Racconto di assaggi da botte

È accaduto qualche giorno fa durante una visita programmata da tempo presso l’Azienda Baricci nelle terre di Colombaio Montosoli a Montalcino. L’Azienda Baricci si trova sul versante Nord, a 280 mt/slm, quello che guarda Buonconvento, la Toscana senese, la dolce, ondulata, collinare Tuscany.

Niente di nuovo sotto il Borgo di Montalcino se non il ripetersi di storie familiari ricche, colme, dense di tenacia, passione e umiltà. E la “storia” della Famiglia Baricci non ne è immune.

Mezzadria, sussistenza arrivando alla responsabilità diretta della produzione. Le ultime tre generazioni per arrivare, vendemmia dopo vendemmia, a  immaginare, progettare, organizzare il futuro di un grande Brunello.

La proprietà vitata, a pochi passi dalla Villa di Montosoli, si estende a semicerchio per circa 5 ettari classificati “a Brunello” sotto il podere. Il biglietto da visita, inconsueto nella grafica, testimonia il messaggio che la Famiglia Baricci vuol far passare: la foto di una realtà piccola, a conduzione familiare, circondata da boschi, con in alto il Borgo di Montalcino. Sintesi di un’armonia dove la vita diventa ordinata e naturale. Come è naturale continuare. (U.Padelletti).

Terreni di origine eocenica, ricchi di fossili e galestro.  È sufficiente scavare meno di un metro per rinvenire fossili di particolare bellezza come “quel Riccio di Mare preistorico” che la Famiglia Baricci custodisce gelosamente.

I numeri fanno capire la vera, reale consistenza aziendale. 30.000 bottiglie annue, 12.000 Brunello e 18.000 di Rosso ottenuto dalla declassificazione “a Brunello”. Clientela prevalentemente  internazionale (circa il 70% venduto all’estero) e nazionale rappresentata da consumatori diretti, ormai amici nel tempo.

Pietro e Federico, seconda e terza generazione (padre e figlio), mi hanno accolto in un pomeriggio un po’ ventoso di Levante mentre Francesco, l’altro figlio, ancora era in vigna. La cantina, il cuore pulsante dove impegno e soddisfazione trovano la giusta coesione, si è sviluppata nel tempo nei locali sottostanti l’abitazione. Un insieme di stanze e “stanzette” a raccontare, se ce ne fosse ulteriore bisogno, la Storia dei Baricci. La zona destinata alle fermentazioni non riesce più a contenere le vasche in inox termocontrollate tant’è che due sono state posizionate all’esterno per mancanza di spazio. Le botti di Slavonia di media capacità trovano il loro spazio nelle numerose “stanzette”. I pochi Tonneax dove matura la Riserva 2011 prossima all’imbottigliamento, trovano spazio in quei pochi “spiazzi” ricavati qua e là. Pietro mi ha raccontato che alcune botti, al momento dell’acquisto, furono assemblate direttamente dentro per l’impossibilità di farle passare per le porte esterne. Dettagli di cantina come elementi di specifica identità.

Il piccolo tavolo per la degustazione è collocato a contatto con le botti, con la realtà del lavoro quotidiano.

Ho assaggiato il  Rosso 2014 e il Brunello 2011. Di questi vini già ne ho parlato nel recente Terre di Toscana avendoli inseriti tra i miei particolari assaggi dell’Evento.

Sono  stati i Campioni di Botte, i Brunelli che verranno, ad impressionarmi. Vendemmie 2014, 2013 e 2012, diverse tra loro, dissimili in tutto.

Vendemmia 2014. Botte n.1 da 40 hl. Vino atto a divenire Brunello di MontalcinoUn neonato in fasce ottenuto da un parto difficile (vendemmia 2014). Colore con ottima luminosità. Gira consistente lanciando lampi granati. Buona la lacrimazione. Naso che tende a presagire una buona complessità olfattiva. Troppo presto per capire le evoluzioni dei terziari. Al palato il breve sorso ha rilasciato una buona piacevolezza a raccontare le fatiche e le cure per arrivare a questo risultato. Non sarà una eccellente annata ma sicuramente, per l’Azienda Baricci, rappresenterà la tenacia, l’ostinazione e l’irremovibilità a produrre un grande vino nonostante le avversità atmosferiche e tutto quello che ne è conseguito. La capacità di coniugare tutti gli elementi costitutivi della Famiglia Baricci.

Vendemmia 2013. Botte n. 3 da 40 hl. Vino atto a divenire Brunello di Montalcino. Grintoso campione ormai cresciuto. Un Brunello dalle ottime aspirazioni. Colore virato sul granato luminoso, consistenza ben marcata e rilascio di abbondanti  glicerine. Profilo olfattivo interessante soprattutto nelle note dei terziari. Al palato il sorso è già ricco, gradevole e ben assestato. Risultato di un buon lavoro in vigna e in cantina. Il Vino che esprime già la sua territorialità.

Vendemmia 2012. Botte n. 2 da 40 hl. Vino atto a divenire Brunello di Montalcino. Diciamo subito che lo è già. Mancano pochi mesi al suo imbottigliamento e al restante affinamento in bottiglia. Un “grande” Brunello che raggiungerà facilmente la vendemmia a 5 stelle. Bello, bello, bello. Colore granato perfetto, concentrato. All’olfatto si apre con diversi abbracci: aromaticità boschiva, mineralità, spezie a non finire. Al palato equilibrio raggiunto con i tannini che si esprimono ben presenti ma vellutati. Persistente in una lunghezza infinita. Elegantissimo. Chapeau!

La mia avventura da Baricci è terminata qui. Tra le botti dei Brunelli che verranno. Ormai è sera, la famiglia si è riunita. Pietro, Francesco (appena rientrato dalle vigne), Federico e mamma Graziella mi hanno salutato sull’”aia”.

Ho portato con me conferme e gran belle novità. Del resto questo è il fascino di Montalcino, da sempre.

Urano Cupisti