Quando diventa un appuntamento irrinunciabile, da Terenzuola

Tranquilli non è mia intenzione tediarvi con ricordi storici frammisti a tradizioni e leggende. Ne vi racconto la storia di Terenzuola, di Ivan Giuliani e dei suoi vini.

Riferisco l’accaduto di un Lunedì ahimè primaverile, precisamente il primo giorno di febbraio, uno dei giorni che il calendario e le tradizioni chiamano della Merla: i più freddi dell’anno.

Ho raggiunto la cantina aziendale a poca distanza dal Borgo collinare di Fosdinovo, ultimo Comune toscano, frontaliero con la vicina Liguria. Terre di Vermentino dei Colli di Luni e non solo (Pollera, Vermentino Nero, Barsaglina, Bracciola, Colombana, Albarola, Durella, senza dimenticare i toscani Trebbiano toscano, Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo e i vitigni internazionali in particolare Merlot, Syrah).

Ivan Giuliani, che ormai ha acquisito un secondo cognome, Terenzuola, e con questo maggiormente conosciuto, non coltiva tutte le varietà ricordate come presenti nel vasto territorio della Doc Colli di Luni. Una buona parte però sì. Sono presenti nelle sue vigne tanto da convincerlo a dare vita ad un progetto, iniziato con la vendemmia 2014 (Rossi) e proseguito con la 2015 (Bianchi), che porterà nel 2017 all’uscita di due vini che, nelle sue speranze,dovranno ricoprire il ruolo di CRU aziendali. Le premesse per questi due eccellenti vini ci sono, eccome! L’ho constatato dall’assaggio dei campioni di vasca effettuati proprio nel giorno della Merla.

Le tre ore passate con Ivan Giuliani Terenzuola e i suoi collaboratori sono state quanto di più intrigante, avvincente e divertente che mi potesse capitare.

Intrigante per l’esposizione di Ivan circa i continui cambiamenti (ed investimenti) che effettua nei processi delle singole coltivazioni e vinificazioni. L’avvicinamento sempre più al biologico come lotta ragionata volta alla salvaguardia dell’ambiente senza rientrare nei suoi codici comportamentali e protocolli. Insomma il vino deve essere prima di tutto buono.

Avvincente perché attrae irresistibilmente con le sue semplici esposizioni fino a coinvolgerti nelle sue deduzioni con razionalità.

Divertente per il coinvolgimento da “festa sull’aia”, con il cibo a Km 0, cucinato all’istante, tra amici a volte persi nella quotidianità.

La visita in Cantina, un cantiere sempre aperto, si è rivelata alla fine un full-immersion nella realtà Terenzuola. La mia Banca è differente a ricordare e significare momenti non sempre felici ma superati con la tenacia e lo slancio. Il tutto narrato anche dal suo sguardo misto tra curiosità e passione.

Il giorno della Merla da Ivan Giuliani Terenzuola è anche il momento per gli assaggi dell’ultima annata, dei raffronti, di piccole verticali.

Questi i vini assaggiati con il mio personale giudizio:

Vigne Basse 2014. In prevalenza Vermentino 90%. Il vino aziendale prodotto in circa 80.000 bottiglie. Voto 84/100

Vigne Basse 2015. Imbottigliato da poco, comunque denota una complessità superiore al precedente. Da riassaggiare. Voto 86/100

Fosso di Corsano 2007. Vermentino Superiore 100%. Di norma ne produce 28.000 bottiglie annue. Questa vendemmia raggiunge l’eccellenza ed ha ancora tanta storia da raccontare. Voto 92/100

Fosso di Corsano 2008. Perde nettamente il confronto con il precedente. Un buon vermentino ma niente di più. Voto 88/100

Fosso di Corsano 2013. La dimostrazione che il tempo influisce moltissimo su questo Vermentino. Ancora in evoluzione. Non può che migliorare. Voto (provvisorio) 89/100

Fosso di Corsano 2014. Quasi un campione di botte. Giovane, non ancora maturo. La votazione lo penalizzerebbe. Lo valuteremo il prossimo anno.

Vermentino Nero 2009. Uve vermentino nero per l’85%. Un percorso particolare in cantina per far esprimere alle uve il meglio di se. Un vino di media longevità e lo si capisce da questa vendemmia. Voto 86/100

Vermentino Nero 2011. I due anni in meno di vita  non possono che far bene e lo riconducono a pieno titolo nella suà migliore maturità. Un bel vermentino nero. Voto 89/100

Vermentino Nero 2013. L’inizio della sua maturazione. Ottimo. Voto 88/100

Vermentino Nero 2014. La vera sorpresa. La dimostrazione che il terroir è l’elemento principe nelle produzioni. Annata ritenuta disastrosa che riscontriamo ottima in vini come questi a dimostrare che prima di aprire la bocca, azionare i sensi. Maturazione in atto, naso complesso e palato già accattivante con un buon equilibrio e persistenza notevole. Da riassaggiare con qualche anno di affinamento in bottiglia. Voto 89/100

La Merla della Miniera 2004. Canaiolo all’85% e altre uve come fermentino nero e massaretta/barsaglina 15%. Percentuali che variano di vendemmia in vendemmia. Questa annata è particolarmente adatta a chi ama l’evoluzione delle ossidazioni.  Non ha seguito l’iter di cantina delle attuali annate e la si consegna alle “annate vecchie” senza voto.

La Merla della Miniera 2006. Un vino diverso che affascina i degustatori “incalliti” alla ricerca di evoluzioni che lascino qualcosa dentro. Anche questa vendemmia  la si consegna “alle annate vecchie”. Una sorta di “auto d’epoca”, da collezionisti. Non si può dargli un voto: o si ama o niente.

La Merla della Miniera 2008. Un vino maturo, consistente, complesso all’olfatto e attraente al palato. Il secondo sorso ancora migliore. Voto 87/100

La Merla della Miniera 2011. Ci siamo, decisamente ottimo. Meritevole. Voto 89/100

La Merla della Miniera 2013. Ha i peccati della gioventù ma se tanto mi da tanto ne riparleremo senz’altro. Voto 88/100

E il Giorno della Merla, da Ivan Giuliani Terenzuola, è andato come sempre nel migliore dei modi. Non è un incontro ripetitivo, per niente. C’è sempre da imparare. Alla fine porti con te qualcosa di nuovo per arrivare a dire arrivederci al prossimo anno e diciamo la verità: mangiato bene, bevuto meglio. Elementi per star bene e vivere bene. Provate a darmi torto.

Urano Cupisti