Joaquin. Gli assaggi

Per capire questa azienda bisogna non conoscerla, non esserci stati, partire dall’assaggio dei suoi vini, liberi da possibili preconcetti. E allora capisci anche il personaggio che sta dietro, la sua originalità, eccentricità al limite della bizzarria.

Un venditore nato Raffaele Pagano, l’anima di Joaquin. Lo incontrai alcuni anni fa ad una edizione del Vinitaly. Percorrevo una delle tante corsie del Padiglione Campania quando un giovanottone, avendo visto che “bighellonavo senza meta”, si fece avanti chiedendomi di assaggiare i suoi vini.

«Non ve ne pentirete (dare del voi da un meridionale rappresenta sempre una cortesia, rispetto), sono vini unici fatti con amore».

Joaquin. Insieme a Raffaele Pagano

Non fu il solito tentativo di approccio lusinghiero. Aveva letto il mio pass, sapeva che potevo essere un veicolo di comunicazione, aveva scelto di investire su uno dei pochi giornalisti presenti in quella corsia defilata.

Da parte mia fu amore a prima vista. Assaggi, riassaggi, appunti che scivolavano nel mio moleskine per essere poi riletti e meditati. Tutti giudizi eccellenti. Avevo scoperto un “eldorado” d’Irpinia, anzi in Irpinia.

«Quando avrà occasione di venire al Sud mi venga a trovare. La porterò a giro nei miei vigneti a Lapio, Tufo, Paternopoli».

Così è stato in ottobre di quest’anno. Joaquin nell’elenco delle visite programmate.

Raffaele Pagano pronto a ricevermi a Lapio, in contrada Rogliano e devo dire che il primo impatto verso l’accoglienza è stato sconvolgente, sbaragliante e allo stesso tempo trascinante. Raffaele lo stesso conosciuto a Verona che mi presentava non i suoi vini, ma il “suo” ambiente, tutto quello che fa da contorno alle sue “eccellenze”.

Allora ho capito la linearità delle sue etichette, il formato delle bottiglie uniche e il perché di varie produzioni rappresentanti unicamente l’eccellenza.

Tutto studiato alla perfezione, preparato per pochi, scelti, escludendo la massa. Onorato di averlo conosciuto, anzi di essere stato scelto da lui.

Senza parlare della nuova cantina dove le sue botti (tonneaux e barriques), poche in un ambiente enorme, a significare che il vino deve esprimersi. Capisci perché le produzioni delle singole etichette sono minime, limitate, con lo scopo di solleticare le aspettative.

Joaquin. La barrique con impresse le mie iniziali (UC)

Chi è abituato al lavoro intenso, prolungato, dettato dai tempi delle vendite e consegne, sbaglia visita.

Da Raffaele è la nobiltà che occupa gli spazi, senza fretta, dove è l’eccellenza il fine e il mezzo che tutto muove.

E quelle due barriques atte a divenire Taurasi Riserva Venerabile Confraternita della Buona Morte 2015poste all’ingresso sulla destra a testimoniare quel “guizzo” di ingegno, abilità, capacità di intuizione associata al pregio della prontezza e opportunità nel coinvolgere nell’assaggio giornalisti selezionati. Che onore aver messo le mie iniziali UC sulla botte.

Ogni vino nasce con una precisa personalità e con un carattere ben delineato. Esaltare l’appartenenza ai singoli territori per regalare, nel sorso, i più alti standard qualitativi possibili.

Joaquin. La barriccaia

Gli Assaggi

– Joaquin dall’Isola, Campania Bianco Igt 2018. Biancolella, Greco, Falanghina, Ciunchesa. Vigneti nell’Isola di Capri (Comune di Anacapri) per una produzione di solo 2.500 bottiglie. Brilla per la sua scintillante vena acida. Sale il gradino dell’Eccellenza. Voto 91/100

– Joaquin Piante a Lapio, Fiano Campania Igt 2013. La capacità del Fiano ad invecchiare. Una versione che molti produttori di Fiano farebbero a gara per averlo tra le proprie etichette. Ricco di energia, dinamico, coinvolgente. Essere di fronte ad un grande ed eccellente Fiano. Voto 93/100

– Joaquin I Viaggiatori Aglianico Campania Igt 2016. Solo 2.000 bottiglie per questo vino le cui uve provengono dal vigneto Cru di Paternopoli. L’assaggio sembra sussurrare: ”avanti c’è tempo”. Succulenta eleganza per questo aglianico da intenditori. Eccellente, voto 94/100

– Joaquin Taurasi Riserva della Società Docg 2014.  «Ne sono rimaste pochissime bottiglie. Questa la apro in onore della tua presenza oggi a Rogliano». L’onore di assaggiare un vino in produzione limitatissima. Profilo nobile ed austero così come si conviene ad un Taurasi di Paternopoli. Pura energia che convive con un tatto carezzevole dalla lunghissima persistenza aromatica intensa. Assaggio sublime, eccelso. Voto 95/100

«Caro Urano, non ti posso far assaggiare il Top aziendale dei Rossi, il Taurasi Riserva Venerabile Confraternita della B.M. (Buona Morte) perché esaurito. Però hai assaggiato i campioni di botte e messo il tuo giudizio sulle barriques. Spero di riaverti qui da me per l’assaggio a percorso definito».

Joaquin. L’accoglienza

Perché un vino legato alle opere pie della Venerabile Confraternita della Buona Morte (Misericordia)?

Per quel legame della terra d’Irpinia alla devozione, alle missioni di carità, di fornire assistenza ai malati, rischiando la propria stessa vita assistendo anche i più contagiosi e, in secondo luogo, garantire una degna sepoltura a tutti colori che, per diverse ragioni, non se la potessero permettere.

Raffaele Pagano non ha voluto legare il nome di un “qualsiasi” vino ad una opera di simile portata, tradizione, rappresentativa della “devozione” degli Irpini e non solo. Bensì il suo più importante Cru, il più ricercato, desiderato, ambito.

Pensateci bene. Ad essere maligni, maliziosi, diavoli, questo lunghissimo nome è una grande “figata”, una perla di marketing. Pensatela come vi pare ma Raffaele Pagano, in questo, è un genio! Chapeau!!!!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 13 ottobre 2020

Joaquin

Località Rogliano

Lapio  (Av)

Tel: 0825 1882550

info@joaquinwines.com

www.joaquinwines.com