Ovvero la convinzione di assaggiare vini provenienti da una zona eccezionale ed essere convinti di questo

La Borgogna, quella striscia di terra che corre lungo il fiume Saône, da Digione fino al Beaujolais comprendendo, a nord, anche la “distaccata e isolata” terra di Chablis.

Storia e leggende accompagnano i visitatori che la percorrono. Averla calpestata porto con me i suoi infiniti collinari, i colori, i profumi, gli sguardi degli abitanti quasi sempre riservati, a volte sfuggenti.

Alcune sere fa in compagnia del solito gruppo di assaggiatori del Corriere del Vino abbiamo rivissuto nei calici quel particolare mondo legato ai “magnifici Chardonnay”. Cinque scelti dai territori ormai legati a miti e leggende. Corton-Charlemagne (Aloxe-Corton), Mersault, Chassagne-Montrachet, Saint-Aubin e Chablis (il diverso).

Lo Chardonnay è il grande vitigno bianco per il meglio definito Bourgogne Blanc. Austero, con carica acida importante e quasi tutto prodotto senza uso di legno nello Chablis, elegante, complesso e quasi tutto in legno nella Côte d’Or, in particolare nella Côte de Beaune.

Quest’ultima, in posizione centrale, rappresenta il cuore della Borgogna, con declivi profondi e ben drenati, ricchi di minerali.

Storie e leggende. Ne cito due significative. Alessandro Dumas (padre) disse: Le Montrache si deve bere in ginocchio e con il capo scoperto. L’altra: “Dio non si riposò prima di aver creato Le Montrachet”.

Dal Comune collinare di Aloxe-Corton proviene il primo dei nostri assaggi.

Corton-Charlemagne Grand Cru, Comte de Moucheron 2011. Complessità aromatica e gustativa di alto livello per questo enfant prodige. Averlo aperto è stato un infanticidio. Purezza di frutto e marcata mineralità per una lunga, promettente evoluzione. Voto L’eccezionale Borgogna Bianca

Dal Comune più importante e più grande (ad esclusione di Beaune) che affonda le sue radici nella Storia (l’antico nome era Muris Saltus) proviene il secondo dei nostri assaggi.

Mersault Perrières, di Louis Jadot 2007. Otto anni e non dimostrarli. Colore giallo dorato con grande personalità nel roteare nel calice. Naso ricco e finezza aromatica strabiliante. Al palato la sua morbidezza accompagna la beva in una sapida progressione perdendosi nell’infinito persistente. Voto L’eccezionale Borgogna Bianca

Chassagne condivide con Puligny la denominazione di Grand Cru Montrachet e da questo territorio proviene il terzo dei nostri assaggi.

Chassagne-Montrachet di Règnard 2009. Giunto all’inizio della sua lunghissima maturità. Colore cristallino, trama vellutata, naso complesso e infinito, persistenza inesauribile. Il Montrachet che ami, forse quello di Alessandro Dumas. Non ho voluto dare spettacolo ma, in verità, la voglia di inginocchiarmi mi è venuta. Voto L’eccezionale Borgogna Bianca

Posto tra Puligny e Chassagne si trova Saint-Aubin. Ė stata una interessante scoperta nel vinovagare in Borgogna e l’assaggio proposto lo ha confermato.

Saint-Aubin 1er Cru di Hubert Lamy 2012, ovvero di Karine & Olivier Lamy. Solo conoscendo “lo sfuggente Olivier” (così definito da Giampaolo Gravina nel suo Vini e Terre di Borgogna) puoi capire appieno questa “chicca”. Invito chi vorrà visitare la Borgogna a “calpestare questa parte interna della Côte” per la sua particolare morfologia dei terreni, l’alta quota (si raggiungono i 400 mt) ed escursioni termiche più rilevanti. Vino con trama di grande complessità, naso sbalorditivo, palato convincente e minerale. Una vera “chicca”. L’eccezionale Borgogna Bianca e chapeau!

Infine “un salto” nello Chablis, a Courgis. Tre case, una Chiesa, un cane e:

Domaine Tixier con Chablis Vieilles Vignes 2013. Giovane, troppo giovane. Inverni lunghi e freddi condizionano il vitigno rendendolo « diverso ». Ė il Kimmeridge , la famosa argilla che rende lo chardonnay donatore di eccellenze. Lo si sente al naso, nei fiori, nei frutti che salgono rendendolo intenso e complesso. Al palato questo assaggio risulta essere freschissimo (vista la giovane età) e sapido. Il suo carattere esce comunque collocandolo, in un’ ottica futura, tra i grandi 1er Cru dello Chablis. Voto L’eccezionale Borgogna Bianca

Impossibile dare meno di 5C come votazioni. Forse carichi di entusiasmo, enfasi, condizionati dai ritorni di memoria incancellabili. Forse le classificazioni gerarchiche, la disciplina che respiri attraversando i piccoli borghi che traspirano di Vino. O forse la convinzione di assaggiare vini provenienti da una zona eccezionale e convinti di questo.

Urano Cupisti