Malgiacca. insieme a Saverio Petrilli

Parlare di biodinamica con Saverio Petrilli di Malgiacca è sempre piacevole. Dialogare con lui sempre interessante. Mai ripetitivo. Gli riconosco l’arte della sintesi e l’affrontare la materia, ogni volta, in modo diverso da far risultare il tutto “come se fosse la prima volta”.

Ed allora personaggi famosi, guru della filosofia biodinamica applicata all’agricoltura, come Rudolf Steiner e Alex Podolinsky, diventano “eroi”, salvatori della “terra” dall’invasione dei “convenzionali” con l’utilizzo di sostanze di sintesi.

Ad attendermi in un caldo pomeriggio di agosto questo enologo alto, socievole, sempre disponibile, con un bel sorriso amichevole, pronto a rispondere, sempre. Sapeva della mia visita e nonostante fosse impegnato nei lavori in vigna, subito pronto ad incontrarmi.

«Aspettami giù di fronte alla Villa Torrigiani, arrivo subito».

Siamo ai piedi delle colline capannoresi dove un mare di vigne disegnano un fantastico paesaggio. Meglio conosciute come Colline Lucchesi dove l’agricoltura biodinamica ne è oggi uno dei segni distintivi. Quasi tutti i produttori, riuniti nell’Associazione Lucca Biodinamica alla corte di Saverio.

Malgiacca. Le vigne

Su e giù nell’ondulato paesaggio attraversando piccoli paesi, ricchi di storia contadina (e non solo), incastonati nel contesto come gemme a impreziosire un tessuto mentre Saverio mi indicava dove fermarmi o prendere scorciatoie ripide fendendo quel rigoglioso territorio dominato da un colore verde acceso nel momento migliore della sua prosperità.

«Questa parte di vigna l’abbiamo recuperata dopo anni di abbandono, da quella più in alto riusciamo ad avere grappoli eccellenti, questa ai nostri piedi ha la migliore esposizione e via, via, via».

«Saverio, non fuggire, parlami dell’esperienza Malgiacca».

«Malgiacca è nata da una lunga amicizia con Lisandro CarmazziLuigi Fenoglio, Sarah Richards e Brunella Ponzo, con il compito di gestire vecchi e nuovi vigneti. L’impegno quello di produrre vini pieni di carattere che mostrino la vibrante delicatezza delle colline di questa Toscana inaspettata e dolce a due passi da Lucca e dal mare».

Abbiamo raggiunto la cantina, di quelle dove, una volta oltrepassato il portone d’ingresso, è come entrare in un ambiente dove il profumo del mosto conquista i sensi.

«Siamo vignaioli, custodi del territorio che abitiamo. Abbiamo iniziato un lavoro di recupero di vecchie vigne, alcune quasi abbandonate, perché crediamo fortemente nel loro valore culturale, nell’importanza di preservarlo e tradurlo in vino. Saggezza contadina suggerisce vigneti con uve diverse e i nostri vini restituiscono nel bicchiere questo terroir ricco di storia e biodiversità».

Malgiacca. Saverio racconta

Saverio racconta mentre, su di una barrique esausta messa in verticale, prepara i calici per gli assaggi.

«Siamo parte di LBD (LuccaBioDinamica), una rete di contadiniche condivide il metodo agricolo biodinamico, che lavora utilizzando preparati utili a stimolare dinamicamente la fertilità della terra ed evita l’uso di pesticidi, diserbanti e molecole chimiche in genere. Sappiamo di essere parte della natura stessa, di essere uno degli elementi che compongono un organismo vivente regolato da equilibri preziosi che vanno riconosciuti e con cui occorre confrontarsi».

L’assaggio

Già gli assaggi. Il momento della verità. L’istante, l’occasione, la circostanza dove tutte le teorie, la pratica di tutti i giorni, confluiscono nei calici per ricevere il giudizio. Attimi, palpiti del vignaiolo che scruta i segnali provenienti dalle espressioni dell’assaggiatore.

– Malgiacca Bianco 2019. 50% è Trebbiano Lucchese accompagnato da Vermentino 15%, Malvasia 15% e da altri vitigni provenienti da diverse regioni Italiane, principalmente Grechetto e Moscato.

Note aziendali. Un inverno senza pioggia, così asciutto e polveroso in Lucchesia non s’era mai visto. Per fortuna quella poca pioggia, sugli Appennini, è caduta sotto forma di neve e almeno le sorgenti sono rimaste ben alimentate. La situazione è cambiata radicalmente in primavera quando ha finalmente iniziato a piovere, anche se poi le precipitazioni sono continuate con poche interruzioni fino a giugno.

Malgiacca. Cantina work in progress

Nonostante il germogliamento tardivo è stata come una penitenza per noi vignaioli perché l’umidità, mantenutasi anche nei caldi e soleggiati mesi successivi a dispetto della terra che si è asciugata, ha creato le condizioni nell’aria ottimali per lo sviluppo dei funghi.

Del resto tante zone in Italia, durante il 2019, sono state martoriate da gelate e grandine, ma da questo punto di vista a noi è andata bene. Abbiamo invece sofferto la peronospora e sopratutto l’oidio.

