Fattoria La Torre

Tutte le volte che visito aziende a Montecarlo mi pongo la solita e ricorrente domanda: Montecarlo perché non cresce?

Calpestare le sue vigne, toccare con mano i suoi terreni (esposizioni a Est, Sud, Ovest e Nord), osservare i vigneti rigogliosi e leggere, rileggere la sua Antica Storia e, purtroppo, non trovare alcun accenno delle sue eccellenze né sui testi dei corsi per assaggiatori e sommelier né sulle guide nazionali. Un motivo ci sarà. Paradossalmente è un’area più conosciuta all’estero che in italia.

Fattoria La Torre

Sono caparbio e ostinato; tutti gli anni torno a Montecarlo a visitare le aziende e parlare del serio lavoro di alcuni vignerons di talento che hanno sempre creduto e credono nella potenzialità di questa enclave così diversa dalle altre confinanti (Colline Lucchesi e Chianti).

E pensare che la fama dei vini di Montecarlo di Toscana è secolare.

Gli antichi romani chiamavano “Vivinaia” la zona e i vini erano considerati eccellenti dai “patrizi”; i pellegrini che percorrevano la via Francigena, portarono e lasciarono a Montecarlo i semi di vitigni che ancora oggi sono presenti e costituiscono il panel della Doc.

Ho sottolineato la diversità con le altre aree confinanti. Dove trovate in Italia una zona dove il Syrah, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Roussane, Sauvignon Blanc e Semillon, sono “autoctoni” per la loro presenza fin dal Medioevo, alla stregua del Sangiovese e Trebbiano?

Fattoria La Torre. La cantina

Il serio lavoro di alcuni vignerons:
Fattoria La Torre

Tra questi figura, senza alcun dubbio, una realtà che in questi ultimi tempi ha voluto unire la passione per la produzione di vino e olio d’eccellenza all’accoglienza investendo in una ristrutturazione di un Antico Borgo. Il Progetto? Vivere l’esperienza del turismo rurale ed enogastronomico per una conoscenza reale, “da toccare con mano” all’insegna del relax, della cultura e del buon gusto.

Una storica cantina, si parla del 1887, ricostruita nei vecchi locali, completamente rinnovata grazie all’introduzione di sofisticate attrezzature per la vinificazione.

Fattoria La Torre. La barriccaia

“Obiettivo dei proprietari, la famiglia Celli, è quello di migliorare costantemente la qualità dei propri vini, investendo sia nel rinnovamento delle vigne che nelle dotazioni tecniche di cantina. La superficie vitata è di circa 6 ettari, con 7000 piante ad ettaro per una produzione che si attesta intorno alle 45.000 bottiglie annue”.

Così mi ha ricevuto Andrea Taglialegne, enologo, in un assolato mattino di luglio.

“Montecarlo conserva una sua autenticità a tratti intima, un piccolo gioiello, che ahimè non vuole necessariamente apparire, ma poi si rivela da subito accogliente e discreto. Quest’ultime doti come buon pretesto per fermarsi, passeggiare nell’antico borgo sulla collina e nei vigneti circostanti: il nostro progetto”.

Fattoria La Torre. Gli assaggi

Andrea, parliamo dei vini della Fattoria La Torre.

– Montecarlo Bianco Doc 2020. Vermentino 100%. Non abbiamo voluto, di proposito, fare un blend come il disciplinare consente. Abbiamo scelto il Vermentino per l’esposizione della vigna Laghetto ad Ovest, esposta alla brezza marina che proviene dall’alto mar tirreno poco distante. Diraspatura e pigiatura soffice delle uve, fermentazione in inox, affinamento per 6 mesi più uno in bottiglia. La complessità floreale e fruttata prepara ad un sorso con una convincente progressione di sapidità. Ottimo, voto 88/100

– Montecarlo Rosso Doc 2020. Cabernet Sauvignon 100%. Niente sangiovese, colorino o canaiolo ma il vitigno nostro “autoctono”. Dalla vigna Stringaio, Fermentazione in inox compresa la malolattica. Affinamento sempre in inox x 10 mesi e riposo in bottiglia x 6 mesi. Un vino diverso, di facile beva, dove il frutto e l’erbaceo (secondari) la fanno da padrone. Vino dal carattere intenso ma aggraziato. Ottimo, voto 88/100

– Altair Igt 2019. Vermentino e Viognier. Il vermentino effettua l’intero percorso in inox mentre il viognier in barriques. Vigneto di provenienza Boschetto. Complessità aromatica e gustativa che si articola con la vibrante purezza dei frutti. Ne esce una versione con una promettente evoluzione. Eccellente, voto 90/100

– Stringaio Igt 2017. 80% Syrah e 20% Cabernet Sauvignon. Vigneto Stringaio. La capacità di produrre eccellenze da questo territorio. Percorso fermentativo in tini di legno per poi proseguire l’affinamento in barrique per 12 mesi. Sei mesi di riposo in cantina. Penalizzato un po’ dalla difficile vendemmia è riuscito ad esaltarsi comunque. Nel bevante, ossigenandosi, perde ogni rigidezza e si riscatta lasciando presagire una promettente evoluzione. Eccellente 90/100

Fattoria La Torre. Esse 2016

Mini verticale di Esse, Syrah in purezza. Vigna di provenienza quella vicina alla cantina. Fermentazione in tini di legno e affinamento in barriques nuove per 24 mesi. Sosta in bottiglia per un minimo di 12 mesi:

– vendemmia 2015. Impenetrabile, Evoca all’olfatto intensi profumi fruttati. Al palato è caldo, con dote tannica ben integrata. Finale lungo. Eccellente voto 91/100

– vendemmia 2016. Bella fusione tra note fruttate, spezie e netti richiami balsamici. Molto consistente in bocca con una trama che non disdegna la giusta morbidezza. Il finale lungo e speziato. Eccellente, voto 93/100

– vendemmia 2017. Un vino che giudicherei giusto. Di sottile trama tannica cede di fronte alla 2016 ma il corpo coeso produce un’ottima rispondenza. Eccellente, voto 90/100

Oggi alla Fattoria La Torre si lavora secondo un’ispirazione radicalmente biologica, sostenibile, con una personalità territoriale tutta racchiusa nel Progetto Borgo La Torre. Che sia la chiave per il “risveglio di Montecarlo”? Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata il 7 luglio 2021

Fattoria La Torre
Via Provinciale 7
Montecarlo (Lu)
Tel:  0583 2298218

info@fattorialatorre.it

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