Simbiosi tra valori tradizionali con le esigenze della più moderna viticoltura

Tutto ebbe inizio con Hieronymus Manincor nel 1608. La “mano-sul-cuore” (Man-in-cor) continua a campeggiare sulla facciata dell’antica dimora nei pressi del Lago di Caldaro, nella Bassa Atesina. E via a rileggere la Storia di questa Tenuta posta sulla Suedtiroler Wein Strasse.

400 anni di Storia che hanno visto succedersi personaggi importanti.

Dal 1978 è proprietà dei Conti tirolesi Enzenberg che hanno continuato a conferire i prodotti dei propri terreni alle Cantine sociali di Caldaro e Terlano. Nel 1991 la svolta.

Il Conte Michael Goëss-Enzenberg subentrò nella conduzione aziendale e da quell’anno ebbe inizio la Storia di Manincor come la conosciamo oggi.

Lavoro nei vigneti, coltivazioni “più naturali” ed inizio della produzione in proprio nel 1996, dopo cinque anni d’intenso lavoro alla ricerca della vera essenza di Manincor.

Mancava solo la personalità di insieme, una progettualità, certamente ambiziosa, con il fine di una costruzione funzionale, al passo con i tempi.

E quando percorri la Strada del Vino, nei pressi di Caldaro ed osservi le vigne intorno all’antica dimora tutto pensi ma non che sotto quelle vigne, su tre piani, esista una Cantina pulsante di circa 3000 mq piena di botti, barriques, fermentini, presse, linee d’imbottigliamento, locali per l’affinamento. Insomma l’anima di Manincor.

Oggi la cantina è meta di visite da parte di studenti di vino-architettura per apprendere le tecniche delle linee raffinate, sistemi di rivestimento, di areazione, umidità necessaria, calore geotermico.

“Adesso ne parlano tutti” racconta il Conte mentre sbicchiera con grazia e nobiltà i propri vini durante l’ultima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti tenutosi in Novembre a Piacenza.

“Oggi Manincor è un esempio di come la sostenibilità dev’essere una stile di vita. Mi spiego meglio. Le risorse viventi rigenerabili devono essere sfruttate solo nella misura in cui possano reintegrarsi in modo naturale”.

Lo ascolto e capisco la presenza dell’Azienda Manincor, con i suoi 50 ettari di estenzione viticola, nel contesto della Manifestazione della FIVI. A primo impatto non comprensibile. Ma quando il Conte riferisce che nella Tenuta non si usano petrolio e gas naturali, l’utilizzo dei cicli lunari e lo sfruttamento della forza di gravità in cantina sono i principi di una lavorazione rispettosa nei confronti della vite e del vino, l’incomprensibilità si dilegua e i piccoli produttori presenti a Piacenza, rappresentanti di aziende a conduzione familiare si stringono intorno a Michael  Goëss-Enzenberg, uno dei nostri.

Sono cresciuto in campagna, ogni giorno a contatto con la natura e fin da bambino ho imparato a conoscere e seguire i cicli naturali” racconta il Conte Michael.

Per questo è uno dei nostri mi ricorda un’organizzatore della Mostra Mercato.

Guadagno a fatica la prima posizione per effetture l’assaggio.  È arrivato il momento di capire se il vino prima di tutto sia buono.

Vigneti delle Dolomiti Igt Rosso Réserve del Conte. Il tipico vino di Manincor. Lagrein 35%, Merlot 40%, Cabernet 25%. Percorso di vinificazione in legno. Rubino brillante. Ruota nel bevante rilasciando copiose glicerine. Al naso i frutti di bosco lasciano spazio agli speziati avvolgenti. Al palato è l’eleganza dei suoi tannini che colpisce. Eccellente, voto 90/100
Alto Adige Terlano Doc Réserve della Contessa. Presentato come il vino al femminile per raffinatezza ed eleganza. Pinot Bianco 60%, Chardonnay 30% e Sauvignon Blanc 10%. Gran parte delle uve provenienti da Terlano. Fermentazione in botte e affinamento sui lieviti per sei mesi. Giallo intenso con sfumature verdognole. Naso nobile e raffinato: floreale e fruttato. Fiori bianchi che lasciano spazio a frutta a polpa bianca. Speziatura molto lineare. Al palato la vena fresco-sapida accompagna il tutto in una lunga persistenza. Ottimo voto 89/100

Moscato Giallo Alto Adige Doc. Moscato giallo 100%. Vinificazione con macerazione di circa 12 ore, contenitori inox e botti grandi. Affinamento di circa quattro mesi. Paglierino brillante al naso esprime un insieme di fruttati particolari come cedro e pompelmo per lasciare il posto a leggere speziature di noce moscata. Al palato è fresco, sapido in equilibrio a polialcoli diffusi. Buona persistenza. Ottimo voto 88/100

Soddisfatto degli assaggi. Adesso mi trovo in linea con la filosofia aziendale.

Manincor: simbiosi tra valori tradizionali con le esigenze della più moderna viticoltura.

Urano Cupisti