(Non c’è champagne se non della Champagne)… e quando il mercato chiede maggiore produzione si allargano i confini territoriali

“Geograficamente la regione Champagne è divisa in cinque distretti. A sud di Reims si trova la Montagne de Reims,a ovest di Epernay la Vallée de la Marne, a sud sempre di Epernay la Côtes des Blancs ed ancora più a sud la Côte de Sezanne e l’Aube. Quest’ultimo distretto si trova molto lontano, a circa 100 Km da Reims, del tutto separato”. Questo è quanto riportato nei miei appunti durante la “lezione sullo champagne” che frequentai qualche anno fa. Quanto tempo è passato.

Forse ancora non era esploso il fenomeno dei R.M. (Recoltan Manipulant). Esistevano già ma la loro attività era essere principalmente dei coltivatori e conferitori d’uve per le Grandi Maison. E le zone di Massif de Saint-Thierry, le Monts de Berru, Vitryat insieme alle “indipendentiste“ Petite Montagne de Reims, Les Coteaux-Sud d’Épernay e il Montgueux erano considerate sotto-sotto zone, mai ricordate, come inesistenti.

Oggi il territorio della Champagne viene riconsiderato nel suo insieme. Secondo i dati del 2012 il vigneto Champagne copre 33.564 ettari complessivi in forma sparpagliata con una densità notevole nei distretti superconosciuti. Si estende sui territori di 319 Comuni. Non tutti sanno che nei rimanenti 316  Comuni  presenti nell’area AOC Champagne non è presente neanche un tralcio di vite ma si può tuttavia vinificare e imbottigliare.

Recentemente, da parte degli Organi competenti (Civic e Inao), si sta vagliando l’ipotesi di una revisione dell’AOC Champagne con l’allargamento della superficie vitata e l’annessione di altri circondari dove di fatto si produce vino adatto alla spumantizzazione. Insomma “legalizzare” quanto di fatto avviene e prendere atto del bisogno di ulteriore materia prima per soddisfare le richieste del mercato internazionale. Non dimentichiamoci  anche l’altro fenomeno naturale (sic!) in atto: il riscaldamento della superficie terrestre che spinge i N.M. (Négociant Manipulant, le Grandi Maison) a rivolgersi a Nord per gli approvvigionamenti delle uve. Si dice, si mormora che i territori oltre Manica siano “appetibili”.In particolare per lo chardonnay. Del resto il successo sempre più crescente degli Sparkling inglesi, oltre il 50° parallelo Nord, è una realtà inconfutabile che comincia a preoccupare i vignerons champenois e non poco.

Ho citato “zone indipendentiste” riferendomi alla Petite Montagne de Reims, Les Coteaux-Sud d’Épernay e il Montgueux,  non per parlare di Comuni che aspirano ad una sorta di autonomia o autogestione ma intenti alla ricerca di una loro identità per uscire e riuscire ad emergere.

Nel mio “vinovagare da quelle parti” ho nettamente percepito il desiderio, da parte dei vignerons locali,  di presentare i loro prodotti con ben specificata l’identità di provenienza. Questo è uno champagne della Vallée de la Vesle che insieme a la Vallée de l’Ardre e il Tardennois fanno parte della Petite Montagne de Reims, mi ha ricordato un piccolo produttore spiegandomi che i terreni non hanno gesso ma argille, limo argilloso, sabbie silicee e marne calcaree; diverso da quello della Montagne de Reims.

Di seguito i miei giudizi relativi ad alcuni Champagne di alcuni Récoltant delle zone indipendentiste:

Pierre e Philippe Aubry. 15 ettari a Jouy-lèe-Reims (Petite Montagne de Reims). Ivoire & Ėbène. Voto Il n’est champagne que de la Champagne

Françoise Bedel et Fils 8,4 ettari nell’Aisne. L’Âme de la Terre. Voto Il n’est champagne que de la Champagne

Laherte Frères 10 ettari a Chavot (Coteaux sud d’Épernay). Les Vignes d’Autrefois. Voto Il n’est champagne que de la Champagne

Diogène Tissier a Chavot-Courcourt (Coteaux sud d’Épernay). Saveur de Juliette. Voto Il n’est champagne que de la Champagne

Jacques Lassaigne 4 ettari Montgueux. La Colline Inspirée. Voto Il n’est champagne que de la Champagne

Il n’est champagne que de la Champagne.

Urano Cupisti

 

Nella foto sopra lo champagne di Diogène Tissier “Saveur de Juliette” premiato dalla guida Hachette 2014