Insieme a Marco Speri

Al secolo Marco Speri, uno degli Speri, della leggenda dell’Amarone e non solo. Uno Speri ribelle?  Sono le parole di Marco a risolvere l’enigma.

“Proseguendo una tradizione di famiglia, da una parte c’è la paura di cambiare, dall’altra c’è la voglia di fare qualcosa di nuovo, di lasciare un’impronta che possa essere vista dalle generazioni future. Il giudizio alla fine sta tutto in un bicchiere di vino, da assaporare, da gustare. E quando puoi condividerlo con altri, allora sai di avere fatto la cosa giusta”.

Alla parete della sala di degustazione una serie di foto. Quella più enigmatica raffigura il padre Benedetto con le mani nei capelli che non ha. L’espressione più significativa della “ribellione” del figlio.

Il padre Benedetto Speri disperato

“Noi padri abbiamo sempre il desiderio di riconoscerci nei nostri figli, li vediamo come fossero parte di noi. Quando scelgono la strada che noi stessi abbiamo scelto, anche se sappiamo già le difficoltà che incontreranno, sorridiamo. Siamo felici perché potremo condividere con loro ancora tante cose. Quando li vediamo fare quello che noi non avremmo mai fatto, ci stupiamo, non capiamo e ci arrabbiamo a volte, ma in fondo ne siamo orgogliosi. E sorridiamo lo stesso perché è così che va il mondo e la tradizione cambia, se Dio vuole, per diventare qualcosa di migliore”.

Così si è presentato Marco, con le parole del padre Benedetto e la sua filosofia scritta, unità di misura per capire i suoi vini.

E la visita in cantina, con gli assaggi di campioni di botte atti a divenire i “suoi” vini, è stata molto più semplice e compresa in tutte le sue sfaccettature.

“Fare il vino mi piace perché nel vino ci sono tutte le componenti della vita. C’è la fatica ma anche la bellezza del lavoro in campagna, c’è la creatività e la soddisfazione di fare quello che vuoi, c’è l’emozione dell’attesa e la speranza che il tempo ti sia favorevole. Ci sono momenti complicati e altri a dir poco esaltanti. E poi c’è il gusto e il piacere di berlo insieme, la convivialità. Mi piace anche perché devi per forza seguire la natura e capisci che il ritmo delle stagioni è anche il tuo”.

Da subito ho capito di trovarmi di fronte ad “un personaggio”, uno di quei vigneron che ama firmare i propri vini.

Passione profonda, sperimentazioni continue infaticabili, ricerca di un più saldo radicamento territoriale. A fronte di una descrizione forzata qualcuno potrebbe pensare a produzioni estreme. Niente di tutto questo. Gli assaggi hanno messo in luce trame di grande complessità unite ad una naturalezza disarmante intesa nell’affezione convincente.

Marco, mi manca un tassello, il lavoro in vigna.

“Dopo anni di ricerca, di osservazione della vigna e dei terreni nelle diverse stagioni, abbiamo capito che l’impianto a pergola tradizionalmente usato per i vitigni della Valpolicella poteva essere migliorato. Abbiamo messo a punto un impianto a pergola modificata, che ha questa forma Y.

Marco mentre pensa

I vantaggi sono molti: più luce, più vento, più parete fogliare. I grappoli d’uva crescono perfettamente pensili, non toccano i tralci, non richiedono manutenzioni invasive, inoltre, si raccolgono in modo più semplice e senza correre il rischio di essere danneggiati. Il risultato? Si sente tutto nel vino e forse non è un caso che molti impianti in Valpolicella siano oggi costruiti così”.

La “rivoluzione” iniziata in vigna e proseguita in cantina.

“Tanto tempo, tanta passione, altrettanta pazienza. Il lavoro in cantina è una sfida: custodire il carattere dell’uva e farlo sbocciare. Come tutto ciò che è vivo, il vino è il frutto di una costante evoluzione e la maestria del lavoro è la capacità di orientare questa trasformazione verso l’idea di qualità che abbiamo in mente e che lentamente prende corpo.

Natura e ideali, terra e creatività, la cantina è tutto questo e ancora molto altro, esperienza, confronto e discussioni. La tradizione ci aiuta, così come l’innovazione tecnologica ma la cosa più importante è l’intuizione e la capacità di tramutare il tempo che passa in un sapore originale e ogni anno diverso”.

Poi alla fine sono stati gli assaggi che hanno detto la verità.

Valpolicella Classico 2016

Note aziendali:  Nome: Valpolicella Doc Classico. Alcool: 13% Uvaggio: Corvina 70% – Corvinone 15% – Rondinella 10% – Altre uve autoctone 5% Origine: Fumane di Valpolicella. Fermentazione: Due settimane sulle bucce. Invecchiamento: Sei mesi in vasche di cemento; sei mesi in botti da 50 Hl. Affinamento: Tre mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni:  vino godibile e goloso, bella beva. Ottimo, voto 89/100

Valpolicella Ripasso 2014  

Note aziendali:  Nome: Valpolicella Doc Classico Superiore Ripasso. Grado alcolico: 14%. Uvaggio: Corvina 60%, Corvinone 25%, Rondinella 10%, Altre uve autoctone (Oseleta, Croatina, Pipiona) 5%. Origine: Fumane di Valpolicella.

Sistema di allevamento: Pergoletta. Fermentazione: 2 settimane di macerazione sulle bucce a settembre; ripasso sulle bucce di Amarone con macerazione per 10 giorni. Invecchiamento: 12 mesi in botti da 50 Hl; 6 mesi in botti da 7 Hl. Affinamento: 6 mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni:  Un gran bel fraseggio aromatico, una pennellata di eleganza infinita. Eccellente, voto 91/100

Amarone 2011

Note aziendali:  Nome: AMARONE della VALPOLICELLA DOCG CLASSICO. Grado alcolico: 16%. Uvaggio: Corvina 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, e altre uve autoctone 5%. Origine: Fumane di Valpolicella.

Sistema di allevamento: Pergoletta. Appassimento circa 120 giorni. Fermentazione: 45 giorni con macerazione sulle bucce. Invecchiamento: 3 anni e 6 mesi in botti da 50 hl. Affinamento: 12 mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni: Questo vino rivela tutta la sua classe. Purezza e precisione nei dettagli e tanta, tanta eleganza. Eccellente, voto 92/100

Amarone 2012

Note aziendali:  Le stesse del precedente, cambia solo la vendemmia.

Le mie considerazioni:  In più del precedente sfoggia una maggiore coinvolgente dinamica gustativa. Chapeau! Eccellente, voto 94/100

Recioto 2013

Note aziendali:  Nome: Recioto della Valpolicella DOCG Classico. Grado alcolico: 14%. Uvaggio: Corvina 60%, Corvinone 10%, Rondinella 25% e altre uve autoctone 5%. Origine: Fumane di Valpolicella. Sistema di allevamento: Pergoletta.

Appassimento circa 140 giorni. Fermentazione: 20 giorni con macerazione sulle bucce. Invecchiamento: 18 mesi in botti da 6 hl. Affinamento: 6 mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni:  Espansione al palato profonda senza perdere la sua naturalezza dolce. Eccellente, voto 91/100

Interessanti sono stati i 10 assaggi effettuati dalle vasche e botti. L’anima dei vini Secondo Marco. Chapeau!

Urano Cupisti

 

Secondo Marco di Marco Speri

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