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Fuori dai soliti percorsi. Seconda tappa in Champagne, sulle tracce di bollicine sconosciute, o quasi, in Italia

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Tappa n. 2 : Guy Charbaut, da tre generazioni il nome giusto per le bollicine nel cuore dello Champagne

Ai giorni nostri la produzione annua di Champagne supera i 2,5 milioni di ettolitri, una mare di vino in cui trovano impiego oltre 30.000 persone. Tra récoltant manipulants (i vignaioli che raccolgono uva e la trasformano in bottiglie), négociants (coloro che l’uva la comprano, come i grandi marchi) e coopératives  (le cooperative tra vignaioli, simili alle nostre cantine sociali) si sfonda il numero di 5.000 partite IVA (o meglio di TVA); un vero esercito di produttori, grandi e piccoli.

Anche se sono i grandi négocians a detenere il monopolio dell’export con una fetta di quasi l’80%, i piccoli nell’ultimo decennio si sono fati valere raddoppiando la propria quota. Molti giovani tra i récoltant manipulants d’ultima generazione si sono infatti decisi ad uscire dal guscio; lo Champagne, e chi lo visita se renderà conto, è ancora una regione di tradizione fortemente “Contadina”, attaccata alla propria terra e poco motivata nella scoperta di ciò che la circonda.

 

TAPPA N. 2 – GUY CHARBAUT, DA TRE GENERAZIONI IL NOME GIUSTO PER LE BOLLICINE NEL CUORE DELLO CHAMPAGNE

Difficile non trovarla. Basta infatti cercare i vistosi cancelli della Philipponat (marchio arcinoto dello Champagne) per intercettare con successo questa maison di medie dimensioni (poco oltre le 200mila bottiglie annue) a metà tra il récoltant ed il negoce. Siamo a Mareuil-sur-Ay, riva destra della Marne ad una manciata di chilometri da Èpernay. Qui nei lontani anni ’30 André Charbaut iniziò l’attività di produttore di bollicine, oggi proseguita con successo dal nipote Xavier.

Ci accoglie in cantina (che è anche Chambres & Tables d’Hotes, 5 camere nell’adiacente foresteria affacciata sul canale) il giovane Yohan Bauchet a cui compete l’onere di curare l’export aziendale (Italia compresa). Dalla sua una selezione di Champagne Premier Cru di sicuro interesse e ben prezzata (dai 15 Euro del base ai 32 dell’etichetta più costosa).

 

Primo step della gamma, la Selection Brut (pure in versione demi-sec), 36 mesi sui lieviti e blend “classico” con i due pinot (noir e meunier) accostati allo chardonnay. Una bollicina disimpegnata e cordiale, perfetta su degli stuzzichini salati a base di pasta sfoglia. Sopra le aspettative il Brut Cuvée de Reserve Premier Cru, dotato di insospettabile lunghezza e notevole spessore in centro bocca. Un riuscito mix di pinot nero, per 2/3, e chardonnay, per 1/3, maturato per 48 mesi sui lieviti. Un bel piatto di crostacei appena scottati, se non crudi, il suo matrimonio perfetto.

 

Sottilmente elegante il Blanc de Blancs Premier Cru, con sentori di frutta bianca al naso e spiccata vivacità in bocca.  Due le versioni millesimate disponibili in cantina (salvo il millesimato 1999, ancora acquistabile in una manciata di magnum). Giunge dalla vendemmia 2005 il Millésime Brut Premier Cru, 2/3 pinot nero ed 1/3 chardonnay. Ci si tuffa infine negli anni ’90 con il il Memory Brut 1998 Premier Cru, un blanc de blancs da parcelle di vigna nobile che ha maturato per oltre 10 anni sui lieviti.

 

Come detto in azienda si mangia, si dorme e si compra pure. La vendita diretta è aperta dal lunedi al sabato dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, la domenica esclusivamente su prenotazione. Si organizzano tour in cantina e degustazioni guidate con ticket di 5 Euro a persona.

Daniele Bartolozzi

GUY CHARBAUT

12, Rue du Pont

Mareuil-sur-Ay (7 km. ad est di Èpernay)

www.champagne-guy-charbaut.com