Una di quelle realtà dove, ritornare, c’è sempre da scoprire ed imparare. La mia terza volta a Felsina posso tradurla come studio particolareggiato del Sangiovese chiantigiano nella sua espressione sudista. Mi spiego meglio.
Felsina è posizionata tra le ultime propaggini dei monti del Chianti e la parte iniziale della valle dell’Ombrone. Si sviluppa su un’estensione di circa 600 Ha di cui 95 consacrati a vigna. Da un punto di vista geologico si presenta come “terra di frontiera” tra Chianti Classico e Crete Senesi, in direzione di Montalcino. L’anima chiantigiana sudista con centro Castelnuovo Berardenga.
Qui lo sguardo può correre liberamente tra le colline fino al monte Amiata, imponente e maestoso sopra l’orizzonte e spaziare fino al mare.
A ricevermi Michele Osini, responsabile dell’accoglienza. Un attento studioso della vitivinocultura e cultura enoica. Persona con la quale parlare di vino ti dimentichi del tempo, degli orari, dei successivi impegni.
“Appena si mette piede in questa campagna si percepisce l’abbraccio ospitale della terra accompagnato alla responsabilità morale verso il territorio”. L’inizio di questa terza volta a Felsina.
“Fèlsina è varietà di clima, di paesaggio, di terreni. I suoi diversi vigneti sono caratterizzati da suoli e microclimi diversi, unici nella loro particolarità.
Da questa straordinaria varietà nasce il Sangiovese di Fèlsina, o Sangioveto, parola toscana che ne identifica l’origine”.
Scusami Michele, parlami di selezioni massali ovvero lo scopo di mantenere la massima variabilità genetica all’interno della stessa varietà di vite.
“Poter lavorare su selezioni massali ci hanno permesso di conservare un patrimonio importante di differenti Sangiovese cresciuti – cru – a Fèlsina, attraverso una lunga esperienza di lavoro e sperimentazione, perché il connubio vitigno-terra è un elemento imprescindibile della storia e del futuro dell’azienda”.
“Questo contesto agricolo-culturale giustifica la scelta di vinificare il Sangiovese in purezza, scelta non solamente ideologica, ma consapevolezza maturata attraverso una lunga esperienza di lavoro e di sperimentazione, in cui il connubio vitigno-terra è un elemento imprescindibile”.
Era giunto il momento degli assaggi
Prima di dedicarci alle diverse espressioni del Sangiovese, Michele ha voluto presentare due Metodi Classici che sono risultati di ottima fattura:
– Brut Rosé da Sangiovese 60%, Pinot Noir 30% e Chardonnay 10%;
– Brut Blanc de Noir 60% Sangiovese preparato in barrique e 40% di Pinot Nero.
Infine i Sangiovesi
– Chianti Classico 2019. Sangiovese in purezza. Percorso in inox dove svolge ambedue le fermentazioni, affinamento in botte grande da 70hl per 12 mesi.
Le mie considerazioni. Splendente rubino. Complesso all’olfatto con chiare note di composta di ciliegie, mirtilli, lamponi, spunti boisé, spezie dolci e macchia mediterranea. Al palato ottima tessitura tannica, equilibrio, scia sapida. Ottimo 88/100;
– Chianti Classico Riserva Berardenga 2017. Affinamento per il 70% in barriques e 30% in botti grandi.
Le mie considerazioni. Rubino dall’unghia sfumata. All’olfatto toni che ricordano confetture di ciliegie, lamponi, un tocco di floreale macerato (viola), speziati diffusi. Al palato assoluta rispondenza con l’olfatto, avvolgente con ricco finale. Meritata eccellenza, 91/100;
– Rancia 2017, Cru di Sangiovese. Affinato 22 mesi in barriques.
Le mie considerazioni. Miscellanea di sensazioni olfattive che traboccano dal bevante. Fiori e frutta matura, ginepro, per poi spostarsi su note terziare di tabacco, spezie dolci, grafite e vaniglie. L’assaggio ha svelato una bocca succosa, salina, elegante tannino e lunga persistenza. Eccellente, voto 92/100;
– Fontalloro 2018, Cru di Sangiovese affinato in barriques per 22 mesi.
Le mie considerazioni. Naso intenso e complesso, rilascia sentori di ciliegia e lampone, humus, cuoio, per aprirsi a toni speziati e chiudere su macchia mediterranea. Palato signorile e di gran classe. Eccellente 94/100;
– Chianti Classico Gran Selezione Colonia 2009. 30 mesi in barrique.
Le mie considerazioni. Manto rubino che vira sul granato. Quadro olfattivo a dir poco affascinante. Fiori macerati di violetta, ciliegia. Spezie su cuoio, tabacco e vaniglie. Al palato acidità, sapidità e tannini ben amalgamati. Una Gran Selezione travolgente. Eccellente, voto 94/100;
Ci siamo soffermati anche su di un bianco particolare:
– Sistri 2019, Chardonnay affinato in barriques x 12 mesi.
Le mie considerazioni. Olfatto sensuale su note di vaniglia. Al palato è sostanzioso e vellutato. Sfuma su note di mandorle. Eccellente voto 91/100.
Felsina ovvero una felice combinazione del terroir ideale per la perfetta maturazione del Sangiovese e le moderne tecnologie poste all’interno della bella cantina. Chapeau!
Urano Cupisti
Vsita effettuata il 9 novembre 2021
Felsina
Via del Chianti 101
Castelnuovo Berardenga, Siena
Tel: 0577 355117