Incontro con il Montecarlo DOC

E sono 47 anzi XLVIIª Edizione della Festa del Vino di Montecarlo (Lucca). All’interno di questa manifestazione che ha coinvolto tantissima gente nell’arco di dodici giorni, ha trovato spazio da alcuni anni un evento interessante. Un salotto, il Salotto del Vino & del Verde che ha raccontato gli abbinamenti enogastronomici a tema. I prodotti del territorio della Provincia di Lucca hanno incontrato i vini di Montecarlo.

Gestito dalle due Associazioni AIS e FISAR nelle sette serate programmate il Salotto è stato il punto d’incontro di esperti, media, gourmet, ristoratori, sommeliers, appassionati; insomma tanti personaggi a parlare di cibo, come cucinarlo e abbinarlo ai vini montecarlesi.

Ortaggi&Fagioli Lucchesi hanno incontrato i vini delle Fattorie La Torre e Vigna del Greppo;

il Farro ha incontrato i vini delle Fattoria Il Poggio e Montichiari;

il Miele di Lucca & Pane di Altopascio hanno incontrato il Podere Sgretoli e la Fattoria Cerruglio;

“Del Maiale non si butta via niente” in abbinamento con i vini della Tenuta Buonamico e Vitivinicoltura Carmignani G.Fuso;

il Fagiolo di Sorana ha incontrato i vini dell’Azienda Enzo Carmignani e della Tenuta San Beda;

la Vacca Garfagnina ha incontrato i vini delle Aziende Wandanna e Stefanini Tronchetti;

le Uova della Garfagnana in abbinamento ai vini della Fattoria Il Teso e dell’Azienda Anna Maria Selmi.

La serata alla quale ho partecipato è stata la seconda: “Il Farro e i vini delle Fattorie Il Poggio e Montechiari”. Ad interpretare il Farro della Garfagnana è stato chiamato il giovane chef dell’Osteria del Vento che ha presentato piatti “nuovi”, diversi dai tradizionali e conosciuti. Uno su tutti “Gnocchi di farro tostato con baccalà e guanciale” che ha ottenuto il plauso da parte di tutti i presenti.

E i vini? Eccoli nel dettaglio:

Rosè Montechiari Brut Donna Catherine: un Pinot Noir 100% da vigne di 30 anni. 16 mesi sui lieviti, remuage manuale. Parla francese questo spumante voluto così, ispirato se non a uno champenois sicuramente a un Cremant. Rosato tenue, perlage fine. Al naso la trama olfattiva del pinot noir con una elegante complessità. Entra con finezza in bocca e piacevole freschezza. Avvolgente; lascia presagire un grande potenziale futuro. Madame Catherine Panattoni ne può andare fiera. Degustazioni al Salotto del Vino

Cabernet Montechiari: guardano la valle di su-est le vigne trentennali di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Rubino cupo mostra al visivo il suo tenore alcolico sostenuto e il roteare nel calice fa capire da subito una discreta consistenza. Al naso esplosione dei fruttati (ciliegie, cassis e frutti di bosco) e dei terziari (speziati soprattutto). Una beva che ci consegna un vino equilibrato nelle sue componenti morbido-dure. Potente con tannini incisivi e venature di sapidità a ricordare i terreni di medio impasto. Buona persistenza con ritorni di vaniglia a ricordare i venti mesi passati nelle barriques in sistema di fermentazione integrale. Ottima struttura. Degustazioni al Salotto del Vino

Montecarlo Bianco 2013 Doc Il Poggio Trebbiano, Vermentino, Roussanne e Sauvignon Blanc per questo bianco rappresentativo del “nuovo” a Montecarlo. Semplice e fatto bene. Di facile beva dove apprezzi subito il bouquet e il facile equilibrio. Le “uve francesine”, la tradizione vitivinicola montecarlese nel tempo, danno il tocco “del diverso”. Nella sua tipicità merita i Degustazioni al Salotto del Vino

Chardonnay 2011 il Poggio 10 mesi sui lieviti, botte grande e 6 mesi di affinamento in bottiglia. Questo il biglietto da visita di un “bianco” diverso. Il colore ti incuriosisce, la consistenza ti fa capire, il naso intriga e la beva risulta interessante. Vino di Montecarlo? Sì il filo conduttore c’è, il tangibile legame con la mineralità di questi terreni pure; è la creatività che lo rende diverso. Degustazioni al Salotto del Vino

Il Poggio Alfiero 2011 (70% Syrah e 30% Merlot). Il vino dedicato al padre dove la passione e l’entusiasmo hanno portato a questo risultato. Superbo in eleganza e vigore. Ė il vino che serve a raccontare storie, tradizioni. Sfoggia una trama olfattiva deliziosa e al palato è completo, ha corpo, morbidezza, massa tannica e persistenza.

Non arriva all’eccellenza perché pecca di gioventù. Sembra l’augurio al padre: “lunga vita per Alfiero” e lui, presente al Salotto del Gusto, ha ringraziato. Degustazioni al Salotto del Vino

 

Urano Cupisti