… e alla fine tutti felici e contenti, ognuno con le proprie convinzioni. Ovvero: storia di una degustazione di Champagne Delamotte

Il Delamotte Blanc de Blancs Millesimé 1996, formato Magnum, ha fatto discutere non poco alla degustazione di Champagne di questa storica Maison avvenuta al Ristorante Acquasalata di Viareggio.

Per alcuni uno Champagne ormai vecchio, andato, in decomposizione. Per altri (ed io faccio parte di quest’ultimi) uno Champagne dal percorso fantastico, destinato a pochi, da scoprire. Al limite della cultura e distinzione dello Champagne stesso.

Nella stessa serata presentazione e degustazione di altri quattro campioni proposti in un ordine preciso e prescelto ad accompagnare piatti di diversa complessità gustativa:

Brut sans année di presentazione (detto comunemente “di base”) composto da uve Chardonnay al 55% provenienti da Le Mesnil sur Ogier, Avize, Ogier, Pinot Noir 35% proveniente da Ambonnay e Tours-sur-Maine, Pinot Meunier 10% proveniente, in generico, dalla Vallée de la Marne. Utilizzo dei vini di riserva di due anni precedenti al 20%. Permanenza sui lieviti 32 mesi con sboccatura fine 2014.

Brut Blanc de Blancs Millesimé 2007 composto da uve Chardonnay al 100% (spogliato completamente dalle uve fantasma o rare a bacca bianca,  a volte presenti tra i filari) provenienti da Le Mesnil sur Ogier, Avize, Ogier e Cramant,  quattro Comuni Grand Cru de la Côte des Blancs. Assemblaggio dei diversi vini prodotti con le uve di diversa provenienza, permanenza sui lieviti per circa 72 mesi. Sboccatura inizio 2014.

Brut Rosé de Saignée sans année composto da uve Pinot Noir 80% provenienti da Bouzy, Ambonnay, Tours-sur-Maine (Montagne de Reims) e Chardonnay 20% provenienti solo da Le Mesnil sur Ogier. Macerazione, assemblaggio e permanenza sui lieviti per circa 40 mesi e sboccatura fine 2014.

Brut Blanc de Blancs “Vintage Collection” Millesimé 1999, composto da solo uve Chardonnay al 100%  provenienti da parcelle a diversa altezza ritenute le più adatte per l’ottenimento dell’eccellenza situate all’interno del Comune di Le Mesnil sur Ogier. Parcelle vinificate separatamente ed assemblate prima della messa in bottiglia. Permanenza sui lieviti per circa 160 mesi, sboccatura fine 2013.

Ed alla fine la Magnum al limite della cultura e distinzione.

Brut Blanc de Blancs Millesimé 1996 Magnum composto da uve Chardonnay al 100% (spogliato completamente dalle uve fantasma o rare a bacca bianca,  più presenti in anni passati), provenienti da Le Mesnil sur Ogier, Avize, Ogier e Cramant,  quattro Comuni Grand Cru de la Côte des Blancs. Assemblaggio dei diversi vini prodotti con le uve di diversa provenienza, permanenza sui lieviti per circa 72 mesi. Sboccatura inizio 2003 (affinamento in bottiglia per circa 12 anni).

Entro nel merito delle degustazioni soffermandomi sul Millesimé 2007, Collection 1999 e Millesimé 1996. I più chiacchierati.

Il Millesimé 2007, come riportato sopra, altro non è che l’assemblaggio di vini chardonnay prodotti con uve provenienti da ben quattro comuni della stessa area (Côte des Blancs). Assemblaggio guidato nelle proporzioni dai vari risultati di quel preciso millesimo (2007). Permanenza sui lieviti tanto quanto basta per immettere sul mercato un prodotto rispondente alla linea della Maison (circa 72 mesi). Il risultato uno champagne fine, intenso nel sapore, con note giovanili, con lunga tenuta nell’affinamento. A mio avviso averlo stappato dopo solo due anni dalla sboccatura è stato un infanticidio bello e buono. Il mio voto personale penalizza la giovane stappatura. Voto De gustibus non disputandum est

Il Collection 1999, ha dalla sua parte un “processo in cantina” che lo nobilita. Il meglio delle uve provenienti da parcelle selezionate a Le Mesnil sur Ogier, con diverse esposizioni. Un esempio da manuale, uno champagne maturo, adulto se pur ancora “fresco” (circa 160 mesi sui lieviti!), con ancora, a mio avviso,  6/7 anni di affinamento in bottiglia davanti a sé. Voto De gustibus non disputandum est

Millesimé 1996, la Magnum che ha fatto discutere non poco. Ho appena scritto che si tratta  di uno Champagne dal percorso fantastico, destinato a pochi, da scoprire. Da non mettere assolutamente in competizione con il Collection 1999 come alcuni hanno fatto. Dire è meglio il Collection 1999 è sbagliato. Si tratta di due champagne diversi in tutto. Tutt’altra cosa.

Il percorso. È l’evoluzione, per questa Magnum, dello stesso prodotto Millesimé 2007 (non del Collection 1999) lasciato in affinamento oltre il dovuto. La scoperta dello chardonnay della Côte des Blancs che riesce a “sopportare” l’affinamento per circa 160 mesi. L’effetto olfattivo e gustativo, in ambiente ottimale (Magnum), di uno champagne compiuto nel suo genere, potenzialmente fantastico, senza alcuna ossidazione in corso ma solo mutazione olfattiva avvenuta oltre la consueta patisserie lungamente conosciuta.

Magnum Destinata a pochi. Incomprensibile ad alcuni, un risultato altamente didattico, per la conoscenza delle potenzialità fino all’estremo; vuoi del territorio, delle uve da vitigni prescelti e selezionati, delle tecniche di cantina.

Una gran bella scoperta È stato uno Champagne aperto in un secondo tempo dal proprietario del Ristorante Acquasalata David Cupisti, a serata quasi conclusa e non accompagnato dalla approfondita presentazione come gli altri. Lasciato al semplice giudizio “buono/cattivo” altamente rischioso (come di fatto è accaduto). Il mio Voto? Questo Champagne non ha meritato un semplice voto numerico. Ha meritato solo meticolosità gusto-olfattiva e meditazione.

Poi alla fine è bene ricordare (e lo dico soprattutto a me stesso) che de gustibus non disputandum est. E tutti quanti, alla fine,  felici e contenti, ognuno con le proprie convinzioni.

Personalmente sono uscito dal Ristorante Acquasalata felice di aver imparato qualcosa di nuovo. E non è poca cosa. Un CIN a tutti.

Urano Cupisti