Podere La Casella nella valle del torrente Caprio

Tornare all’Agriturismo Ca’ del Bosco ovvero presso l’Azienda vinicola Fedespina in quel di Mulazzo, Alta valle della Lunigiana, è sempre un piacere. Quando poi è dare seguito ad un invito programmato da tempo, ancor di più.

Non una delle prevedibili programmazioni magari per assaggiare le nuove produzioni o campioni di vasca o botte dei vini conosciuti che verranno. Niente di tutto questo. Qualcosa di più importante, rilevante, notevole. Assaggiare un nuovo nato, una nuova avventura che cresce giorno dopo giorno all’interno di una barrique. Gestazione, stato interessante, affascinante, intrigante. Ascolti la barrique e rilevi i “sussulti”, il lento crescere.

L’ultima mia visita aziendale da Fedespina si concluse con un invito da parte di Antonio Farina, il proprietario, e una promessa da parte mia a venire.

“L’appuntamento è per Maggio prossimo per svelare il contenuto di quella barrique mezza nascosta in cantina, resa quasi anonima (e non per caso) che contiene la novità prossima aziendale: Pinot Noir da vitigni di oltre 40 anni”. La territorialità dei vitigni e il terroir rendono l’attesa impaziente.

Adesso Antonio è pronto per l’assaggio, lo scoprire il suo tesoro nascosto. Ma come parlare di un nuovo vino senza conoscerne l’inizio, il luogo, la vigna.

Bisogna spostarsi dall’altra parte del fiume Magra e percorrere la statale della Cisa verso il fondo valle. Raggiungiamo nel Comune di Filattiera la frazione Ponticelli ed entriamo in una vallata semi nascosta, quella del torrente Caprio, dove non pensi di trovare vigne. Sullo sfondo il monte Orsaro (1831 mt).

Arriviamo al Podere la Casella con la sua storia legata ad un personaggio amante dello champagne ed intestardito a produrre uno spumante metodo classico da quelle vigne. E c’era riuscito; così raccontano da quelle parti. Poi l’abbandono.

Ed ecco di fronte a noi la vigna di pinot nero con piante di oltre quarant’anni riportate alla vita dal sapiente e costante lavoro di Antonio.

Il terreno si presenta con molte analogie a quelle vocate per questo vitigno. Profondo, tracce abbondanti argillose e materiale alluvionale lasciato dal ritiro delle acque. I presupposti ci sono: microclima, discreta altimetria. Carattere floreale, fruttato ed eleganza assicurati.

Man mano che ci si sposta verso valle i filari prendono una connotazione più vigorosa. La vigna assume connotati unidimensionali.

Le stime previste della produzione ci sono tutte. Condizioni ideali per tradursi nei vini in termini di dettagli e complessità per amplificare ed esaltare il gioco delle differenze nelle sfumature gustative.

E che Pinot Noir sia.

Siamo di nuovo in cantina. Ci ha raggiunto la Presidente della Strada del Vino dei Colli di Candia e della Lunigiana, Fernanda Poletti, ed insieme assaggiamo il nascituro pinot noir del Podere Casella:

Pinot Noir. Campione in affinamento in barrique. Trasparenza aromatica con ascendente floreale e fruttato. Spiccato ventaglio speziato che troverà equilibrio con l’ulteriore affinamento. Potenziale d’eleganza nell’espressività di un campione di botte. Non tradisce le aspettative con la sua sottile mineralità.

Tesi ed essenziali nel confronto. Fernanda ed il sottoscritto concordiamo nel lavoro svolto in vigna e in cantina ispirato alla semplicità e al buon senso (del resto è la filosofia di Antonio Farina e dell’enologo Francesco Petacco). È toccato a noi “non casualmente” assaggiarlo per primi e onorato di diffondere la notizia.

Un ottimo Pinot Noir che verrà.

Urano Cupisti

 

Nelle foto, dall’alto:

Pinot nero di 40 anni

Il nascituro