Ovvero a “caccia” di conferme
Per capire i Vini del Podere Fedespina non è sufficiente assaggiarli. Per svelarne “i misteri” è d’obbligo calpestare le vigne, conoscere la cantina, intuire e percepire il senso, quello vero, di chi vuol fare vino o meglio quei vini.
Il Podere Fedespina trasuda Storia. L’edificio centrale, oggi adibito ad agriturismo, risale al ‘600. L’acquisizione dell’intera azienda da parte di Mirta ed Antonio, gli attuali proprietari, chiude un periodo e ne apre un altro, completamente diverso. Studio dei terreni, della loro potenzialità, dei vitigni, dei modi e tempi di fare vino.
Dopo alcuni anni di assestamento, nel 2011 ebbe inizio la fase più significativa; la capacità di capire le scelte decisionali in vigna e gli interventi in cantina. Del resto i grandi vini seguono queste poche ed elementari fasi, senza alcuna fretta.
Le vigne collocate in una parte abbastanza alta della Valle rivendicano senza alcun dubbio la dignità di Grand Cru. Non esagero: è sufficiente assaggiare, anzi centellinare vendemmie come la 2010 e la 2012 per capirlo.
Scrissi durante la precedente visita aziendale: ”Allora si capisce perché la disposizione dei filari, la scelta del clone giusto adattabile al microclima di questa valle (Mulazzo) nella valle (Lunigiana). Insomma dar vita ad un piccolo angolo del Bordeaux in Lunigiana”.
Da un’analisi più ravvicinata di questi eccellenti vini ne viene fuori la struttura molto complessa, finezza e profondità tannica, eleganza, equilibrio e longevità. Proprio la longevità è stata la sorpresa di questa seconda visita. Riassaggiare il 2008 (ben otto anni dalla vendemmia) e trovarlo ancora nella sua massima espressione di maturità senza alcun cedimento, avvalora le mie “facili” previsioni dovute alle condizioni ideali che si traducono in quei dettagli unici che esaltano le differenze nelle sfumature gustative. Chapeau!
Veniamo agli assaggi effettuati a distanza di sei mesi degli stessi campioni.
CA’ 2008. La sorpresa. Mi aspettavo cenni di decadenza, inizio di lievi ossidazioni ed invece una maturazione ancora più accentuata. Naso intrigante con una complessità a strati, dal floreale maturo, al fruttato pieno, allo speziato ampio. Al palato equilibrato, tannino elegante e retrolfattivi in linea con quanto percepito al naso. Voto ottimo 89/100
CA’ 2009. Ebbi a dire sei mesi fa: Se pur la vendemmia, in generale, sia stata migliore di quella precedente, l’età delle viti maggiore, questo campione è risultato debole. Dopo sei mesi il giudizio rimane pressoché inalterato. Nessun miglioramento. E l’enologo Francesco annuisce confessando le difficoltà incontrate in cantina. Da qui l’inizio della nuova visione nel vinificare, l’inizio del percorso verso l’eccellenza. N.C.
CA’ 2010. È il palato la vera sorpresa. Morbidezza e tannicità fluida per un vino vicinissimo all’eccellenza piena. Voto ottimo 89/100
CA’ 2011. La sua caratteristica è quella di schiudersi piano piano, sorso dopo sorso. Conferma di una buona vendemmia. Voto ottimo 89/100
CA’ 2012. Nella fase terminale dell’affinamento. Prossima uscita in commercio. Sei mesi fa scrissi: Vendemmia con i fiocchi, un grande Merlot, quello della Rive droite della Dordogna. Oggi ne sono maggiormente convinto. Mentre continuo ad immergere il naso nel calice alla ricerca di ulteriori emozioni “incrocio” lo sguardo a distanza con Antonio. Percepisco il suo non nascosto, legittimo, orgoglio. Difficile resistere a questo millesimo. E il pensiero corre nella prospettiva futura, agli assaggi nella sua piena maturità dove troverà ancor più slancio. Una piccola gemma enologica. Voto eccellente 92/100.
CA’ 2013. Ancora da concludere la sua fase di affinamento. L’assaggio conferma la sua diversità rispetto al 2012. Altro vino che sfoggia, anche lui, fascino seduttivo. Non raggiunge le alte vette del precedente ma lo ricorderemo come ottimo vino. Voto (al momento) 87/100.
Podere Fedespina, lavoro in vigna ispirato alla semplicità, al buon senso. Nessuna certificazione ma orientamento al biologico, così come piace a me. Pochi interventi, solo i necessari e attenzione al territorio trattato con profondo rispetto. Vini ottimi dalla beva incantevole. La “ri-visita aziendale” è stata un successo di conferme.
L’appuntamento è per Maggio prossimo per svelare il contenuto di quella barrique mezza nascosta in cantina, resa quasi anonima (e non per caso) che contiene la novità prossima aziendale: Pinot Noir da vitigni di oltre 40 anni. La territorialità dei vitigni e il terroir rendono l’attesa impaziente.
Urano Cupisti
Nelle foto, dall’alto:
Francesco Petacco (enologo) e Antonio Farina (proprietario)
La verticale Fedespina
CA’ 2012 campione in affinamento