si tratta di un paese classico con un vero centro, ma di un insieme di case e aziende agricole sparse tra i vigneti. Sotto la frazione c’è la Valle dei Molini, sopra il Maso Thaler ricordato oggi per la presenza della famiglia Motta e la loro viticoltura, ieri per essere stata la dimora di un personaggio controverso di nome Ettore Tolomei “inventore” di molti dei toponimi in lingua italiana dell’Alto Adige. Il tutto fa capire le difficoltà della famiglia Motta ad inserirsi in questa comunità. Ma il vino, veicolo di comunicazione tra i popoli, è risaputo: compie “miracoli”.

Francesco parla dei 3,5 ettari di vigneti di proprietà. Dei vitigni Chardonnay, Sauvignon Blanc, Manzoni Bianco, Pinot Nero, della loro collocazione a 630-700 metri d’altezza, del micro-clima. “Calpestare le vigne” in parte terrazzate si afferra la filosofia di vita scelta; visitare la piccola cantina si capisce il progetto. Il resto lo recitano e sostengono gli assaggi.

Manzoni Bianco 2014. Incrocio Manzoni 100%. Il Manzoni Bianco, conosciuto anche come Incrocio Manzoni, è il clone più famoso tra quelli ideati e messi a punto dal prof. Luigi Manzoni, preside della Scuola Enologica di Conegliano durante una serie di esperimenti condotti negli Anni 30 Nasce dall’incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco , è oggi coltivato su buona parte del territorio nazionale anche se trova la migliore vocazione nel trevigiano, trentino e da qualche anno anche in Alto Adige  dove rappresenta una delle varietà in studio presso moltissime aziende. Per la sua capacità di adattamento soprattutto nei terreni collinari a Maso Thaler rappresenta uno dei prodotti maggiormente qualificanti le scelte aziendali. Colore brillante con tendenze verdognole, delicato al naso ma di buon corpo e equilibrio al palato. Interessante. Voto Buono 85/100

Chardonnay 2013. Chardonnay 100%. Colore giallo paglierino al naso note di fiori bianchi e frutta tropicale. Al palato una generosa freschezza e sapidità per un equilibrio con i polialcoli. Voto Ottimo 87/100

Sauvignon 2014. Sauvignon Blanc 100%. Il sauvignon altoatesino. Giallo paglierino luminescente. Profumi di frutta a polpa bianca, sambuco e bergamotto e l’inconfondibile peperone verde. Al palato fresco-sapido che rende dinamico l’assaggio. Persistente. Ottimo Voto 88/100

Pinot Nero 2011. Pinot nero 100%. Rubino con sfumature sull’unghia. Al naso intenso e complesso con note di frutti di bosco, spezie balsamiche. Al palato è maturo, con evidente sapidità e tannini fini. Equilibrato e persistente. Ottimo Voto 87/100

Pinot Nero 2012. Pinot nero 100%. Olfatto composto da frutti piccoli rossi, liquirizia e tamarindo. Al palato è simmetrico tra morbidezze e durezze. Finale appagante con ritorni fruttati retrolfattivi. Un bel vino. Ottimo Voto 89/100

Ottima prova fornita dai vini di questo Maso a tutti gli effetti una realtà altoatesina. Lavoro considerevole della famiglia, rispetto del territorio e ricerca tendente a valorizzare i tratti varietali dei singoli vitigni nell’identità territoriale. Piccoli volumi artigianali curati con dedizione e accuratezza maniacali.

Urano Cupisti