La presenza di Giove nello Scorpione, segno di acqua, porta queste difficoltà. In queste condizioni comunque l’uva è maturata bene, nella seconda metà di Agosto ha addirittura recuperato il ritardo e la vendemmia (manuale, in piccole cassette) è cominciata il 2 Settembre per concludersi poi in poco più di 3 settimane, senza pioggia. Sono state raccolte uve ben mature, succose e sapide, di ottima qualità. Sono state prodotte circa 2.500 bt. .

Vinificazione. Metà pressata in pressa pneumatica e metà in cestello, fermentazione naturale in acciaio inox senza controllo della temperatura. Malolattica fatta.

Maturazione. Acciaio inox sulle fecce fini per 3 mesi, travasato e lasciato a riposare fino all’imbottigliamento.

Imbottigliamento. Metà non filtrato e metà filtrato molto grande, 3 micron, a inizio primavera.

Le mie considerazioni. Incantevole eleganza dove la freschezza e l’allungo minerale si combinano perfettamente. L’arma migliore? La bevebilità. Ottimo, voto 89/100

– Tingolli 2018. Trebbiano lucchese, Vermentino, Malvasia, un buon 15% di Colombana (altrimenti detta Verdea) e un po’ di Viognier.

Note aziendali. Un aprile caldo ha favorito una rapida evoluzione dei germogli primaverili e si è poi passati a un maggio e a un giugno molto umidi che hanno colpito la fioritura riducendo la resa. Mentre sul resto d’Italia ha continuato a piovere un po’ dappertutto, da luglio in poi abbiamo avuto un clima incredibilmente caldo e secco.

Una grande tempesta ha circumnavigato Lucca per riversare forti piogge in regioni tradizionalmente secche come Pisa e il Chianti, mentre le nostre viti hanno sofferto la sete per cui la resa è stata ridotta anche nel peso. La raccolta (manuale, in piccole cassette) è iniziata con alcune varietà precoci all’inizio di settembre e si è conclusa prima della fine del mese con uve sane e saporite. Ottimi vini ricchi di frutta, sapori maturi e bocca vivace.

Malgiacca. Gli assaggi

Tingolli è il nostro cru

Il nome deriva dal dialetto lucchese perché, pur essendo facilmente raggiungibile, la vigna è circondata da boschi e camminando tra i filari si ha la sensazione a tratti straniante di essere persi in un altro mondo dove persino la luce e il canto degli uccelli hanno un ché di esotico. “T’ingolli il lupo!!” auguravano i paesani al contadino che vi si recava. In bocca al lupo significa la stessa cosa, ma non rende la stessa intensità. Geologicamente si tratta di suoli relativamente antichi originati da argille e sabbie fluvio-lacustri talvolta compattate in ciottoli tondi rossastri.

Il periodo nel quale si son formati è il Pleistocene, tra i 2 e i 5 milioni di anni orsono. Su queste terre, formate dalle successive glaciazioni, passeggiavano grandi mammiferi come il mammut mentre l’uomo, timidamente  e con gran paura, cominciava ad affacciarsi. La collina su cui poggia è esposta a Sud-Ovest, 180 mt slm, 3500 piante per ettaro. Le viti hanno circa 45 anni e Le viti sono molto vigorose e soltanto con i preparati biodinamici riusciamo a trasformare questa vigoria in forza (grazie al 500) e la forza in espressività (grazie al 501).

Una parte dell’uva subisce una breve macerazione, non molto, una quindicina di giorni circa. Matura poi in vecchie botticelle per 8/9 mesi e in seguito affina in bottiglia. Sono state prodotte nel 2018 poco più di 600 bottiglie.

Le mie considerazioni. Vino intenso, floreale e austero. Coniuga il contrasto aromatico con una slanciata articolazione al palato. Eccellente, voto 90/100

– Malgiacca Rosso 2018: Sangiovese lucchese accompagnato dai toscani Canaiolo, Ciliegiolo, Malvasia Nera e da diversi altri vitigni provenienti da altre regioni Italiane e dall’estero: Barbera, Montepulciano, ma anche Chasselas, Merlot e Syrah.

Note aziendali: VINIFICAZIONE. Uva diraspata a mano su di un setaccio, pigiata con i piedi e lasciata fermentare in maniera naturale in piccoli mastelli senza controllo della temperatura. Malolattica fatta. AFFINAMENTOMaturazione di 12 mesi in piccole botti di rovere delle quali una minima percentuale nuove (meno del 10%). IMBOTTIGLIAMENTO. Senza filtrazione a primavera 2020. Sono state prodotte 4.800 bt.

Le mie considerazioni. Potenza, eleganza e longevità trovano in questo rosso una sintesi  che si esalta in questa particolare vendemmia. Ricco di sottigliezze e cenni minerali. Ottimo, voto 89/100

Infine un assaggio dalla botte di quello che sarà il Malgiacca Rosso 2019. Riporto dal mio moleskine: «Eccellente intelaiatura, In prospettiva un vino da incorniciare».

«Il vino è soprattutto espressione della fertilità della terra, e la terra ha bisogno di respirare, come noi». Grazie Saverio per la tua innata generosità intellettuale. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 06/08/2020

SOCIETÀ AGRICOLA MALGIACCA

Via della Chiesa 45A

Gragnano – Capannori Lucca

Tel:  333 1840208 – Lisandro

info@malgiacca.com

www.malgiacca.com