De Tarczal. La dotta opera del contadino prima e del vinificatore poi.

Lungo l’Adige costeggiando mura merlate, cantine e vigneti fino a Isera, una frazione sulla sponda destra del fiume. Siamo nel Comune di Marano a pochi chilometri da Rovereto, nella Vallagarina, territorio dove il Marzemino (vitigno a bacca nera), la Nosiola (vitigno a bacca bianca) e il Moscato Giallo o Enantio (sempre a bacca bianca) predominano.

La Vallagarina è la porta del Trentino, anello di congiunzione tra territori e culture differenti dove si incontrano civiltà e tradizioni diverse. Quella italiana e quella mitteleuropea.

Pianure e montagne, vigneti e castelli, pascoli prealpini e le Piccole Dolomiti a contorno.

Meleti, vigneti che vengono incontro a chi percorre l’autostrada del Brennero verso nord o l’alternativa statale sempre in direzione nord. Storie e leggende ascoltate nelle cantine e nei locali intorno a calici di buon vino assaggiando i piatti della tradizione trentina.

De Tarczal. Elena spiega lo chardonnay in anfora

In azienda

In un caldo mattino di fine luglio a visitare l’azienda de Tarczal.

“Ogni giorno ci alziamo per plasmare il vino da questa terra, ormai pregna di esperienze. Da cent’anni ci impegnamo per portare in tavola il miglior vino di sempre.” Questa l’accoglienza da parte di una delle due  figlie di Ruggero Dell’Adami de Tarczal, Elena.

Ruggero, nobile discendente di Gèza Dell’Adami de Tarczal, ammiraglio della Imperial Regia Flotta Austro-Ungarica.

L’azienda ha una lunga tradizione, le sue origini risalgono proprio agli anni dell’Impero asburgico.

17 ettari per 110.000 bottiglie annue.

Le terre coltivate, appartenute un tempo ai Conti Alberti, vecchia ed illustre famiglia trentina, sono passate più di un secolo fa, alla famiglia di Ruggero. Fin qui la Storia raccontata.

De Tarczal. Il luogo sacro, la cantina

Mentre insieme ad Elena ci avviamo a visitare il luogo sacro per i de Tarczal, la storica cantina, Elena aggiunge quelle notizie che servono a capire i vini prodotti.

“Incidono i terreni ricchi di basalto, habitat ideale per i vigneti, ed in parte la posizione geografica (conca privilegiata tra la catena del Baldo e quella del Bondone), senza dimenticare la paziente, costante e dotta opera del contadino prima e del vinificatore poi”.

Ma i vigneti dove si trovano?

“Geograficamente i vigneti sono posti a mezza collina, sul lato destro del fiume Adige. Qui si produce uva e vino “da sempre” e nelle nostre cantine si vinifica da sempre. Impegno, fatica, attesa fino all’euforia per il risultato raggiunto”.

De Tarczal. Il Marzemino riposa

La produzione?

“Da sempre legati alla produzione di Marzemino oltre Incrocio Manzoni, Pinot Bianco, Pinot Nero, Moscato Giallo, Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Schiava. Uve provenienti  unicamente dai nostri vigneti. Teniamo alla genuinità e la otteniamo anche grazie a metodi “antichi” di lavorazione”.

Giunti nel Luogo Sacro (la cantina), Elena aggiunge:

“La cantina per l’affinamento, è interamente costruita sottoterra e offre temperatura ed umidità costante in ogni momento dell’anno. Il vino affina in botti di rovere da 50 ettolitri che donano morbidezza e rotondità ai vini”.

De Tarczal. Gli assaggi effettuati

La degustazione

Elena, passiamo agli assaggi?

– Moscato Giallo 2020. Il Moscato Giallo è un prodotto estremamente singolare ed apprezzato. Diverso dai molti moscati prodotti nel resto d’Italia, è originario del Trentino. Il Moscato Giallo associa all’inconfondibile profumo un sapore secco molto particolare. Vinificazione tradizionale in bianco con affinamento per otto mesi in inox. L’aromaticità anticipa all’olfatto il floreale e il fruttato. Al palato secco, morbido, ammandorlato. Sorretto da una vena fresco-sapida. Ottimo, voto 88/100;

– Husar selezione 2017. 14 mesi in botte grande. Vigneto Castello,  questo vino, ottenuto dalla selezione delle nostre migliori uve di Marzemino d’Isera, è un omaggio all’ufficiale ussaro della cavalleria austro-ungarica Géza Dell’Adami de Tarczal. La maturazione e l’affinamento in grandi botti di rovere per 14 mesi prima e poi in bottiglia per altri 6 mesi, permettono a questo vino di esprimere al meglio le sue particolari caratteristiche. Note di amarena, frutti di bosco, viola, glicine e un tocco di vegetale con finale speziato. Morbido con tannini dolci ricco e persistente. Eccellente, voto 91/100;

– Eos 2019. Chardonnay piantato in piede franco e prodotto in anfora. Abbiamo scoperto un nuovo prodotto frutto di ricerca che promette bene. 5 mesi di macerazione per un fruttato molto ricco e saporito. Ottimo, voto 88/100.

De Tarczal. Husar, uno dei vini top

Inoltre ho assaggiato:

– Marzemino d’Isera  Superiore 2018. Otto mesi in botti grandi. Ottimo, 88/100;

– Felix 2018 Chardonnay, tonneaux e inox. Ottimo 87/100;

– Belvedere 2016, Incrocio Manzoni e Pinot Bianco, tonneaux per tre mesi. Ottimo, voto 89/100;

– Pianilonghi Cabernet Sauvignon, 24 mesi in botte. Ottimo, voto 89/100;

– Brut Trento Doc 48 mesi sui lieviti, chardonnay 100%, Ottimo voto 89/100;

– Rosa, Schiava e salasso di Marzemino, Ottimo, 87/100;

– Pinot Noir 2016, vinificato con i raspi. Tonneaux x 24 mesi. Ottimo, voto 88/100;

Ricerca dell’eleganza in cima alle proprie priorità. E nella vinificazione emerge la spiccata sensibilità dei de Tarczal. Magistrale dosaggio dei legni per raggiungere il giusto equilibrio. Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata il 27 luglio 2021

De Tarczal
Iseria di Marano (Tn)
Tel: 0464  409134

info@detarczal.com

www.detarczal.com