Un vino forse non da aspettare, ma che adesso rappresenta un sicuro rifugio per chi vuole bere gradevolmente spendendo poco

Si può essere favorevoli o contrari al genere, ma certamente non si può negare l’importanza fondamentale che le cantine cooperative hanno avuto per la storia dell’enologia italiana. A parte il peso produttivo in quanto tale, di volta in volta: hanno salvato letteralmente dalla fame migliaia di coltivatori diretti; hanno diffuso il vino italiano all’estero (si pensi alle esperienze con il Lambrusco e con il vino in brick); hanno valorizzato territori e tipologie (vedi l’esempio della Cantina Sociale di Barbaresco); o magari hanno innalzato il livello qualitativo di certi territori (come in Alto Adige).

In realtà questa non può essere una classificazione a compartimenti stagni: le grandi realtà cooperative hanno fatto tutto questo allo stesso tempo, e mettiamoci pure l’utilizzo di agguerrite tecniche di marketing per la valorizzazione di vini prima conosciuti soltanto localmente, sfruttando a questo fine il fascino di luoghi e lavorazioni tradizionali.

Esempio tipico di quanto detto, la Cantina Tollo (www.cantinatollo.it), dall’alto dei suoi 3.000 ha di vigneti, con l’export in espansione, lancia il Cerasuolo d’Abruzzo sui mercati esteri facendo incetta di premi nelle competizioni internazionali; accetta la sfida dell’innovazione e della qualità con progetti organici per la riduzione delle rese in vigna; si fa protagonista di una campagna per la salvaguardia dei “trabucchi” (i tradizionali capanni dei pescatori sulle coste abruzzesi), e ne fa uno strumento per il marketing delle proprie etichette in abbinamento con la cultura gastronomica locale.

E soprattutto, continua a fare quello che le cantine cooperative riescono di solito a fare benissimo: proporre ad un prezzo conveniente vini gradevoli, che raramente deludono il consumatore, anche quello più smaliziato.

Il Trebbiano d’Abruzzo DOC della linea base Biologico 2013 della Cantina Tollo (http://www.cantinatollo.it/148-2/biologico-trebbiano-dabruzzo-dop/) ne è un ottimo esempio: colore con un tono tra il paglierino e il dorato, abbastanza vivace; naso impeccabile, sufficientemente intenso, con frutta gialla piuttosto matura (mela golden, pesca), e una nota vegetale varietale rinfrescante che fa da pendant; palato che nel riprendere le note fruttate (semplici, ma persistenti) dà un’impressione di buona polpa, con non enorme acidità ma comunque sufficiente a non rendere faticosa la beva. Un vino forse non da aspettare, ma che adesso rappresenta un sicuro rifugio per chi vuole bere gradevolmente spendendo poco. In degustazione oggi: Trebbiano d'Abruzzo DOC Biologico 2013, Cantina Tollo

Riccardo Margheri