…un Martedì a “calpestare le vigne” in quel della valle del Taverone, nei pressi di Licciana Nardi, in Lunigiana, là dove il fiume allo stato torrentizio scavò, alcuni milioni di anni fa, un canyon “liberando” due “pianori”.

Ancora oggi scorre “rumoroso” trasportando le acque sorgive sia quelle del Passo del Lagastrello che della valle di Comano fino alla confluenza con il fiume Magra. Sulla destra ha permesso l’insediamento del Borgo di Licciana e sulla sinistra un Piano dove è posizionata  l’Azienda Castel del Piano. Cammino tra i filari con i frutti prossimi all’invaiatura, tra vitigni internazionali Chardonnay, Pinot Grigio, Merlot, Pinot Nero, il toscano Canaiolo e gli autoctoni Durella della Lunigiana, Pollera, Vermentino Nero e Marinella. La felice storia di Sabina e Andrea, fuggiti dall’opulenta Milano per libera scelta di vita, rifugiati nella torre diroccata dei Malaspina trasformata in seguito, con un attento restauro, in agriturismo e la cantina a testimonianza di una produzione biologica vera di grande livello. Scusate se è poco.

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...Sono seduto davanti ad Andrea con i suoi vini pronti per la degustazione. In perfetta scala dai bianchi ai rossi, dal più giovane a quello con un percorso di maggiore affinamento, dai “base”, più beverini ai predestinati alla longevità in cantina e “raccomandata” al momento della vendita. Tutti suoi figli nati dalla passione, slancio, forte attrazione verso la terra,  studi effettuati ed attenzioni prestate in cantina senza tempi, quando serve, quando ce ne è bisogno. E lo capisci nei sorsi.

 

Durlindana 2013. Pollera 100% vinificata in bianco. Il colore ti avvicina subito a qualcosa di diverso. Grintoso ed invitante verso i suoi profumi distinti di fiori bianchi e frutta ensemble matura. Al palato fresco-sapido con sorso ben definito.

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...

 

 

Pian Piano 2010. Si cambia passo. Blend formato da Durella, Chardonnay e Pinot Grigio. 1/3 di chardonnay fermentato in barrique non nuove. Otto mesi passati sui lieviti e tre anni di affinamento in bottiglia. Paglierino con riflessi dorati, Naso importante nell’intensità e complessità. Profumi secondari che si aprono ai terziari con tenui rimandi alla boulangerie e vaniglia. Palato appagante e convincente ben equilibrato dove la spalla acido-sapida si fonde con quella calda (t.a.v.14%) e  morbida.

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...

 

 

Pepe Nero 2011. Il nome di questo vino ci riporta subito al principe delle spezie: il Pepe Nero. Vermentino nero 100%. Il Vermentino Nero della valle del Taverone è decisamente diverso da quello dei Colli di Luni. Se non fosse per la somiglianza del grappolo si direbbe di essere di fronte ad un altro vitigno. Colore intenso con rimandi sull’unghia di riflessi purpurei, al naso arriva intenso il fruttato maturo misto al “bosco”, al palato tannini vellutati per un sorso di raffinato equilibrio. Interessante, intrigante.

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...

 

 

 

Melampo 2010. Il Pinot Nero che ti affascina. Questo vino recensito parecchie volte non mi ha mai deluso. A mio giudizio uno dei pinot neri più “altoatesini tra quelli non altoatesini”. Alla “cieca” gioca bene le sue carte. Rubino brillante, naso pieno intrigante con i ritorni di bosco. Sorso morbido, tannini fini e finale lungo. Chapeau!

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...

 

 


Groppolungo 2009. Un blend aziendale prodotto con “quel che c’è”. Canaiolo, Vermentino Nero, Pollera Nera, Marinella e Syrah (oggi è stato espiantato perché non idoneo in quei terreni). Vinificati separatamente in inox. Un gran rosso, strutturato, pieno, ricco, compatto. Un sorso elegante che stenti a ricondurlo al pianoro di fronte a Licciana Nardi. Chapeau!

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...

 

 

Castel del Piano 2011. Merlot 100%. Il merot il cui vino è tanto amato quanto bistrattato. “il vino rosso delle donne…è buono solo per i blend…” Già, vero. Chateau Petrus, Masseto, per non parlare di strido di Podere La Regola. Forse eccezioni?. Bene allora anche Castel del Piano rientra nell’eccezioni. Rubino regale, sensazioni di frutti di selva per terminare in una dolce vaniglia. Al palato primeggia l’alcolicità (14,5%) in perfetto equilibrio con il fresco-sapido espresso a corona di tannini fini. Avvolgente in una persistenza lunghissima.

Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone...

 

 

A seguire altre bottiglie datate per capire l’evoluzione nel tempo. Fantastiche emozioni nella Valle del Taverone.

 

Urano Cupisti