Assaggiati a casa i Riesling delle Apuane di Maestà della Formica.
Della serie “se una cosa deve accadere, allora accadrà” e quando hanno rappresentato, dopo tanta attesa, vendemmie affrettate così così, ansie e gioie mai sopite, accompagnate da delusioni al punto di voler abbandonare l’impresa, tutti contro tutto, proprio tutto, il degno finale seguito dal grido “finalmente ce l’abbiamo fatta”.
E da parte mia il seguire l’impresa di tre sognatori immersi in un mare di difficoltà, vuoi per il territorio scelto, impervio, isolato e lontano dalle grandi arterie, vuoi per le enormi difficoltà nell’organizzare una parvenza di cantina non lontana dalle vigne.
Sto parlando del Riesling delle Alpi Apuane, allevato in una vigna ad oltre 1.000 metri in località Maestà della Formica nel Comune di Careggine (Garfagnana), non lontano dalla pista da sci del Monte Sumbra.
Sto parlando di quel sogno di tre “ragazzi” che hanno sfidato tutte le reticenze, avversioni, silenzi pesi come macigni. Sto parlando di quella iniziativa che, a livello di progetto, salutai cinque anni fa, forse unico a crederci, come possibile, probabile, avverabile.
E durante questi lunghi anni ad informarmi periodicamente sul crescere delle barbatelle, della prima vendemmia da raccogliere e buttare, delle gelate distruttive ed infine della vendemmia 2018 ritenuta valida e di quell’assaggio della campionatura di botte persuasiva avvenuta nell’estate del 2020.
Dissi e scrissi in quell’occasione: “Una bella sorpresa, vino bandiera aziendale, capace di combinare densità e mineralità. Ci siamo. Il Riesling delle Apuane c’è: finalmente è nato” (qui l’articolo completo), ottenendo il compiacimento di Andre Elmi, uno dei tre ragazzi.
Adesso sono rimasti in due, allargando la produzione a nuovi vini fatti con vitigni frutto del passaggio della via Francigena da quelle parti (gamay, syrah, insieme a sangiovese delle colline lucchesi, moscato d’asburgo, ciliegiolo, malvasia, trebbiano ed altri) allevati in diverse vigne in zone come Campo a Gallicano, la vigna di Molazzana, quella di Rocca Alberti a Camporgiano, la piccolissima ad Antisciana ed ultimo il tentativo di allevare anche il Blaufränkisch, una nuova sfida nelle diverse altezze della Garfagnana, terra dimenticata dalla vitivinocoltura e cultura, riscoperta, negli ultimi tempi, proprio per opera di valorosi pionieri enoici tra cui la Maestà della Formica.
La degustazione
Finalmente, di fronte a me, il Riesling Maestà della Formica 2018, nel suo degno contenitore, la bottiglia longilinea renana, insieme ad un altro campione: il GAMO Rosso 2019.
– Riesling 2018, 10,5 di titolo alcolometrico/volumico. Confermato il giudizio positivo dell’assaggio effettuato “en primeur”. L’ho trovato con un carattere apparentemente semplice che sprigiona grinta e succo.
Maturità molto dinamica con una freschezza (sapidità e acidità) ben marcata. Ma la sua caratteristica più importante è quello slancio che stimola la beva. Ulteriore conferma della validità della scelta clonale in riferimento ai terreni.
– GAMO Rosso 2019. Gamo da leggere GA (Gallicano) MO (Molazzana), i due comuni sedi delle rispettive vigne. Un rosso intenso, stilizzato senza rinunciare alla fragranza, ai tannini “saporiti”. Si lascia apprezzare per i suoi profumi marcati floreali e fruttati.
Felici i due ragazzi e felice il sottoscritto nell’aver creduto nel progetto, nella sua evoluzione e finalmente nella rispondenza degli assaggi. I vini della Maestà della Formica. Chapeau!
Urano Cupisti
Vini assaggiati il 2 febbraio 2021
Maestà della Formica
Via Provinciale, Careggine LU
Cellulare di Andrea: 380 520 3491