Là dove ebbe inizio la vera storia del fiasco chiantigiano

Arrivo a Pontassieve di primo mattino di un sabato ancora estivo. La cittadina profuma di “festa”.

Da sempre zona strategica posta alla confluenza del fiume Sieve con l’Arno, ha controllato per centinaia di anni i flussi migratori dalla Romagna verso il Casentino e il Ponte Mediceo, che unisce le due sponde del fiume Sieve (da qui il nome della cittadina), ha sempre rappresentato “il passaggio obbligato” costituendo un vero elemento di scienza militare prestato anche al controllo della circolazione di merci e persone in tempo di pace (relativa).

Nelle viuzze del borgo compreso tra le tre porte dell’antica cinta muraria ormai persa tra le costruzioni edificate sopra, si respira un’aria diversa, quella dell’imminente esplosione di voci, suoni e odori:  gli odori di CookStock che sta per vivere la sua seconda giornata. Ma cos’è CookStock?

Igles Corelli, Enrico Panero, Peter Brunel, Andrea Mattei, Stefano Frassinetti, Entiana Osmenzeza, Antonio Guida, Cristian Sinisi ed altri ancora sono gli chef di punta che animeranno la tre giorni eno-gastronomiche. Sì, perché ci sarà anche la componente “eno” rappresentata dal supporto dato dall’Azienda Ruffino (la sede della cantina, anzi delle cantine, è proprio qui a due passi dal centro, sulla Tosco-Romagnola) che per l’occasione aprirà le porte delle sue splendide ed antiche “bottaie” (e non solo) a visite guidate.

Accanto ai vari coocking-show ci saranno i “laboratori del cibo”, l’attrazione ”diversa”, quella che, insieme alla visita e agli assaggi della Ruffino, mi hanno convinto a trascorrere questo primo sabato estivo settembrino nella Valdisieve. I Laboratori del Cibo che interpreteranno il “Cibo di strada”.

Oggi va tanto di moda chiamarlo “Street Food” distribuito dai “Food Truck”. Piazza Vittorio Emanuele sarà invasa dai profumi e dai sapori di 9 food truck. Mi precipito a vederli. Stanno iniziando i loro preparativi, aprono i battenti e semplici “camioncini”, ape-car di ogni dimensione vivacemente colorati, veri e propri autobus attrezzati, si trasformano in vere cucine per deliziare i visitatori con cibi della tradizione siciliana, napoletana, della vicina val di Chiana, della costa marchigiana. E a dare quel tocco di internazionalità i richiami alla tradizione di Kansans city e ai cibi stret sea food. Immancabile la presenza della cucina vegana con canapa.

C’è in atto un ripensamento su street food e Food Truck, tant’è che giovani chef emergenti hanno avviato progetti innovativi per portare specialità locali in giro per l’Italia e Europa. In questo, la piccola cittadina di Pontassieve si candida ad essere una “avanguardista” del settore e CookStock il centro espositivo della sua creatività.

Il cibo incontra il buon vino da sempre  e l’Azienda Ruffino che ha il suo “luogo sacro” proprio qui a Pontassieve non poteva non esserne partecipe. “Il futuro è di chi lo ha cominciato”, Pontassieve 1877. L’iconico fiasco che ha fatto conoscere il Chianti nel mondo, la prima fascetta rosa del neonato Consorzio del Vino Chianti (la n. AAA00000001);  tutti primati assoluti dell’Azienda Ruffino.

Ho appena terminato la visita aziendale e mi concentro su tre campioni significativi della sua produzione:

Chianti Superiore Docg nel nuovo Fiasco. Sangiovese 70%, e un 30% di Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon. Percorso in vasche di cemento e recipienti in inox dove termina l’affinamento prima di essere “infiascato”. Il Chianti nel mondo si trova in questo fiasco. Le moderne tecniche di cantina, l’automatizzazione di tutti i cicli produttivi non hanno scalfito lo stile tradizionale e la storia del Chianti Ruffino prosegue nel tempo dalle effusioni nasali alle percezioni gustative. Voto COOKSTOCK, ovvero una cittadina in festa

Riserva Ducale 2012. Chianti Classico Riserva Docg. 80% Sangiovese e 20% Merlot, Cabernet Sauvignon. 24 mesi in botti da 40/80 Hl e fermentazione in vasche di cemento. La firma di Ruffino su di un vino le cui uve provengono dai migliori territori del Chianti Classico. Rubino luminoso, apporto olfattivo intenso e complesso su note fruttate rosse di bosco, humus e spezie modulate. Al palato conferma tutte le sue aspettative. Persistente con continui ritorni speziati e fruttati. Voto COOKSTOCK, ovvero una cittadina in festa

Modus 2012. Il supertuscan. La vendemmia  appena messa in vendita. Sangiovese 50%, Merlot 25% e Cabernet Sauvignon 25%. 12 mesi di barriques dopo un percorso di particolare attenzione dalla cernita delle uve fino all’affinamento e al successivo stoccaggio. Eleganza, struttura e morbidezza, ovvero la componente dell’uvaggio. Rubino denso con molta luminosità, raffica di sensazioni a non finire che scaturiscono dall’immensa complessità (fruttati rossi di bosco, erbe aromatiche, presenza significativa di uno sfondo vegetale e tante spezie). Palato caratterizzato da una estrema rotondità con tannini nobili se pur virili vista la giovane età. Persistente con ritorni retro nasali speziati che prolungano la magia di questo superlativo vino. Voto COOKSTOCK, ovvero una cittadina in festa e chapeau!

E poi etichettano questi vini come “convenzionali  senza anima”.

Il brusio della gente che affolla la centralinissima via Tanzini, da Porta Fiorentina a Porta Aretina ed oltre fino al Ponte Mediceo arriva fino al piazzale della Ruffino. È ora di ritornare a scoprire le vie e gli angoli di CookStock là “ove la Sieve al gusto si confonde”. Storia di una cittadina in festa.

Intanto vi ricordiamo che i giudizi del Corriere del Vino sono:

1 C = sufficiente 78/80 centesimi;

2 CC = discreto 81/83 centesimi;

3 CCC = buono 84/86 centesimi;

4 CCCC = ottimo 87/89 centesimi;

5 CCCCC = eccellente 90/100 centesimi.

Urano Cupisti