I vini di cascina, di corte colonica piemontese
L’Azienda Criolin è una di quelle che seguo da molto tempo. Una evoluzione costante verso l’eccellenza.
Ci troviamo nel Comune di Castagnole delle Langhe, frazione S. Grato (importante da queste parti indicare la frazione), nell’ovest dell’astigiano. Terra di Moscato, Barbera ed eleganti Chardonnay.
“Criolin rievoca il mestiere antico di colui che, servendosi di un grande setaccio tenuto in equilibrio su tre legni, si spostava di casa in casa per setacciare il frumento dei contadini. Uno di questi strumenti è stato rinvenuto proprio nella nostra cascina e, per questo, scelto per identificare la nostra Cantina”. La risposta di Claudio Canavero, l’anima di Criolin, alla semplice domanda mossa dalla curiosità nell’osservare il “motivo” dell’etichetta.
Visitai anni or sono questa Azienda inserita in una Cascina abitata da più famiglie, la classica corte colonica tipica dell’Astigiano, e mi colpì la semplicità, l’autenticità e genuinità del luogo. Uno di quelli che ti restano dentro insieme all’accoglienza, ospitalità e benvenuto da parte dell’intera famiglia. E quel coniglio cucinato dalla mamma “in quel modo” annaffiato da un Barbera sincero.
L’impressione di trovarmi davanti ad una persona pacata e gentile è stata la prima cosa che mi colpì allora. Subito a scusarmi per il ritardo accumulato in precedenti visite e lui, per tutta risposta, a ringraziarmi per essere venuto. Mi colpì quanto detto dal padre mentre mi faceva accomodare a tavola: “senza di voi che raccontate i nostri vini, tanti appassionati che sono diventati con il tempo anche clienti non sarebbero mai passati di qui, a S. Grato”. Sentirsi così importante non è da poco.
È stato il Moscato Criolin a incuriosirmi e farmi fare una deviazione dalle rotte del vino piemontese di quelle parti. Un detour, detto alla francese, che valse il viaggio. E quella passeggiata tra i filari con Claudio e il padre Angelo altro non fu che constatare la sintesi di due generazioni, quella linea continua tracciata dal padre e proseguita dal figlio con la logica dei “piccoli passi” tendente ad esprimere il classicismo astigiano come non pochi.
Mi ritrovo adesso nello stand al Vinitaly. Di fronte la produzione Criolin, rivisitata nel tempo anche nella veste e pronta per “attaccare” i mercati esteri. La “scelta” dei piccoli passi che dona i suoi frutti.
Praddone Chardonnay Piemonte Doc 2015. Chardonnay 100%. Uve provenienti da un singolo vigneto, Praddone, che si trova nelle vicinanze della Cascina. Vinificato in inox. Colore giallo paglierino con sfumature verdognole legate alla recente vendemmia. Naso floreale e fruttato molto marcato con le note tropicali in evidenza. Al palato fresco e sapido con ritorni fruttati nel retro nasale. Ottimo: Voto 86/100
Barbera d’Asti Docg Vigna Rorisso 2014. Barbera 100%. Uve provenienti dalla Vigna Rorisso a formare il “Cru” aziendale, un altro traguardo raggiunto da Claudio. Cru significano vendemmie studiate nei particolari, grappoli scelti e percorsi in cantina diversi con affinamento in barriques di primo e secondo passaggio per l’ottenimento di un vino evoluto. Si presenta nel calice con un colore rubino e ruota con evidente consistenza rilasciando morbidezze copiose. Al naso dopo i fruttati rossi si apre su terziari dolci e saudenti. Al palato i tannini eleganti accarezzano la lingua dove la presenza della vena fresco-sapida ne rileva l’importanza. Equilibrio raggiunto per la presenza di polialcoli a sorreggere le durezze. Ottimo Voto 88/100
Moscato d’Asti Docg 2015. Il Moscato di cui ti innamori al primo sorso. Le uve provengono dalle vigne in località Castiglione Tinella, dove il microclima è ideale per esaltare le caratteristiche di questo vitigno aromatico. Da sempre il biglietto da visita aziendale Al momento dell’assaggio, ne cogli il glicine, il tiglio, la pesca i sentori dei fiori d’arancio, dolce ma non stucchevole, equilibrato, con quella verve petillant che gli dona la grazia. Vino da donna? Viva le donne!!! Eccellente, Voto 89/100 e per un Moscato è tanta roba.
Moscato Passito 2009. Ultimo nato nella famiglia Canavero, ovvero Criolin. Nella cernita del Moscato i grappoli migliori vengono adagiati su graticci fino a dicembre. La produzione è limitata ad un centinaio di bottiglie per pochi appassionati. Colore oro tendente all’ambrato si presenta con i suoi profumi intensi, una spalla acida a sostenere la dolcezza e un finale lunghissimo. Come direbbe il famoso adagio “pochi ma boni”. Non lo classifico, non merita percentuali di voto. È da gustare, centellinare in meditazione. Poi se vogliamo accompagnarlo con una terrina di foie gras, LUI, il Moscato Passito Criolin, ringrazia!
Personalità e rispetto, stile e grazia, profilo slanciato. In poche parole Criolin.
Urano Cupisti