Una vecchia conoscenza; constatazione di eccellente crescita: Crama (Cantina) Basilescu. Iniziamo a conoscere meglio il vino dell’Est.
Tutte le volte che arrivo a Merano in occasione del Merano Wine Festival, la mia prima curiosità è constatare quali Nazioni, Regioni vitivinicole non italiane sono presenti.
In particolare quelle emergenti che si propongono “in punta di piedi” ricordandoci la loro “storia”, in alcuni casi comune con la nostra, presentando prodotti di tutto rispetto e “numeri” che sbalordiscono vista la provenienza.
A volte noi snobbiamo certi territori perché non conosciamo le loro origini, le evoluzioni ed involuzioni accadute come la Storia di questa cantina che è uno dei simboli dello sviluppo, crescita, cambiamento del modo di fare vino.
Devo dire: vecchia conoscenza Crama (cantina) Basilescu perché già recensita nell’edizione 2018. Nuova conoscenza vuoi per i vini proposti e riproposti. Ma anche le vendemmie riproposte hanno mostrato quell’affinamento in più che ha valorizzato maggiormente il prodotto. La constatazione di eccellente crescita.
I numeri della Romania vitivinicola
Questi che riporto non sono recenti ma comunque significativi della “rivoluzione enoica” che la Romania sta attraversando:
– 7.000.000 hl tra vini rossi e bianchi;
– 200.000 ettari di superficie vitata con terreni di medio impasto, calcarei e con presenza di loess (sedimenti costituiti da granuli finissimi di quarzo, calcite, idrossidi di ferro e minerali argillosi tipici delle zone steppose);
Esportazione in crescita che si attesta al 15% della produzione.
La curiosità mi ha portato nuovamente al tavolo dell’Azienda Crama Basilescu che ha sede a Urlaţi, nella provincia di Prahova, regione vinicola di Muntenien. Geograficamente posta tra il Danubio e le prime pendici dei monti della Transilvania.
Dalla straordinaria intelligenza e ambizione del capostipite Nicolae Basilescu ad Aristide Basilescu, dall’incontro di quest’ultimo con Aglae Saint Georges de Posingen e la collaborazione con la Maison de Champagne St. Merceaux & Co.
Ci sono due date, due anni che hanno interrotto e iniziato nuovamente la cultura della vitivinocoltura romena a Urlaţi e dintorni: 1949 – 2008, dove l’integrità, l’amore, la visione rivoluzionaria, la devozione, tutti elementi fondamentali che venivano e vengono trasmessi ai vini Basilescu, s’interruppero e poi ripresi.
Sessant’anni di delirio collettivista dove essenziale era produrre, produrre, produrre e premiare i viticoltori per i traguardi raggiunti. Quantità, perché tutti dovevano bere vino ad un prezzo più basso possibile.
Dopo il 2008 il rilancio
Il recupero dei vigneti con varietà romene, impianti di nuovi vitigni cosiddetti internazionali (dopo studi specifici sui terreni) e la nuova cantina all’interno della quale s’incontrano tradizioni vecchie e le moderne nascenti.
“Suolo, clima, posizionamento dei terreni, varietà coltivate e tecnologia di vinificazione. La tradizione Basilescu – devozione, passione, etica – continua ancora oggi attraverso il giovane team che aggiunge al profumo secolare la moderna conoscenza della lavorazione dell’uva. I vini Basilescu come il risultato di un meticoloso lavoro a 360°”. Così Dana Sofia, general manager aziendale, presente a Merano a “spiegare” i vini Basilescu.
I suoi segreti? La personalità che proviene dagli specifici vigneti: Delau Mare e Pietroasa.
“PATRIA VINULUI, come è noto il vigneto Dealu Mare, vanta un’antica tradizione vinicola confermata da scavi archeologici, VIGNA PIETROASA con ricordi storici legati a guerre tra Visigoti e Unni per la supremazia su queste terre”.
Dana è un fiume in piena; ricorda la filosofia della Famiglia Basilescu in cinque punti essenziali:
– Lavoro dal vivo: primo passo nel viaggio del vino;
– La vendemmia;
– La Fermentazione ovvero la genesi del vino;
– Il blend ovvero l’arte di fare il vino;
– la Maturazione, la saggezza del Vino, la conclusione di tutta l’attività, a partire dal lavoro in vigna terminato con la maturazione del vino.
“Appare sul palcoscenico la bottiglia alla luce dei riflettori con semplicità, traboccante eleganza e mistero”.
Gli assaggi
Feteasca Neagra 2013, Feteasca Neagra 100%. Il vino Top tra quelli presentati. Il vino che racconta, con il suo “locale” per eccellenza, la viticoltura romena. Quasi15% di titolo alcolometrico a testimoniare il “corpo” possente. Uve provenienti dalla Vigna di Dealu Mare, a rappresentare un terroir particolare. Eccellente voto 92/100
Feteasca Alba 2018, Feteasca Alba 100%. Ha confermato il giudizio del mio assaggio nel 2018 su di una vendemmia 2016. Vitigno locale romeno che in Pietroasa trova la sua massima espressione. Vino aromatico, fragrante e alla fine elegante. Ricco nei dettagli olfattivi. Da bere giovane. Ottimo, voto 88/100
Busuioaca 2018, Busuloaca 100%. Non un vino dolce ma demi-sec. Da uve Busuioaca de Bohotin, provenienti dalla vigna Pietroasele. Colore rosato, da una vendemmia leggermente tardiva, nessun attacco di botrytis. Dolce di per sé. Unico nel suo genere. Eccellente, voto 90/100
Tamaioasa 2018, Tamaioasa Romaneasca 100%. Anche questo da includere tra i demi-sec tipici di queste zone. Conserva discretamente il suo profumo specifico, rivelandosi con una tentazione di muschio e vaniglia, insieme a quella di agrumi. Ricorda l’immagine di un cocktail di agrumi. Ottimo, voto 88/100
Per me questa visita, con relativi assaggi, è stato un gradevole ripasso, la conferma della crescita di questi vini, la consapevolezza che la vitivinicoltura da queste parti è una realtà da considerare come ritrovato patrimonio di cultura condivisa. Chapeau!
Urano Cupisti
Assaggi effettuati durante il Merano Wine Festival edizione 2019
Crama Basilescu
Str. Valea Nucetului, 23
Urlaţi, Prahova, Romania
Tel: +4 074 5523537