Bottiglie bendate

Sembra facile. Spesso, nelle degustazioni tra amici e/o in Banchi d’Assaggio non è che un gioco, a volte anche barando, per capire cosa abbiamo di fronte e magari apparire bravi per avere “indovinato” quel vino, quel vitigno, nel riconoscerlo dalla forma della bottiglia, da qualche indizio non ben coperto ottenendo soltanto la perdita della concentrazione nella degustazione.

Diceva Émile Peynaud: ”La degustazione è una disciplina tanto attraente all’apparenza quanto severa nella pratica”. Richiede molta concentrazione e una notevole capacità interpretativa.

Bottiglie bendate

Degustatori lo si è dopo aver conseguito un titolo? Non sempre.

Ritengo che si debba avere una formazione specifica, aver raggiunto ottimi livelli dopo un lungo apprendistato, pratica attenta, aver compreso i paragoni, i confronti.

Quest’ultimi permettono di aumentare le manifestazioni delle attitudini sensoriali, le raffinatezze delle analisi, la precisione dei commenti. E la presentazione “alla cieca”, se preferite “degustazione coperta”, assume quell’importanza che caratterizza il vero approccio tra il degustatore e il vino degustato.

L’adulazione di questa o quella etichetta non sostituirà mai la competenza espressa nell’assaggio di un vino coperto.

Blind Wine Tasting come affermano gli inglesi e gli americani (quest’ultimi meno inclini ad utilizzare questa forma di valutazione).

Impegnato in un concorso

Quali sono le linee guida
per una discreta valutazione alla “cieca”?

Non ci crederete; anche in questo caso ecco scendere in campo i francesi con le loro regole comportamentali  dalle quali prendiamo ispirazione:

– Autenticità dei campioni da sottoporre alla degustazione;

– Trasporto e conservazione dei campioni per preservarne le caratteristiche;

– Anonimato perfetto dei campioni;

– Luogo di degustazione adeguato;

– Bicchieri adeguati e temperature di servizio;

– Numero di campioni limitato;

– Possedere padronanza delle affermazioni con descrizioni semplici e mirate;

– Bandire espressioni assurde roboanti senza alcun senso.

Cosa non si deve assolutamente fare per non scivolare in errori grossolani, madornali, a volte al limite del ridicolo?

Banco d’assaggio

Come detto sopra provare ad indovinare utilizzando il calcolo delle probabilità, ovvero se non è zuppa è pan bagnato, con l’unica conclusione certa rappresentata dalla perdita della concentrazione.

Poi c’è l’insidia sempre nascosta ed intrinseca di credere di essere infallibili sottovalutando gli agguati celati dati dalla stanchezza nel degustare batterie in serie o perdere l’allenamento per assenze prolungate dai banchi o dai concorsi.

Sì per tutta la vita alle degustazioni alla cieca ricordando le difficoltà nel dare giudizi,  perché col giudizio con cui giudichiamo saremo giudicati.

Urano Cupisti