Un tuffo nel recente passato. Quando ho assaggiato questo vino, qualche giorno fa, decorreva esattamente un mese da una splendida serata passata con Danilo Drocco direttore della Nino Negri e Davide Bortone, di winemag.it.
Eravamo in Valtellina per un giro di visite di aziende in quanto, dallo scorso anno, Mario Busso aveva avuto la gentilezza di nominarmi responsabile per la Lombardia della Guida Vini buoni d’Italia del Touring Club. Incarico accolto con grande entusiasmo e che mi aveva portato fin dai primi mesi dell’anno a programmare una serie di visite nella regione.
Purtroppo la situazione da quel 13 febbraio è precipitata. Ma sono sicuro che i lombardi e l’Italia tutta riuscirà a passare questo momento a dir poco difficile ed essere ancora più forte. Siamo un grande Paese ed il vino è uno dei nostri prodotti simbolo che lo dimostra.
Degustazione
Stappando questo Inferno la mia mente ha ripercorso tutto questo ed ho voluto condividerlo con voi lettori.
La Nino Negri è nella storia della Valtellina Vinicola da sempre. Varrebbe un articolo solo raccontare il percorso della famiglia Negri fino all’arrivo del Gruppo italiano vini che ha mantenuto tutta la filosofia produttiva e la tradizione di questo gioiello produttivo non solo valtellinese ma italiano.
Questo vino, frutto delle uve provenienti da una delle sottozone (Inferno, appunto) è un Nebbiolo in purezza, frutto di un’annata molto bella che ha dato grandi vini e fa parte delle selezioni di prestigio dell’azienda.
Al naso si presenta con sentori molto eleganti ed una frutta rossa delicata, che ricorda frutti rossi di montagna ed un sentore di roccia, minerale.
In bocca scalpitante e nervoso con una buona progressione, gioca molto sulla verticalità e su questa minerali con un finale decisamente sapido e che invoglia a tornare a bere. Un vino con un buon rapporto qualità prezzo. Valutazione 92
Riccardo Gabriele