Lago di Caldaro, Seehotel Ambach posizionato sulla riva Nord del lago. Occasione: il lunch conclusivo del Summer Press Tour 2022 organizzato dalla Famiglia Walch dell’omonima azienda altoatesina.
Perché ne parlo? È stata l’occasione per conoscere di persona Elena Walch, “La Grande Dame”, “la Regina del Gewürztraminer”.
Ed è stata anche l’occasione per una “chiacchierata” schietta con quella Signora che poi ho chiamato l’avanguardista della viticoltura altoatesina anche se lei altoatesina non lo è ma diventata per scelte di vita.
Architetto milanese che, grazie all’incontro con il futuro marito Werner Walch, lui sì di famiglia altoatesina da diverse generazioni, è riuscita a condividerne le passioni e cambiare così il corso della sua vita.
Affabile, cordiale, cortese ma attenta ai dialoghi che si intrecciavano durante il lunch per capire gli umori dei presenti e cogliere i “risultati” dell’avvenimento. Le orecchie come radar a percepire le propensioni, gli atteggiamenti, i “sì, però” e capire se le sue figlie, Karoline e Julia, erano riuscite a trasmettere quei valori che sono alla base del lavoro perpetrato lungo la linea dell’avanguardia nel rispetto della tradizione.
Signora Elena ci possiamo dare del “tu”?
“Certamente stavo per chiederlo”.
Parlami dell’inizio e di quel primo vino, uno chardonnay 100%, il “Cardellino”, che stiamo proprio assaggiando adesso?
“Partiamo dal nome, Cardellino. È legato proprio al famoso uccello canterino. Da queste parti si racconta che ama posarsi sulle viti di chardonnay per esaltarsi nelle sue doti canore. Facile capire la scelta. Un vino che sappia cantare con le sue doti legate in parte al legno e in parte alla permanenza sui propri lieviti. Nato particolare non per caso.
Devo dire frutto di ricerche avanzate, condotte da mio marito Werner: è chardonnay in purezza, di cui un 15% fermenta in barrique di rovere francese per circa 6 mesi, quel che basta per apportare al palato le piacevoli sfumature di cremosità e la rimanente parte in inox con una permanenza lunga (oltre 6 mesi) sui lieviti della fermentazione”.
E questo 2021?
“Siamo felici di un’annata qualitativamente eccellente che ci ha permesso di ripetere l’esperienza del “Cardellino”. Primavera secca che ha portato ad una fioritura tardiva, seguita da un inizio di estate caldo e secco. Da metà luglio a metà agosto un tempo mutevole ci ha preoccupato un po’. Poi è iniziato un tempo da sogno fino alla vendemmia dello chardonnay colto nel momento giusto. Ed ecco qui il nostro “Cardellino” che canta nel calice”.
Le mie considerazioni
Alla vista si è presentato con un colore paglierino tendente al dorato che ha posto numerose domande:
Colore dato da una vendemmia leggermente tardiva? NO, Elena mi ha parlato di vendemmia nel momento migliore;
Colore dato dalla permanenza nel legno? Può darsi; comprensibile negli step successivi;
Colore dato da una macerazione voluta per estrarre maggior massa colorante? Anch’esso, al di là delle dichiarazioni della produttrice, lo si può capire dallo step olfattivo successivo;
Ha volteggiato nel calice con una certa consistenza rilasciando tracce sulle pareti, anch’esse domande che avranno risposte successive.
Al naso, il verticale (intensità) ha presentato un vino con un’impronta fine, diretta; nell’orizzontale i fiori e i frutti dello chardonnay ben allineati con effusioni gentili di terziari composti principalmente da vaniglie. Ecco la prima conferma del passaggio parziale in legno, non coprente.
Al palato le conferme:
Sulla parte gengivale i tannini gallici del legno hanno accarezzato;
In punta l’acidità ha provocato la salivazione ed insieme alla presenza salina della sapidità ha lasciato l’alveo del palato fresco;
Le sostanze morbide date dal basso residuo zuccherino unito all’alcool (dichiarato in una percentuale del 13,50%) e ai poli-alcooli (glicerine) ben evidenti come tracce sulle pareti del calice hanno sorretto in equilibrio quelle dure presenti e già descritte;
Ed infine una discreta persistenza a completare l’analisi sensoriale.
“Cardellino 2021”, la tradizione divenuta avanguardia. Lo chardonnay di Elena e Werner Walch che sono riusciti a far cantare. Chapeau!
Urano Cupisti