Montepepe, l’eccellenza nascosta

Perché nascosta?  Per la  poca visibilità data dai media, dagli “estensori” dei testi didattici in uso presso i Corsi di Abilitazione a divenire sommelier o assaggiatore. Anche però dalla scarsa incisività da parte delle Istituzioni Locali che da sempre hanno investito poco nella valorizzazione del territorio della Provincia di Massa-Carrara. Marmo, marmo solo marmo. Dimenticando Storia, Tradizioni, Cultura. In tutto questo trova ampio spazio l’enogastronomia. Solo le Pro-Loco comunali, i Comitati di paese compiono sforzi per organizzare eventi tendenti al rilancio dei territori diversi che compongono questa Provincia dell’Alta Toscana.

L’unica Manifestazione che riesce a dare visibilità a livello interregionale (Toscana, Liguria, Emilia) è la Tirreno CT. Rivolta ad albergatori, ristoratori, proprietari di stabilimenti balneari, dedica una buona parte dell’esposizione fieristica al food&wine locale, territoriale, che in espressione vinicola racchiude “Colli di Luni” e “Candia dei Colli Apuani”

L’Azienda Montepepe, sita nel Comune di Montignoso, confinante con la provincia di Lucca, rientra nella Doc Candia dei Colli Apuani  che rappresenta la parte terminale di quella fascia vitivinicola che parte dalla Riviera di Levante ligure, prosegue attraversando il territorio di Sarzana e termina con l’ultimo lembo del Monte di Ripa in Provincia di Lucca.

L’influenza data dalla vicinanza con la Liguria ci ricorda soprattutto il Vermentino nelle sue numerose specificità. Ma non solo vermentino. L’Azienda Montepepe  nei suoi cinque ettari vitati disposti su terrazze costituite da muretti a secco risalenti all’ottocento, “alleva” con ottimi risultati il bianco Viognier, e i neri Syrah e Massaretta (un autoctono di queste parti).

Ho incontrato Alberto Poggi, architetto proprietario dell’azienda, nel corso dell’evento Terre di Toscana. Ci conosciamo da tempo stimandoci  a vicenda. Ne è conseguito che gli assaggi sono stati “senza veli” raccontati nella loro intimità. E credo che l’analisi sensoriale dei campioni rendano inutili racconti, a volte idilliaci, utopistici.

Candia Vermentino Albérico 2014. Vermentino 100%. Vigneto posto a 100 mt s.l.m. Percorso in acciaio senza svolgere malolattica. Colore giallo paglierino con lampi verdognoli. Al naso un buon impatto con l’intensità. La complessità ci porta su secondari floreali e fruttati ben marcati. Al palato fresco, sapido bilanciato da una buona alcolicità. Voto 87/100

Montepepe Bianco 2013. Vermentino 70% e Viognier 30%. Anche questo bianco impreziosito dal Viognier ha un percorso in acciaio senza effettuare malolattica. Mostra così la sua acidità resa nobile dal vitigno francese. Gran bel bianco prodotto in una annata favorevole da quelle parti e ben protetta in vigna dal sistema di allevamento ad alberello. Voto 89/100

Montepepe Bianco Vintage 2010. Sempre Vermentino e Viognier. La differenza la fa l’affinamento in bottiglia. Un lungo affinamento prima di essere messo in commercio. Note floreali e fruttate che virano al maturo, sorso importante, caldo ma con una freschezza in equilibrio. Importante la vena sapida e la lunga persistenza. Quel tocco di “francese” che non guasta. Voto 90/100

Degères 2012. Un po’ di più di Viognier (40%) che non guasta. Utilizzo di tonneaux, parziale malolattica. Produzione limitata per questo “bianco francese” a tutto campo. Il naso ti affascina, il sorso è importante. Lunga persistenza. Vino super. Voto 91/100

Montepepe Rosso 2012. Syrah 70%, Massaretta 30%. Percorso in acciaio per poi proseguire in botti da 20 h.li per 18 mesi. Colore rubino tendente al granato, bella e corposa lacrimazione. Ruota con difficoltà nel calice. Intensità e bella complessità nasale. Frutti di bosco, speziati a non finire. Al palato una buona freschezza in equilibrio con pseudo calore (14,00%) e polialcoli. Accompagna la freschezza una marcata sapidità. I tannini in parte vivi e in parte già adagiati sulla nobiltà. Persistente con buoni ritorni retro nasali. Voto 89/100.

Altri vini rossi compongono l’offerta aziendale. Non li ho potuti assaggiare per mancanza di tempo.

L’Alta Toscana si è presentata tramite l’Azienda Montepepe di Montignoso. Terra ricca di vini, tradizioni legate a vitigni autoctoni, potenzialità manifeste per risultati d’eccellenza da vitigni internazionali. Serve unità d’intenti per una conoscenza, visibilità maggiore.

Urano Cupisti