Il piacere di un buon bicchiere di Pigato

Il Pigato, varietà ligure per eccellenza con legami stretti (per non dire strettissimi) col Vermentino, è uno dei vini più sottostimati dello stivale. La sua piacevolezza di beva, morbida e succosa, le sue note fruttate, di pesca bianca in particolare, seducono tutti coloro che lo provano. Eppure la sua fama fatica a varcare i confini regionali e difficilmente ne troverete, di sue etichette, sulle carte dei vini dei locali che contano.

La piccola azienda di Francesca Bruna e suo marito Roberto Germani ha vigne a Ranzo, nelle vallate interne dell’imperiese, ove il Pigato ha terra d’elezione. La loro etichetta “base”, il Majè, è emblema del buon vino quotidiano: nel prezzo, nella sua facilità di beva, per la versatilità nell’abbinamento con la tavola. Il colore è paglierino di bella luce e ottima vivacità. Il naso pur nella sua semplicità tiene incollate le narici al bicchiere. Beva sciolta ed agile; giusto quel che si chiede ad un buon bicchiere di vino quotidiano. Scontato l’abbinamento con un bel piatto di trenette al pesto.

Riviera Ligure di Ponente Majè 2012 – Bruna (Ranzo – Liguria) sullo scaffale attorno a 10 Euro

Daniele Bartolozzi