Interprete del vino del Chinon: il Breton

Un motivo per il quale i Re di Francia fecero costruire i loro magnifici castelli lungo il corso della Loira tra Orleans ed Anger doveva pur esserci. Questa zona è chiamata, a pieno diritto il giardino della Francia.

Nei dintorni della città di Tours, siamo nel distretto della Touraine, più precisamente a Chinon (quest’ultimo dà il nome all’Appellation Chinon) si trova  l’azienda vitivinicola  Jean-Maurice Raffault. L’ho visitata nel mio recente viaggio primaverile nella Vallée de Loire.

Qui è il regno dei “rossi”, di sua maestà il Cabernet Franc. Nel dialetto locale chiamato Breton.

Jean-Maurice Raffault è une figure du Chinonais. Ha rappresentato il cambiamento. Oltre che ingrandire la propria azienda portandola dai 5 ettari del 1973 ai circa 50 di oggi ha introdotto la vinificazione parcellare per arrivare alla typicité du terroir. Primo nella zona ad esaltare la differenza della qualità dei suoi vini in funzione dei terreni di derivazione. Ha “donato” direttamente il nome delle parcelle alle sue cuvée. Siamo negli anni settanta/ottanta e fu una ionnovazione per l’epoca. Tutti i vignerons de Chinon  etichettarono i loro vini con il nome delle parcelle di provenienza.

Il figlio Rodolphe, enologo formatosi a Digione, dal 1997 alla guida del domaine, ha continuato nell’innovazione iniziata dal padre. Ha introdotto lo stile borgognotto nella cantina, effettuando la malolattica nelle barriques, recipienti molto rari nel Chinon fino a quel momento.

Mano a mano acquistò le nuove fûts de chêne rispettando la scala aromatica, adattandole a ciascun vino senza caricarlo eccessivamente dela nuances des bois.

Oggi la sua cave contiene 900 pieces rappresentando il parco barriques più importante della regione.

Già la sua cave!

Rodolphe prepara i suoi vini presso la sua azienda posta nelle vicinanze di Chinon, fino al termine della fermentazione alcolica. La fermentazione batterica e l’affinamento lo svolge in altro luogo: presso la Cave Monplaisir, un sito trogloditico che utilizza insieme ad altri due vigneron del luogo: Domaine de l’Abbaye e Domaine Raifault.

La Cave Monplaisir, unica nella Valle della Loira, è un’antica caverna sotterranea ampia circa 2.500 mq. Abitata dalla comunità del luogo al tempo dei primi insediamenti nella Valle, oggi cela i più grandi segreti dei vini del Chinon. Le sue gallerie, rispondenti ai principi dell’invecchiamento (12° di temperatura costante e 85% d’umidità), non sono altro che perfette barriccaie affascinanti, emozionanti, suggestive.

È lì che insieme a Rodolphe ho degustato i vini che verranno con prelievi dalle barriques e quelli in commercio. Una “carrellata” partita da un bianco (Chenin Blanc), proseguita con un rosé (Cabernet Franc in parte saignée) per terminare con 20 assaggi tra anteprime e bottiglie rappresentanti tutte le sue parcelle.

Ne riporto sei più rappresentativi che hanno meritato l’eccellenza.

Les Picasses  2015. Da terreni argillo-calcarei. Affinamento sui lieviti fini per 12 mesi. Appena imbottigliato. Cabernet Franc. Vino che si è presentato nel calice con un rubino luminoso. Note olfattive su piccoli frutti rossi, spezie e finale ammandorlato. Palato giovane, equilibrato, ha mostrato da subito la sua eleganza. Preparato per l’invecchiamento. Eccellente, voto 90/100

Clos d’Isoré 2015. La parcella di terreno che ha dato il nome a questo splendido Cabernet Franc si trova di fronte all’ononimo Château d’Isoré, lungo il fiume La Vienne, affluente di sinistra della Loira. Anche questo vino affina per 12 mesi sui lieviti fini. Colore rubino smagliante. Apre l’olfatto su cassis, piccoli frutti rossi e sottobosco. Accompagnano il finale diverse note speziate. Palato dotato di una buona vena fresco-sapida, tannini ancora in evoluzione e lunga persistenza. Campione giovane pronto a divenire un grande Cabernet Franc. Eccellente, voto 91/100

Clos de l’Hospice 2015. Parcella diversa, antica. Stesso percorso dei precedenti. Qui la differenza la fa il terreno, l’esposizione. Colore rosso giovane. Naso che apre sui fruttati per chiudersi negli speziati addolcenti. Palato carico, pieno nonostante la giovinezza. Eccellente. Voto 91/100

Le Puy 2015. Primo dei tre Le Puy assaggiati. Il più giovane. La parcella di terreno più piccola e “coccolata”. Posizionata nel centro dell’Appellation. Percorso in cantina diverso nella parte legata alla fermentazione batterica (malolattica) effettuata in tonneaux. Affinamento in barriques. Posizione del terreno e tecnica di cantina portano ad un vino dal colore rosso rubino fluorescente. Naso complesso ed intenso. Palato avvolgente con i soli tannini a ricordare la gioventù. Eccellente, voto 92/100

Le Puy 2010. Cinque anni di bottiglia nella Cave Monplaisir si sentono. Colore tendente al granato. Naso esplosivo di frutti rossi e speziature diffuse. Palato pieno, con tannini nobili che accarezzano la lingua. Persistente. Un gran bel vino nel suo periodo migliore per l’assaggio. Eccellente, voto 94/100

Le Puy 2005. Vecchio? Ma che diamine. Ancora tanta storia da raccontare. L’aria che tira nella cave troglodita non può che avergli fatto bene, anzi benissimo. Trasuda austera e solenne finezza. Un vino commovente e fuori dal tempo. Eccellente, voto 95/100

Rodolphe Raffault è l’interprete del vino del Chinon consolidando nel tempo la sua reputazione di produttore attento e sensibile. I suoi vini ne sono l’espressione delle sue peculiari capacità.

Urano Cupisti