La Madonnina è una tenuta che si estende per 47 ettari sul lato mare della Via Bolgherese al confine con la Tenuta Guado al Tasso degli Antinori. I vigneti, messi a dimora nel 2002, coprono un’area di circa 7 ettari. La Madonnina rivendica 1 ettaro di Bolgheri DOC e 6 ettari di Toscana IGT, cifre destinate a cambiare contando sui periodici adeguamenti comunitari delle superfici vitate. Le varietà piantate sono Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e un piccolo saldo di Petit Verdot. I vigneti sono ad alta densità, intorno ai 10.000 ceppi/ha, allevati a Guyot con una produzione media per ceppo inferiore ai 500g.

Il terreno ha la classica variabilità del terreno bolgherese, fattore che influisce molto sulla complessità dei vini, e passa dall’argilloso al sabbioso con dotazioni nutritive mediamente basse. Proprietario è il magnate russo dei trasporti Kostantin Nikolaev che ha affidato la conduzione dei vigneti e della cantina a Riccardo Cotarella, il presidente di Assoenologi che di recente ha assunto anche la guida della Tenuta Il Palagio di Sting.

L’annata 2017 è stata anche a Bolgheri una tra le più precoci, calde e siccitose degli ultimi anni. A differenza, però, della 2003 e della 2012, alcuni fattori hanno contribuito a far sì che i vini 2017 siano in molti casi, ovvero quando sono state prese le giuste misure dai produttori, eccellenti o addirittura eccezionali.

I vini degustati

Le giuste lavorazioni in vigna, la caratteristica dei suoli profondi e in grado di trattenere risorse idriche, le piogge di fine agosto, sono tutti elementi che hanno contribuito alla produzione di vini strutturati ma anche equilibrati. Con questo non voglio dire che l’annata non abbia influito. Si avverte, ed è giusto che sia così, una maggiore uniformità gustativa nei vini, un minore intervento di quelle piccole sfumature che rendono un’etichetta facilmente riconoscibile dall’altra. Tutto questo, però, senza turbare la piacevolezza gustativa ed un’eleganza per niente intaccata dagli andamenti del clima.

Esaminiamo quindi i nostri “campioni”.

La Madonnina Igt Toscana 2017

Cabernet Franc, Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot. Macerazione sulle bucce per 18 giorni. Fermentazione alcolica in acciaio inox, malolattica svolta interamente in barrique. Invecchiamento per 16 mesi in barrique nuove di rovere francese.

Rubino carico impenetrabile. Naso intenso di prugna fresca e mora di gelso. Il rovere è ben integrato con note balsamiche di foglie aromatiche come l’alloro e il mirto. In bocca è caldo e avvolgente. Ha frutto pieno e bella dinamica al centro bocca. Si distende con freschezza e sapidità su un finale molto lungo e tutto frutto. Ancora qualche cenno di rovere da integrare, com’è ovvio per un vino così giovane ma di lunghe prospettive. Complessivamente è un vino che si presenta con i muscoli, ma poi si distende e si dimostra elegante succoso e lascia prevedere una lunga capacità d’invecchiamento. 90/100

La Madonnina Bolgheri Superiore Opera Omnia 2017

Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot. Macerazione sulle bucce per 22 giorni. Fermentazione alcolica in acciaio inox, malolattica svolta interamente in barrique. Invecchiamento per 18 mesi in barrique nuove di rovere francese.

Rubino carico ma luminoso. Profumi decisi e intensi, centrati su frutto nero e spezia fine con leggera nota di tostatura del rovere. Confettura di ciliegia morella. In bocca ha uno sviluppo agile centrato su un frutto nero maturo ma reso dinamico da grande freschezza. Anche qui si nota l’intervento balsamico del rovere che conferisce una componente raffinata al sorso anche grazie a un tannino solido ma vellutato. Finale dolce di ottima lunghezza 92/100

La Madonnina Viator Igt Toscana Syrah 2017

Syrah 100%. Macerazione sulle bucce per 20 giorni. Fermentazione alcolica in acciaio inox , malolattica svolta interamente in barrique. Invecchiamento per 16 mesi in barrique nuove di rovere francese.

Il colore è un rubino carico impenetrabile. Naso ancora timido per estrema giovinezza, si apre su frutto nero prugna californiana, pepe bianco con leggera liquirizia, bacche di mirto e sottobosco. In bocca ha struttura piena e matura. Il frutto è dolce e continuo, vigoroso e scattante si distende con buona dinamica verso un finale ampio e molto lungo. Un vino di grande potenza in guanto di velluto, piacevole negli aromi che corrispondono con grande eleganza nei sapori del sorso, perfettamente a suo agio con i grandi piatti di selvaggina e cacciagione. 94/100

A seguire…

I vini sono stati degustati il 12 settembre con altri bolgheresi e altri toscani tutti 2017. Il primo, il Chianti Classico Riserva Luminare de La Ranocchiaia, è stato recensito su Corrieredelvino.it il 18 settembre.

Seguiranno le recensioni dei singoli vini fino al Sassicaia 2017 e un riepilogo finale. Come curiosità avremo la presentazione in anteprima assoluta di un altro imprenditore Russo, Alexey Kondrashov con la moglie Ella Korop, viticoltore in Rufina con Ormae Vinae. Stay tuned!

Paolo Valdastri