Storia di una degustazione incredibile
Desideravo, bramavo, volevo esserci. Risoluto come non mai. Ho insistito con tutti e alla fine eccomi lì, a Castelnuovo Magra (Sp), all’apertura di “Benvenuto Vermentino 2016”.
Perché tanto impegno, determinazione? Quante rassegne ho visitato e partecipato? Perché così tanta ostinazione manifesta?
Perché sapevo che avrei degustato la Storia del Vermentino di Luni, avrei capito la sua essenza, con il sorso sarei andato a ritroso in annate improbabili, inverosimili e scoprire quanto, da tempo, esserne certo.
I miei studi su questo vino prodotto in quella parte della Provincia della Spezia e di Massa Carrara, non più Riviera di Levante né Alta Toscana ma l’area allargata dell’antica e prospera colonia romana, risalgono al percorso che feci come “Assaggiatore”. Proprio in quell’area, a contatto con i produttori e capirne così i fondamenti, la sua natura e quell’attitudine all’invecchiamento.
Il Vermentino vino viene ricordato come floreale, fruttato, fresco. Ed è proprio la ricchezza di acidità l’elemento importante della sua produzione. Addirittura i vignaioli di Luni tendono ad anticipare sempre più la vendemmia per la ricerca della maggiore acidità. Ne consegue che è e sarà un vino di immediata beva da consumare nell’arco dei due anni.
Ne consegue che una Verticale di Vermentino di Luni fatta di bottiglie, alcune delle quali dimenticate nelle cantine aziendali, non può che essere un avvenimento. E allora sono giustificati il mio desiderio, bramosia e volonta di esserci a tutti i costi.
In prima fila, di fronte a 21 bottiglie che partono dall’annata 2014 per arrivare alla 1995. 19 anni di Storia del Vermentino di Luni. E dietro di me i produttori ansiosi di capire l’evoluzione.
Questo l’elenco per vendemmie con il mio giudizio in centesimi:
2014: I Pilastri (84/100), La Baia del Sole (85/100)
2013: Il Monticello (84/100), I Pilastri (85/100), Il Torchio (85/100), il Chioso (87/100), Villa Linda (88/100)
2012: Nonno Pescietto (85/100), Ca’ Duà (87/100)
Le prime piacevoli sorprese:
2011: Eboli Azienda Giacomelli, ancora una buona acidità, (88/100), Numero Chiuso Azienda Bosoni, vinificazione particolare per durare nel tempo, (voto 88/100)
2010: Sarticola di Lambruschi, formato magnum, evoluzione minerale e grande palato (90/100)
2009: Terra della Luna Riserva, permanenza sulle bucce (88/100)
2008: Solarancio della Pietra del Focolare, formato Magnum, uno dei migliori dell’intero panel (voto 90/100)
2007 Linero Vigna del Generale (87/100)
2006: Podere Lavandaio. L’anzianità che emerge. (86/100), Boboli di Giacomelli altra stoffa (90/100)
2005: Linero, decisamente migliore della vendemmia 2007. (88/100)
Il gioco si fa duro.
2003: Federici, in forte fase calante, non regge. (senza voto)
1997: Ancora Federici. Andato! (senza voto)
Gli ultimi due, dal fantastico all’incredibile
1997: Il Torchio, colore dorato, olfatto su toni molto avanzati. Il vecchio in evidenza che ha ancora qualcosa da esprimere. Dare un voto è impossibile; solo riverenza e chapeau!
1995: Federici, la bottiglia dimenticata, l’incredibile. Meglio dire “il tesoro nascosto”. La perla dell’intero panel, la mia convinzione e certezza racchiuse in una bottiglia.
Qualcuno ha parlato di somiglianza e attitudine con i bianchi della Côte du Rône. Credo che non occorra spingersi fino a quel punto solo per definire l’attitudine all’invecchiamento. Basta affermarlo e crederci.
Qualcosa in tal senso si sta muovendo. Alcune Aziende cominciano veramente a crederci. L’augurio è che la mera, pura e semplice logica del cassetto lasci spazio anche ai sogni e fantasie.
Un grazie doveroso all’Enoteca Regionale della Liguria e a Laura Angelini che mi hanno permesso la partecipazione a questo “Degustare la Storia, verticale a sorpresa di Vermentino, il Tesoro Nascosto delle Cantine di Luni. Chapeau!”
Urano Cupisti
Nelle foto, dall’alto:
Insieme a Laura Angelini (Pietra del Focolare) e il mitico Ottaviano Lambruschi
I “magnifici 21”