Da uve “povere” il vino in onore di Napoleone

È stato il Feluca, Bianco Passito dell’Elba, a farmi conoscere l’Azienda Mazzarri di Capoliveri. Assaggiato durante l’annuale evento dei Consorzi Toscani che si svolge a Firenze durante le anteprime.

Al Banco dei produttori elbani c’era un gran movimento proprio per alcuni campioni di vini dolci tra i quali questo “Bianco” reso ancor più “curioso”, insolito e sorprendente perché prodotto da uve cosidette “povere”: Procanico, Biancone, Riminese.

Uve scelte ed appassite per un periodo superiore all’Aleatico in quanto, avendo le bucce molto spesse, hanno tempi di evaporazione lunghe.

E poi il nome che richiama il cappello di Napoleone. Tutto ha un senso all’Isola d’Elba.

Con il prodotto della nostra terra e delle nostre mani, coltiviamo il desiderio di trasmettere le emozioni e le sensazioni che derivano dalla storia di una famiglia, dall’impegno dei suoi uomini, dai loro sogni”.

Feluca, Bianco Passito, è il realizzarsi di un sogno: produrre vino dolce fuori dall’icona isolano rappresentata dal “sommo aleatico” utilizzando uve provenienti da vitigni a bacca bianca diversi arrivati sull’isola con una storia nella Storia, trovando l’habitat ideale.

La Famiglia Mazzarri  da sempre produce vino. Fin dai primi dell’800. Ma la vera svolta, quella dell’introduzione di nuove tecniche agricole ed enologiche, è avvenuta alla metà degli anni novanta e nel 1999 viene imbottigliato il primo vino della “rinascita”.

Riportati alla produzione i vecchi vigneti esistenti e incrementata la superficie vitata fino a superare i tre ettari. Vino rosso, bianco, passito, aleatico e Olio. Il parco ulivi oggi supera le 400 unità.

Alla cura nella produzione dei vini tipici dell’Isola, bianchi e rossi, si affiancano i veri gioielli della nostra cantina: Docg Aleatico Passito e Doc Elba Bianco Passito”.

Questi gli assaggi:

  • Doc Elba Rosso Vignanuova 2015. Sangiovese 60%, altri vitigni a bacca nera 30% e altri vitigni a bacca bianca 10%. Percorso in inox. Incarna l’anima più semplice del vino da pasto. Un insolito carattere forgiatosi nel microclima isolano della zona Lacona. Beverino. Buono voto 84/100.

  • Doc Elba Bianco Pasito 2015. Procanico, Biancone, Riminese. Appassimento delle uve per un periodo superiore all’Aleatico.  Solare, delizia l’olfatto con sentori di fiori di mandorlo, miele d’acacia e albicocca candita. Al palato sensuale ed avvolgente. Un sorso tira l’altro tra freschi sapori di pasticceria. Persistente. Ottimo voto 89/100.

Il carattere generoso, spontaneo, accogliente si ritrova nei loro vini. Espressione di una terra particolare “troppo ancorata, ancora oggi,  ad un solo vitigno”.

È la ricerca di un riscatto vitivinicolo nell’eccellenza.

Hanno fatto proprio uno stile per proporre il vino elbano all’attenzione nazionale e non, uscendo dallo stereotipo del “vino da souvenir” (Aleatico docet).

Urano Cupisti