La Maison di Champagne de Venoge viene fondata a Épernay nel 1837 da Henri-Marc de Venoge, di orgini svizzere, che dopo appena un anno, nel 1838,  diede segno del suo genio, della sua “rivoluzione” e fece nascere la prima etichetta illustrata della storia del vino e dello champagne, prestando attenzione ad un elemento a quei tempi “sconosciuto”, il packaging.

Henri-Marc de Venoge, cercava di soddisfare le esigenze della nobiltà di quel tempo che desiderava poter avere, oltre ad un grande champagne, anche un oggetto prezioso, elegante ed unico al centro della tavola.

L’estro di Henry e le sue capacità manageriali vennero tramandate al figlio e suo successore Joseph de Venoge, che sarà il primo a dare nomi alle cuvées e a depositare il marchio Cordon Bleu posto in etichetta.

Gaëtan de Venoge sarà tra i fondatori del Sindacato “Grandes Marques de Champagne” e il Marchese Adrien de Mun insieme alla moglie Yvonne de Venoge, porteranno de Venoge nell’alta società Parigina.

Nel 1998 la maison verrà acquistata e rilanciata in grande stile dal gruppo Boizel-Chanoine-Lanson Champagne, quotato alla borsa di Parigi dove l’opera di Gilles de la Bassetière, un giovane di nobili origini, sarà preziosa per guidare il brand nei mercati esteri, fino al 2005 quando assumerà la presidenza della società riportando la Maison de Venoge ai più alti livelli.

Buon Anno amici lettori del Corriere del Vino, quest’anno inizio con una novella… non sono diventato matto ma quasi…

Dove mi trovo? starò sognando? All’orizzonte scorgo solo oceano, la sabbia bianca e le onde che si infrangono su di essa. In silenzio posso sentire il meraviglioso rumore dell’acqua sulla battigia… tra la sabbia, abbandonata dalla risacca, una bottiglia. Mi viene in mente, come nelle favole, di strofinarla. Magicamente esce fuori un genio! Si presenta: è il genio dello Champagne de Venoge. Mi dice che potrà esaudire 3 miei desideri.

Il primo desiderio è facile per me “vorrei  assaggiare il migliore dei vostri champagne!”. In un attimo si materializzano calice e bottiglia, Louis XV 1995; la curiosità invade prepotentemente la mia mente affascinata dal suo aspetto che trasmette preziosità, ricchezza, ricordando al colore l’oro più puro, caratterizzato da una  grande luminosità e da un perlage fine e persistente.

Al naso stupisce la sua complessità che parte da spiccate note agrumate come limone, arancia, pompelmo per fondersi su note di frutta tropicale matura, facilmente riconducibili all’ananas e passion fruit, si sposta poi su sentori più evoluti quali lieviti, pan brioche, cassata siciliana per chiudere con un’importante nota fumé.

Assaggio questo champagne e lo stupore pervade ogni parte del mio corpo e della mia mente, incredulo riprendo la bottiglia in mano per controllare l’annata, non ho sbagliato è proprio una 1995. Al palato è tagliente, stupisce la nota citrica che dona grande freschezza al sorso, affiancata da una importante mineralità, seguita da note iodate con una chiusura perfetta. La sua persistenza è lunghissima. Lo champagne che non ti aspetti, stupisce ed entusiasma allo stesso tempo.

È il momento del secondo desiderio. Dopo questa particolare esperienza gustativa, non ho dubbi: “Vorrei assaggiare di nuovo questa bottiglia tra 10 anni!”.

Il terzo ed ultimo desiderio è proprio scontato per il mio modo di essere: “Vorrei che questo genio diventi una bella donna con cui vivere questo sogno di vita nell’attesa di assaggiare di nuovo questo Champagne Louis XV 1995“. VOTO 97/100

Emiliano Penco