I grandi rossi della Cote d'or. Il panel in degustaziome

I magnifici sette della Côte d’Or in una serata evento straordinaria. All’Osteria Le Terme di Massaciuccoli è in corso una vera e propria Scuola di Vino.

Insieme a Stefano Bergamini organizziamo “approfondimenti” elaborando progetti precisi, mirati.

L’ultimo, compreso in un più ampio disegno titolato “Obiettivo Bourgogne” è iniziato nel mese di settembre affrontando la conoscenza dei singoli territori della Côte d’Or dove il Pinot Noir e lo Chardonnay si esprimono in innumerevoli sfumature.

I grandi rossi della Cote d’or. Il territorio

E come non terminare questo ciclo con una serata evento dove parlare, dibattere, dialogare di fronte a sette calici rappresentativi del “ meglio” di questa “Terra di Eccezioni”. Perché la Côte d’Or è Terra di Eccezioni.

Quel repertorio di “eccezioni” che sembrerebbero delegittimare il ferreo disciplinare ultracentenario, a volte incomprensibile particolarmente per i neofiti, che poi alla fine “legalizzano” il noto proverbio della cultura popolare di origine latina: “L’eccezione conferma la regola”.

In un Blind Wine Tasting a ricercare i valori del Pinot Noir partendo dai “nordisti” (Côte de Nuits) per terminare ai “sudisti” ( Côte de Beaune).

I grandi rossi della Cote d’or. Il Vosne Romanee

Eccoli i magnifici sette in ordine di presentazione:

  1. VOLNAY 2020 di Aegerter Père et Fils. La partenza con un rosso della Côte de Beaune, fresco, beverino ma con un piglio da puledro di razza. In bocca ha associato una notevole espansione a un tatto delicato e quasi setoso. Un ottimo inizio!
  2. CHASSAGNE-MONTRACHET 2018 di Louis Latour. Sempre nella Côte de Beaune, in quella parte ritenuta vocata per i grandi chardonnay. Eppure anche i rossi se la cavano egregiamente. Una versione di elastica gradevolezza dalla beva di slancio. Il distinguersi nell’eccellenza!
  3. CORTON GRAND CRU 2013 di Louis Latour. Ci troviamo su terreni rossastri molto argillosi dove le sfumature aromatiche che ho riscontrato all’olfatto mi riconducono al micro terroir. Chiaroscuro di spezie, slancio e dinamismo. L’identificazione dell’eccellenza del terroir di appartenenza!
  4. I grandi rossi della Cote d’or. Il Clos Vougeot Grand Cru

    CHAMBOLLE-MUSIGNY 2019 di Domaine Roblot Marchand et Fils. Non ha tradito le aspettative. Potenza e grazia con una convincente grinta sapida. Distinzione nell’eccellenza!

  5. MOREY-SAINT DENIS 2017 di Joseph Drouhin La profondità tannica ha alimentato uno sviluppo ampio. Devo dire che mi sarei aspettato un Morey tridimensionale. Così non è stato. Inappagato!
  6. VOSNE ROMANEE 2017 di Louis Latour Il naso ha sprigionato un’incantevole complessità aromatica. Una eccellente delizia. Ha risposto alle aspettative. Rara superiorità!
  7. CLOS VOUGEOT GRAND CRU 2013 di Louis Jadot L’atteso che ci ha ripagato. Versione che ha sfoggiato una dolcezza seduttiva. Pregevolezza e preziosità!
I grandi rossi della Cote d’or. Chambolle-Pusigny

Certo per persone vinonavigate come il sottoscritto e Stefano Bergamini preparare un “approfondimento” simile e trasmettere le sensazioni che scaturiscono dai singoli assaggi, è stato come essere trasportati in quella terra che dalla Porta di Marsannay corre verso Santenay.

E l’immaginazione ha portato i presenti nell’alternare continuo di villaggi fioriti di piccolissime dimensioni che scandiscono le aree vitivinicole della Côte d’Or.

Ed ora concentriamoci su nuove avventure, approfondimenti da proporre ai numerosi Wine Lover’s che ci seguono all’Osteria Le Terme di Massaciuccoli. Chapeau!

Urano Cupisti

Degustazione del 4 dicembre 2022

Osteria Le Terme
Località Massaciuccoli-Massarosa (Lu)
Cell: 329 7317002

nainapi@gmail.com

www.osterialeterme.com