L’Emilia Romagna si conferma ancora una volta come terra dalle due distinte anime; le differenze marcate tra emiliani e romagnoli, evidenti in cucina, nel dialetto e più in generale nei modi di fare, sono anche nel vino

Nuova sede quest’anno per la rassegna annuale del vino dell’Emilia Romagna, trasferitasi al piano nobile del Palazzo Re Enzo nel centro di Bologna, con vista su Piazza Maggiore ed a tiro degli spruzzi della Fontana del Nettuno. Una Kermesse di tre giorni, dal 23 al 25 Novembre scorso, ch ha visto protagonisti oltre cento produttori da ogni parte della regione.

L’Emilia Romagna si conferma ancora una volta come terra dalle due distinte anime; le differenze marcate tra emiliani e romagnoli, evidenti in cucina, nel dialetto e più in generale nei modi di fare, sono anche nel vino. Se nella piana emiliana e sino ai colli bolognesi (vero spartiacque regionale) sono i vini frizzanti a tirar la carretta, le pendici romagnole dell’Appennino sono diventate da qualche tempo laboratorio di sperimentazione per un sangiovese d’alta quota.

Predappio, Modigliana, Bertinoro, Brisighella, in ordine sparso, hanno visto resuscitare a nuova vita vigneti caduti nell’oblio ai tempi dei vini super-concetrati o ancora quando il rosso di queste zone era associato alla sola idea di vini semplici e fruttati. Una rilettura del territorio e qualche ritocco nel disciplinare, con la possibilità di mettere in evidenza la sottozona di produzione, hanno partorito dei sangiovese sempre più convincenti, sulla scia di molti fuoriclasse toscani da zone fresche.

Attenzione rivolta dunque ai vini rossi ed in particolare al sangiovese di Romagna. Tra conferme e novità ecco a voi una decina d’etichette di ottimo livello. Inclusa qualche punta d’eccellenza che ai sempre più numerosi cultori di questa varietà consigliano vivamente di tener d’occhio.

 

Il Sangiovese di Romagna a Banchi di Enologica 2013 – Prima parte: le etichette che si faranno (le anteprime), le bottiglie d’eccellenza poco sotto la cinquina dei migliori (nella prossima puntata)

Sangiovese di Romagna Superiore Cadisopra Riserva 2010 – Ca’ di Sopra (Brisighella)

È qui protagonista una vecchia vigna in cui la selezione clonale del sangiovese (il 12 in prevalenza) gioca il suo ruolo. Se ne ricava un rosso di ottima struttura, pieno e maturo, ma al contempo con slanci di freschezza e sapidità che ne frenano l’irruenza. Un tannino austero ed un finale saporito lo rendono bottiglia perfetta per la succulenza di una carne in umido.

 

Romagna Sangiovese Serra Assiolo 2011 – Costa Archi  (Castel Bolognese)

Potremmo fare un copia- incolla della riserva Monte Brullo che vi anticipiamo essere nella cinquina dei migliori nella seconda puntata dedicata ai nostri assaggi di Enologica 2013. Due i distinguo per il “secondo vino” di Costa Archi; una minor profondità rispetto al fratello maggiore ma anche un prezzo di assoluta convenienza (sotto i 10 Euro) per un sangiovese veramente goloso da bere.

 

Sangiovese di Romagna Superiore Petra Honorii Riserva 2010 – Tenuta La Viola (Bertinoro)

A Stefano Gabellini si devono, negli anni, alcune delle bottiglie di sangiovese di maggior spessore della Romagna intera. Uno stile misurato ed un raro senso dell’equilibrio gustativo rendono i suoi vini, di taglio moderno, alquanto godibili a tavola. L’annata 2010 non è certo memorabile da queste parti ed ecco i tannini leggermente sgranarsi sul finale di bocca (possa essere anche gioventù); ciò non toglie che il Petra Honorii si installa ancora una volta nella top ten dei nostri preferiti.

 

Sangiovese di Romagna Superiore Ombroso Riserva 2009 – Giovanna Madonia (Bertinoro)

La forte componente calcarea delle vigne di Bertinoro lascia spesso traccia nel sangiovese che vi si produce.  I vini di Giovanna Madonia non fanno eccezione e spesso hanno necessità di un lungo affinamento in bottiglia per sciogliersi e concedersi. L’Ombroso 2009 (in commercio solo nel 2014) ha note animali al naso ed un carattere ancor oggi irruento in bocca. La stoffa c’è, basta saperla attendere il giusto tempo.

 

Ravenna Sangiovese IGT Poggio Tura 2009  – Vigne dei Boschi (Brisighella)

L’anima “bio” della Romagna; quella che troverete nelle bottiglie di Paolo Balbini, vignaiolo “semplice” che del suo modo di far viticoltura non fa bandiera, tantomeno specchietto commerciale. Il colore è di bella carica, il naso ha note sanguigne ed animali, di forte carattere. La bocca è piena ed energica, ancora in leggero in disordine, com’è comprensibile per un vino destinato al mercato nella fase avanzata del 2014. Di prospettiva.

Daniele Bartolozzi