Avvinamento del palato prima della partenza per il Vinexpo 2015

Attendere un evento di portata mondiale come il Vinexpo di Bordeaux assaggiando cinque campioni provenienti da quel territorio.

Quando si pronuncia “Bordeaux” si rievoca la Storia del Vino, la Storia dell’Eccellenza. Quando, nel mondo del vino, si pronuncia “Bordeaux” ci si riferisce alla sua Regione che si trova nel Sud-Ovest della Francia, nel dipartimento della Gironde. I due grandi fiumi, la Garonne e la Dordogne, confluiscono in quel lunghissimo imbuto che altro non è che il loro comune estuario: la Gironde.

Sul lato destro e sinistro dei due fiumi e sul lato sinistro dell’estuario troviamo nomi di territori che parlano un’unica lingua, quella dell’eccellenza.

Medoc, Graves, Entre deux Mers, Pomerol, Fronsac, Saint Emilion e i due meno conosciuti (dove si produce quantità di Vins de Table e al limite Vins de Pays) Blaye e Bourg (riva destra della Gironda) nascondono al loro interno AOC che mantengono vivi miti come Hic uva, ubique nomen (qui l’uva, dovunque il nome).

Saint-Estephe, Pauillac, Saint-Julien, Margaux, Barsac, Sauternes, Loupiac, Pomerol, Saint-Emilion ci ricordano nomi di Château ormai classificati come Vini da Leggenda (Mouton-Rothschild, Margaux, Yquem, Cheval Blanc, Angelus, Petrus).  La domanda supera di gran lunga l’offerta e i più blasonati tutt’oggi sono venduti en primeur (una volta solo i vini dentro le botti ad affinare, oggi addirittura da vendemmiare).

Il vitigno che più si associa al termine “taglio bordolese” è senz’alcun dubbio il Cabernet Sauvignon che è il dominatore della rive gauche (Medoc) e nel più esteso Graves. Il Merlot ricopre maggiore diffusione ed importanza nella rive droite della Dordogne, nel Saint-Emilion e Pomerol. Altri vitigni a bacca nera diffusi sono il Cabernet Franc, il Malbec, il Petit Verdot (oggi in forte diffusione). Per i vitigni a bacca bianca la parte da leone la fanno il Sauvignon Blanc e il Semillon che ritroviamo nei dolci muffati Barsac, Sauternes e Lupiac.

Giovedì 4 giugno il Banco d’Assaggio del Corriere del Vino ha avuto come titolo “In attesa del Vinexpo di Bordeaux”. Quasi ad avvinare il palato prima di immergerci nei “Cento Gran Cru” o nei “Bourgerois”.

Cinque campioni e come sempre un sesto, l’intruso, per ricordare la diversità del Cabernet Sauvignon  fuori dalla sua zona prediletta.

Sirius Bordeaux, Maison Sichel 2011. Cabernet Sauvignon 40% e Merlot 60%. Proveniente dal territorio delle Graves questo “base” ci ha introdotto nel grande mondo bordolese. Colore rubino mostra tutta la sua gioventù. Al naso ricco nelle percezioni di frutti di bosco, con finale speziato dolce. Al palato la morbidezza della predominanza del merlot accompagnata da una spiccata freschezza giovanile. Media chiusura. Voto In attesa di Bordeaux

Chateau d’Aurilhac, 2009. Blend composto da Merlot 49%, Cabernet Sauvignon 46% e in minima parte da Cabernet Franc 3% e Petit Verdot 2%. Si salgono diversi gradini. Proveniente dal Pouillac (Haut-Medoc). Rubino intenso e luminoso. Al naso note di confetture di more, ribes, pepe nero e tabacco dolce. Al palato i tannini vellutati sono accompagnati da una ricorrente morbidezza. Lungo con ritorni vanigliati. Voto In attesa di Bordeaux

Chateau La Pointe, 2006. Merlot 85%, Cabernet Franc 15%. Proveniente dal Pomerol. Lo strato superficiale dei terreni è sottile e ricoperto di breccia ma il suo tesoro è nella mineralità profonda e nella vena argillosa dove il Merlot si esprime al meglio. Rubino luminoso con qualche abbaglio granato. Al naso complesso con i mirtilli e la macchia atlantica che lo condiziona. Evidente ma elegante il suo legno balsamico. Al palato caldo, morbido e trama tannica delicata. Sapidità diffusa. Lungo con ritorni di elegante vaniglia. Tutto in barriques di primo e secondo passaggio. Voto In attesa di Bordeaux e chapeau!

Kalos 2003. Azienda Il Calepino. Cabernet Sauvignon 100%. L’Intruso. Proveniente dalla riva bergamasca dell’Oglio (Valcalepio). Un cabernet di tutto rispetto, certamente diverso e facilmente individuabile come intruso ma quasi impossibile collocarlo nella sua zona d’origine. Rubino impenetrabile con evidenti segni di granato. Frutti di bosco, ciliegie, tratti di erbacei e speziati. Al palato tannini maturi con morbidezze accentuate. Sempre buona la vena fresco-sapida. Voto In attesa di Bordeaux

Chateau Lèoville Barton 2000. Blend di Cabernet Sauvignon 73%, Merlot 24% e Cabernet Franc 3%. Proveniente dal Saint-Julien e ne rappresenta la tipicità. Colore granato deciso. Complessità olfattiva in un mix tra confetture di more e ciliegie con salvia. Al palato la morbidezza ed eleganza giocano le loro carte esprimendo al meglio la tipicità dei Saint-Julien. Voto In attesa di Bordeaux

Chateau L’Arrosée1995. Prevalente il Merlot. Proveniente da Saint-Emilion. Devo dire che ha tradito le aspettative. Un po’ decadente forse per una bottiglia “maltenuta”. Abbiamo deciso di non classificarlo. Peccato; accade anche questo nei nostri Banchi d’Assaggio.

Il palato è avvinato. Siamo pronti per l’avventura al Vinexpò di Bordeaux 2015.


Urano Cupisti