Il racconto di alcuni assaggi incredibili

Assaggi che solo in una Manifestazione come Autochtona puoi fare. Il Forum Nazionale dei vini ottenuti da vitigni veramente autoctoni. Quelli le cui tradizioni si perdono nella notte dei tempi e non occorre contabilizzare gli anni di presenza in quei terreni per definirli tali.

Autochtona è cresciuta molto: la continua selezione di aziende che provengono da tutta Italia fin “nell’estremo Nord” italiano, a Bolzano “è sempre mirata e rappresentativa dello straordinario patrimonio di vitigni autoctoni che questo paese custodisce. A questo bisogna aggiungere la capacità della Manifestazione di attrarre un pubblico attento, curioso, ricco di operatori del settore, buyer, sia italiani che esteri”

Così si è espresso Maximilian Niedermayr Presidente del Consorzio Vini dell’Alto Adige. Come non condividerlo.

Ricordo la mia prima volta quando recepii appieno il messaggio dell’Evento. Ritagliarsi uno spazio importante tra l’affollato, gremito, pieno calendario di manifestazioni vinicole sparse in tutta Italia, spesso una copia dell’altra, a volte solo nell’intento unico di “fare cassetta”.

Eventi come questi devono partire dalla convinzione di comunicare all’esterno che certi vitigni e, conseguentemente, vini esistono e resistono alle mode internazionali che spesso “appiattiscono” le produzioni dove il “simile” abbonda.

Ed allora gioisci di fronte a bottiglie che ricordano la tipicità della nostra enologia.

I romagnoli Famoso Rubicone, Uva Longanesi, Pagadebit e Tunde’, i friulani Cianorie, Cordenossa, Piculit Neri, Sciaglin, Cividin, Ucelut, il laziale Cesanese di Affile, il bresciano Invernenga. Tutti conoscono il marchigiano Verdicchio ma nessuno ricorda Incrocio Bruni, il semiaromatico pugliese Minutolo.

Qualcuno calpestando le vigne nella val d’Orcia forse ha colto la presenza del Foglia Tonda e del Pugnitello, forse meno della Barsaglina (più toscana verace).Sfido a chi non ha bevuto nella propria vita, almeno una volta il Marzemino. O perché si trovava nel suo territorio d’origine (il Trentino) o per reverenza al grande compositore Mozart. Ma sfido chi abbia bevuto (a meno che non sia di quelle parti) la trevigiana Marzebina Bianca. Accanto a loro gli altri “famosi”, conosciuti, qualcuno che tenta il salto negli “internazionali”. Ed allora assaggi vini da Rondinella-Corvina-Molinara, Glera, Sangiovese, Lambrusco (o meglio Lambruschi), Cannonau, Nero d’Avola ed altri conosciutissimi.

Ma certamente sono i primi che ti restano dentro. Certo non raggiungono tutti le eccellenze ma rimangano sempre testimoni di Storia e Territori; esempi di culture da non rinnegare mai.

Alcuni dei miei particolari assaggi:

Becugiano Centesimino E Malbo, vendemmia 2010. Azienda Il Pratello (FC). Vendemmia tardiva con aggiunta nel mosto del 50% del vino dell’anno passato. Straordinario nel suo bouquet e al palato, mai stucchevole. Voto 4½.

Silente Tunde’. Azienda Sbarzaglia. Vendemmia 2009. Processo fermentativo molto complesso partendo da uve con vendemmia tardiva. Affinamento in legno tra tonneaux e barriques per 24 mesi. Gran vino equilibrato con ventaglio olfattivo complesso e persistenza lunga ed intensa. Voto Il mio AUTOCHTONA 2015

Bolla di Urbano. Cesanese di Affile 2011. Azienda Pileum (Fr). Il Lazio che non ti aspetti. Vino che ruota nel calice mostrando la sua carica di complessità, naso con un orizzontale ricco di aromi, palato che denota un equilibrio ben raggiunto e ritorni retronasali che riportano all’olfatto. Voto Il mio AUTOCHTONA 2015

Marzebina Bianca Marca Trevigiana 2014. Azienda Casa Roma (Tv). Sul tavolo le foto del vitigno con le uve che denotano una buccia grossa. Mi ricorda alla vista la “Durella” dei Colli Vicentini e la sua Storia assomiglia molto. L’acidità e sapidità ne sono i segni distintivi. Il vino che se ne trae è di quelli da definirsi particolari, diversi. Una cosa è certa: lo ricordi per la sua unicità. Voto Il mio AUTOCHTONA 2015

Ho lasciato volutamente per ultimi gli assaggi di due Aziende. La prima era già stata di mia conoscenza nell’edizione del 2014 e ha confermato il livello di eccellenza da Voto Il mio AUTOCHTONA 2015. Mi riferisco alla friulana Bulfon di Valeriano-Pordenone. Meglio dire i Vini di Emilio Bulfon, categoria Eccellenza, sempre premiati. I miei preferiti? Piculit Neri 2013 e Ucelut 2014. Semplicemente eccezionali, Chapeau!

La seconda la bresciana Vigneto Pusterla, della quale la Storia ti affascina. Fondata nel 1850 resiste fino al 1973. Poi per una serie di problematiche contingenti “sparisce” per riapparire nel dicembre del 2011, con le sue tradizioni mai perse pronta ad essere di nuovo protagonista.  Perché Pusterla? (ne parlerò prossimamente perché merita conoscerla).

L’offerta di vino in generale aumenta sempre di più nel nostro Paese sotto forma di Manifestazioni ed Eventi. L’offerta di vino da parte di Autochtona ha aumentato la sua forza di attrazione verso visitatori specializzati che hanno recepito il messaggio: scoprire lo scrigno che contiene lo straordinario patrimonio di vitigni autoctoni.

Urano Cupisti